Aldo Bianchini
SALERNO – Nella incresciosa vicenda “Salvini – Open Arms – Magistratura” c’è un problema di fondo che nessuno evidenzia e di cui nessuno ne parla.
Salvini, a torto o a ragione, non ha commesso un reto perseguibile in sede penale e da libero cittadino sul territorio italiano e, quindi, da assoggettare alla competenza ed al giudizio del suo giudice naturale; Salvini ha semplicemente messo in atto un decreto governativo a difesa dei confini nazionali, come ministro dell’interno, vallato finanche dal presidente del consiglio dei ministri dell’epoca (anno 2018) avv. Giuseppe Conte (Mov 5 Stelle) distante milioni di chilometri sul piano politico dall’allora ministro del suo governo, in rappresentanza dell’unanimità di palazzo Chigi.
Il problema, quindi, è più di natura e competenza internazionale che di un PM palermitano il quale in maniera assolutamente filosofica, richiamando “il diritto alla vita di ogni singolo cittadino del mondo”, si è letteralmente inventato una serie di reati riconducibili sotto la sua competenza pur di mettere alle corde l’attuale vice premier e ministro delle infrastrutture.
Se, in sede collegiale del processo pubblico in atto, dovesse passare questo concetto sarebbero guai per tutti, finanche per il Governo che non solo dovrebbe sottostare alle decisioni della Corte Costituzionale ma, di volta in volta, anche di un PM che si sveglia in una qualsiasi Procura d’Italia e, pur non bocciando direttamente i suoi provvedimenti, preme in maniera indebita sull’azione complessiva dello stesso Governo intrappolando, a turno, i suoi ministri.
Nella fattispecie Salvini, come dicono in ogni parte del mondo, è vittima i “una follia filosofica” di un singolo PM che veste all’improvviso le vesti non solo della sua Procura ma anche quella del Tribunale dei Ministri o, peggio, del Tribunale Internazionale dell’AIA.
«Quel pazzo pubblico ministero dovrebbe essere lui quello che va in prigione per 6 anni, questo è pazzesco». Lo ha scritto su X Elon Musk commentando la richiesta del pm di Palermo. Il fondatore di Tesla è intervenuto sul social di sua proprietà commentando il post di Ashley St. Clair, giornalista militante della destra statunitense: «La magistratura italiana – scrive la St. Clair – chiede sei anni di carcere per Matteo Salvini per il “sequestro di persona” perché ha osato fermare le navi delle Ong che cercavano di sbarcare altri migranti in Italia. Persecuzione politica per aver garantito la sicurezza e la sovranità del suo Paese». (Fonte Il Mattino del 15.0.24). Questo nel segno dell’ennesimo pessimo messaggio di giustizia che offriamo al commento negativo di segmenti importanti del mondo che ci osserva.
Per quanto mi riguarda non è la classe di alcuni PM a subire pressioni dal governo, ma è al contrario: e come si fa, dunque, a distorcere anche questo assunto intoccabile quando da un lato c’è la segretaria del PD che blatera sempre e comunque, e dall’altro l’Associazione Nazionale Magistrati con dichiarazioni isteriche che “minano la fiducia nelle istituzioni democratiche e costituiscono indebite forme di pressione sulla politica”; esattamente il contrario di quanto la stessa ANM strombazza ad ogni stornir di fronde.
Il problema è che così non andiamo da nessun parte, ma necessita trovare una soluzione: “per questi casi di controversie internazionali sarebbe meglio dichiarare lo stato di guerra per sottrarre ad alcuni PM anche, se non soprattutto, l’autonomia di interpretazione filosofica della legge” che spesso induce la pubblica accusa a tracimare dai suoi compiti istituzionali.
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