da Salvatore Memoli (avvocato – giornalista – scrittore)
SALERNO – Mi domando che valore abbia portare un uomo dell’imprenditoria italiana, un’ espressione del commercio di elevato spessore economico, come Angelo Villani, a dichiarare la sua onestà, sottolineata da una confessione, con una dichiarazione spontanea sconvolgente. É avvenuto in margine al processo in cui é imputato il dott. Angelo Villani, davanti alla Corte di Appello di Salerno per bancarotta del suo prestigioso gruppo imprenditoriale Alvi. Si tratta del grado di Appello del processo che in primo grado si é concluso per lui con un’assurda sentenza di condanna, a dodici anni di reclusione.
In sede di dichiarazioni spontanee Angelo Villani ha lungamente ed approfonditamente ripercorso tutto l’iter industriale che ha portato il suo gruppo familiare a scalare le vette di un difficile radicamento nell’ambito produttivo e, quindi, di un’affermazione nel panorama dei grandi gruppi di distribuzione alimentare che si sono strutturati con promettente successo e con risultati impareggiabili, sia per la qualità dei servizi di front office, sia per l’impiego di migliaia di dipendenti che nel gruppo Alvi avevano trovato una buona soluzione alla loro esigenza lavorativa.
Non senza commozione ma con una determinazione espositiva che ha evidenziato la competenza e la lucidità manageriale di Villani, sono stati forniti chiari elementi difensivi che certamente il Collegio dovrà valutare e tenerne conto.
In tutti i processi, la verità é figlia di un sottile esercizio di tesi e di antitesi, in particolare della capacità di scavare nel vero e rendere forte ed inattaccabile ciò che rende giustizia talora all’imputato, altre volte all’accusa. Appartiene alla terzietà del giudice riconoscere la verità dei fatti, capirne le buone intenzioni, isolare le mistificazioni e restituire la verità a tutti, una verità che tutti auspicano, vicino al vero della realtà e non alla verità giudiziaria.
I giudici sanno bene queste dinamiche come, personalmente credo, sanno bene chi é Angelo Villani, la sua onestà inconfutabile, la sua instancabile operosità, i suoi traguardi raggiunti grazie ai grandi valori morali trasmessi e praticati dalla famiglia, alla tenacia praticata nel mettere in piedi dal niente un miracolo imprenditoriale capace di grandissimi numeri, un impegno a conservare umiltà e impegno in prima persona.
Può darsi che la politica abbia rovinato Angelo Villani che ricordo da ragazzo come calciatore stimato e rispettato, sindaco promettente, consigliere regionale e presidente della Provincia di Salerno. Effettivamente Angelo non si é servito della politica per fare il medico e l’imprenditore. Semmai la politica si é servita dei suoi numeri e delle sue promettenti amicizie e consensi, per fare risultato. De Mita lo aveva in grande considerazione, poi lo abbandonò immeritatamente. Ma Angelo non ha preso dalla politica, ha dato! Gli dobbiamo la guida illuminata e rispettata della Provincia, la firma per istituire la facoltà di medicina, uno sguardo di riscatto per tutto il territorio e la forza di contrarre rapporti di stima con la politica romana, sempre per tutto il salernitano. Non pensava a sé Villani, non aveva bisogno di prebende e favoritismi. I suoi risultati imprenditoriali erano così fruttuosi da consentirgli di essere lui a dare agli altri! Che cosa mancava a lui? Niente! Cioè tutto quello che gli ha preso il fallimento: patrimonio, casa, amici, sicurezza in ogni senso, per costringerlo a ritornare a fare il suo lavoro di medico, ripartendo da zero ed arrivando ad essere, oggi, uno tra i più accreditati medici mutualisti che contatta uno per uno i suoi pazienti e risponde a tutti nel giro di minuti! Angelo Villani é stato sempre bravo: bravo calciatore, bravo amministratore e politico, ottimo azionista del gruppo Alvi.
Ci sarebbe da chiedersi come é caduto il Gruppo Alvi? Quale la vera causa? Domanda non impertinente, se si considera che il patrimonio, utilizzato discutibilmente dalla curatela, era intonso e pronto per consentire la scalata ad altri successi imprenditoriali. Chi ha fermato Alvi e Villani? Resta una domanda che aspetta risposta dal Collegio di Appello. Da giudici saggi, attenti al territorio, capaci di percepire le vicende umane e di isolare pressioni, suggestioni e condizionamenti.
Chi osserva si pone tante domande più che sulla vicenda giudiziaria, sulla vicenda societaria e sociale che ha registrato il voltafaccia da parte di gente gratificata ed immeritatamente rispettata. Infatti se devo muovere un rilievo ad Angelo Villani gli dico che é stato sempre troppo buono ed ingenuo nell’accordare troppa fiducia ai suoi collaboratori. Nell’impresa di famiglia ed in politica! Non poche sono state le sorprese negative.
Ma Angelo resta un signore! Non c’era bisogno di ascoltare dalla sua voce la confessione che dopo il crac di Alvi ha dovuto impegnare le fedi nuziali per vivere. Lo sanno tutti che Villani é una persona perbene. Lo sa, chi come me, é stato con fierezza accanto a lui, ha respirato la sua disfatta e ha nutrito il dubbio che era un uomo da ridimensionare.
E poi non é vero che ha perso tanti amici. Ne ha conservato, di quelli che non l’abbandoneranno mai! Nella vicenda Super Alvi ci sono comportamenti e leggerezze operative di banche e di impiegati di banche, il resto deve essere inquadrato nella realtà politica di allora. Angelo Villani non aveva bisogno di mediatori politici. Angelo parlava con Enrico Letta e con Matteo Renzi da amico fidato. Angelo aveva rilanciato il partito cattolico ed aveva contenuti ed argomenti politici forti e convincenti.
Sapeva muoversi e sapeva dosare gli spazi politici, giudiziari ed economici promuovendo con loro tutto il territorio verso un ruolo moderno, produttivo e di qualità, tanto da essere attratto dai grandi circoli politici e imprenditoriali nazionali, forse oscurando chi glie l’ha fatta pagare.
Ma io confido nella lettura attenta dei giudici. Per avere uomini come Angelo Villani ci vuole tempo, la selezione é dura. Come per raggiungere gli obiettivi politici ed umani, ci vuole tanto sacrificio!
Lo sanno bene tutti coloro che non hanno avuto protettori alle spalle. Proprio come quei tanti giudici che hanno sudato e meritato da soli la vittoria del concorso in magistratura!
Per fare un giudice colto, saggio ed affidabile ci vogliono anni e sacrifici.
Per riavere un imprenditore come Angelo Villani ci vuole un’altra vita!
Giudicarlo non consente di prescindere dai sacrifici suoi personali, con cui ha raggiunto quello che non ha più!
Per me resta rispettabile e grande.