TRUMP – HARRIS: sfida su binari paralleli e convergenti

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Se la candidata alla presidenza degli USA, avv. ed ex procuratrice della California KAMALA HARRIS durante il discorso di accettazione della “nomination” democratica di Chicago non avesse pubblicamente definito Trump un riminale aggiungendo che Lei i criminali li conosce bene in forza del lavoro di procuratrice svolto per tanti anni, forse Donald Trump non avrebbe potuto, più di tanto, prendersela con i democratici, definendoli ispiratori morali, per questo secondo attentato.

Ho seguito con molta attenzione gli interventi dei vari opinionisti politici nazionali in questi ultimi giorni sui grandi talk-show sia delle reti generaliste che di quelle commerciali; purtroppo nessuno ha ricordato, né a destr e né a sinistra, quella gravissima frase della Harris.

Anche perché quella gravissima affermazione oggi rappresenta la più classica delle cartine di tornasole per quello sciagurato del tycon da 6 miliardi di dollari.

Voler a tutti i costi andare alla ricerca di chi ha cominciato per primo, pur ammettendo che sia stato Trump, potrebbe apparire come appare abbastanza ridicolo in quanto da secoli dibattiamo su chi è nato prima l’uovo o la gallina.

Sicuramente una candidata seria alla presidenza USA non può permettersi di chiamare “criminale” l’avversario; non l’hanno fatto in passato la Clinton e lo stesso Biden e neppure gli Obama; tanto per essere precisi nel ricordo.

Di recente ho scritto che già nei mesi di gennaio e febbraio di quest’anno buon parte delle single-home di Palm Beach (dove mi trovavo presso l’abitazione di mio figlio) esponevano striscioni giganteschi solo pro Trump; un cosa che da noi sarebbe incredibile. Da noi esistono manifesti grandi e piccoli ma tutti sistemati in luogo pubblico; nessuna casa si espone così tanto per esporre uno striscione e/o un manifesto pro e contro.

Ma ormai l’America è in dirittura d’arrivo verso le elezioni del prossimo primo martedì di novembre; i risultato dipenderà dalla cosiddetta “pancia dell’America” che non è quella visibile nelle grandi metropoli, piuttosto quella più reale, più difficile e meno conosciuta che oltretutto differisce da stato a stato dell’immenso territorio nord americano.

Oltretutto in queste ore di lunghi dibattiti televisivi è venuto a galla che dopo pochi minuti dall’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 l’allora ancora presidente Trump fu trascinato nel bunker della Casa Bianca (come abbiamo visto in molti film di Gerard Buttler) dove rimase per alcune ore e quindi senza avere alcuna possibilità di fermare l’assalto; e così cadrebbe anche un’altra farneticante accusa lanciatagli contro dai democratici e da quella scatenata ex presidente della camera dei rappresentanti degli USA Nancy Pelosi.

Bisogna aspettare, l’America è il Pese dove si spara facilmente ma si s votare di gran lunga meglio che in ogni altra parte del mondo.

Sicuramente sarà un sfida che si svolgerà su binari paralleli e convergenti; ovvero dopo il voto entrambi i candidati se eletti farebbero le stesse cose.

NOTA: le foto pubblicate sono state scattate direttamente dal sottoscritto.

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