da Pietro Cusati (Giurista-Giornalista)

Napoli, 23 settembre 2024. Ricordare  presso le rampe  il giovane giornalista de il Mattino Giancarlo Siani che aveva solo 26 anni quando fu  ucciso dalla camorra, sotto casa  il 23 settembre 1985 è un dovere della  società civile,  di cui oggi ricorre il 39esimo anniversario dalla morte. Le autorità cittadine hanno deposto una corona di fiori in occasione della cerimonia che ha visto la partecipazione di  studenti dell’IIS Siani Napoli,i quali  hanno esposto uno striscione raffigurante la Mehari di Giancarlo e la scritta:’’Non muore mai chi si batte per la verità”.   Alla cerimonia, accanto ai familiari di Giancarlo Siani ,sono state  numerose le  istituzioni presenti.   “Siani è morto fisicamente ma non è morto nel nostro cuore,lo ha detto  il prefetto, Michele di Bari, e siamo chiamati a raccogliere quel cambiamento. Siani è un simbolo affinché gli uomini e le donne di oggi siano capaci di essere nel tempo e nella storia ed è simbolo affinché mai si scelgano le scorciatoie perché la legalità deve essere il faro che ci deve guidare”. La Mehari di Giancarlo Siani si trova da oggi a  Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, ospitata nella Sala della Memoria delle vittime innocenti della criminalità. ‘’Ricordare le vittime , ha detto Paolo Siani, fratello di Giancarlo, è la nostra riposta non violenta alla violenza della mafia, guai se ci fermassimo nel ricordare, la daremmo vinta a loro”. Paolo Siani si è rivolto  alle nuove generazioni, chiedendo loro di “venire qua, di vedere le Rampe , di andare a San Giorgio a Cremano a vedere la sua Mehari e quel muro con 276 fotografie di vittime innocenti. Penso che se iniziassimo a raccontare la mafia dalla parte delle vittime, i ragazzi capirebbero molto di più quanto fa schifo e quanto sia inutile seguire quei modelli sbagliati, modelli di quelli che sembrano invincibili e forti eroi ma che invece sono solo assassini”. Giancarlo Siani nasce a Napoli il 19 settembre 1959 nella casa di famiglia al Vomero e frequenta il Liceo classico Giovan Battista Vico ,diplomandosi con il massimo dei voti.  Iscrittosi all’Università partenopea, inizia immediatamente la propria attività giornalistica dedicandosi principalmente alle condizioni sociali delle zone più emarginate della città. L’emarginazione e il disagio sociale, specialmente tra i più giovani, catalizzano infatti le energie di Siani sia sotto il profilo della ricerca e dello studio della realtà cittadina, sia per le proprie iniziative di denuncia e sensibilizzazione. Non a caso, infatti, il disagio giovanile e le difficili condizioni di alcuni quartieri di Napoli rappresentano fattori ambientali decisivi per l’agire delle organizzazioni camorristiche, soprattutto per il reclutamento  di giovani nelle dinamiche criminali del traffico di stupefacenti.  Su questi temi, Siani scrive i primi articoli per il periodico “Lavoro nel Sud” fino a quando diventa corrispondente da Torre Annunziata, per il Mattino di Napoli. In questo ruolo, Giancarlo Siani si occupa spesso di cronaca nera e di camorra, che gli permette pertanto di ricostruire molte delle relazioni tra famiglie delle consorterie criminali, i loro affari, i loro legami. Siani riesce a rintracciare gli interessi della camorra nella ricostruzione successiva al terremoto avvenuto nel 1980.