Prevenire le alluvioni? Quale è la giusta soluzione? Sulle polizze obbligatorie per le imprese esiste un grave problema , potrebbe esserci il rischio che nei territori dove ci sono problemi, gli industriali non investono più. Una norma inserita nella Legge di Bilancio 2024, riguarda le imprese, escluse le aziende agricole. La polizza cosiddetta anti-catastrofe per le imprese dovrebbe partire dal prossimo primo gennaio 2025 ? Lo ha anticipato il ministro per il made in Italy Adolfo Urso,in un’incontro con le parti sociali ,lo schema di decreto interministeriale , secondo il Ministro Urso,segna «un passo importante verso la messa in sicurezza del nostro sistema produttivo».L’obbligo assicurativo,secondo il Ministro Urso, interesserà tutte le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, relativamente ai danni causati da calamità naturali ed eventi catastrofici a terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali, iscritti nel bilancio aziendale. Sull’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna e le Marche si inaspriscono le polemiche sulle responsabilità come in ogni post emergenza italiana. Scontro sull’assicurazione obbligatoria per le imprese sulla casa contro le catastrofi, dall’altro le tensioni tra il governo e l’Emilia-Romagna sui soldi stanziati e spesi. Lo stanziamento iniziale da parte del Consiglio dei ministri è stato di 24 milioni, 20 milioni per l’Emilia Romagna e 4 milioni per le Marche, per affrontare la prima emergenza. Intanto in Emilia-Romagna e Marche si continua a lavorare incessantemente per pulire dal fango case, strade, capannoni e campi, martoriati dal maltempo .Il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci, uscendo dal Consiglio dei ministri, ha dichiarato : “C’è un confronto aperto, un ragionamento per capire se le compagnie sono disponibili. Noi puntiamo su un partenariato pubblico-privato, poi bisogna decidere se deve essere, come io sostengo almeno nella prima fase, facoltativo”.L’obbligo equivarrebbe ad una “tassa a favore delle compagnie assicuratrici”. Per la polizza obbligatoria per le imprese, nata da un emendamento che ne rinviava l’entrata in vigore di un anno, al 31 dicembre 2025. Non ci sarà alcun rinvio, fa sapere il ministero delle Imprese, come concordato da Urso e Giorgetti. E l’emendamento al decreto Omnibus è stato ritirato. I fondi dati dal governo per la sicurezza idrogeologica all’Emilia-Romagna sono stati circa 580 milioni, risorse destinate alla difesa del suolo in 14 anni con una media di 35-40 milioni all’anno. Sono assegnati dal Ministero dell’ambiente. Per questi fondi sono previsti rendiconti periodici e un report annuale su come sono stati utilizzati. La presidente facente funzione della Regione Emilia- Romagna Irene Priolo,ha spegato che : ‘’è fondamentale distinguere tra le risorse del Ministero dell’ambiente per la difesa del suolo , in ottica di prevenzione dal dissesto, e quelle nella disponibilità del Commissario alla ricostruzione, Francesco Figliuolo, che sono invece per il post alluvione 2023. I soldi a disposizione della Regione Emilia –Romagna in fase di programmazione e per le somme urgenze sono stati tutti utilizzati così come i fondi a disposizione della Regione su fondi Statali per l’importo di 580 mln di euro in 14 anni. Il miliardo e 200 milioni stanziati dall’Ue per il dissesto idrogeologico stanno ancora nelle casse del ministero dell’Ambiente. Poi, dopo l’emergenza di 16 mesi fa, a fronte dei danni subiti di 8,5 miliardi, lo Stato ne ha impegnati solo 3,9, a disposizione del Commissario per la ricostruzione, il generale Figliuolo. Un miliardo era però relativo alla cassa integrazione per le aziende colpite dall’alluvione. Non un euro è stato speso dalle aziende che hanno ricominciato subito a lavorare e quindi sono stati nuovamente stornati allo Stato. Di quei 2900 mln di euro effettivamente disponibili, ad oggi, il Commissario ne ha impegnati 1534’’. Esiste un piano nazionale di difesa idrogeologica di competenza del Ministero dell’ambiente sottolinea la Regione Emilia – Romagna – che preevede interventi in Emilia-Romagna da finanziare con 4,5 miliardi su cui la Regione “non ha ancora avuto risposta”.