La democrazia si costruisce nei partiti.

 

da Salvatore Memoli (avvocato – giornalista – scrittore)

 

La politica stanca. Tutti dovrebbero considerare questa situazione che crea in molti elettori l’attuale politica. Tante le motivazioni di una disaffezione crescente che, oltre ad allontanare dalle vicende politiche, genera  un rigetto cronico. In molti c’è una fase di rifiuto, di allontanamento irreversibile. Tutto questo produce la conseguenza di un allontanamento che si riverbera sul voto. Molti disertano le urne e non vanno a votare da anni, procurando un danno alla democrazia ed alla partecipazione del nostro paese.

Intanto molti politici fanno finta di non accorgersi di quello che avviene, di quel fenomeno di percentuali sempre più basse di votanti, con la conseguenza di falsare i risultati e ridurre le scelte a ripieghi che danneggiano la volontà popolare.

Perché non esaminare questo fenomeno che potrebbe dare la stura a pericolose derive autoritarie?

Come ovviare a questo fenomeno che caratterizza le sorti di molte democrazie internazionali?

Le soluzioni non sono univoche e tantomeno valide per tutti. In Italia bisogna considerare la storia dei moventi politici, legate ad una fase significativa di lotta antifascista, di un riverbero di  resistenza che faceva fremere gli elettori, immersi nel sogno di una democrazia intesa come prospettiva di  costruzione di una comunità della partecipazione.

La stessa garanzia democratica contro tutti i fascismi stranamente genera sicurezze di diritti che sembrano inattaccabili. Ma non é così! Ogni abitudine crea assuefazione ed ogni assuefazione produce cancrena in democrazia. Le cancrene sono tante, la più grave é quella di pensare che spetta agli altri risolvere i problemi. Prima l’attesa degli elettori era tutta collegata ad un’idea di civiltà futura in cui il cittadino occupava il posto centrale di tutta la macchina democratica. I cittadini elettori costruivano una realtà sempre più somigliante ad un disegno politico fortemente impregnato di ideologie fondate sui bisogni reali, ordinati secondo parametri di essenzialità ed aggiornati in relazione allo sviluppo democratico e sociale della comunità. Fulcro di ogni attività politica era la vita dentro i partiti, intesi come organizzazioni sociali, tutelati dalla Costituzione, a cui tutti partecipavano apportando energie importanti e mutuando insegnamenti e priorità democratiche che aiutavano a costruire la democrazia. Dunque la partecipazione popolare a qualsiasi partito  é la risposta indispensabile per mantenere in vita un impegno democratico che esalta la partecipazione, l’idealità politica, la forza di scelte condivise.

Partiti politici, senza la base degli iscritti, dei sostenitori, di coloro che portano avanti idee ed ideologie sane, vitali, essenziali, sono l’anticamera del suicidio della democrazia della partecipazione.   Sono la fine dello stato democratico!

Tesseramenti falsi, tesseramenti pilotati da dirigenti di partito, non garantiti da un accesso libero e trasparente, non legittimano nessun partito, non garantiscono nessuna scarica di orientamenti genuini.

Partiti politici, senza formazione, senza arruolamento di giovani, senza spazi culturali vivi, sono il cancro fi una democrazia putrescente.

Non credo di essere il solo ad intuire queste cose. Altri lo capiscono meglio di me e saprebbero attuare soluzioni credibili per invertire una tendenza lenta ed irreversibile di morte dei partiti.

Il movimentismo politico, per quanto irrazionale, di pancia ed emotivo  é la prova che i cittadini cercano le risposte ad una chiusura degli stessi partiti, sempre più chiusi in una difesa di uno status quo che garantisce gli attuali mediocri che si sono garantiti le leve del potere.

Il movimentismo non é una soluzione ma una start up, occorre convertire tutto in un programma vero di formazione delle future classi dirigenti e dei sostenitori che  crescono insieme alle strutture dei partiti.

Formare significa investire. Ai migliori bisogna garantire gli spazi per un impegno democratico che dovrà ossigenare tutta la Politica.

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