LUNGOMARE & PORTI: interviene l’ammiraglio Perillo

 

Aldo Biaanchini

 

SALERNO – Prende quota la discussione sui Porti di Salerno e sulla nuova Lungomare, opere ipotizzate nell’ambito del più vasto programma di restaurazione e ristrutturazioni avviato dalla Regione Campania; interviene sulla vicenda, ed in risposta al mio precedente articolo del 7.9.24, l’ammiraglio Gaetano Perillo che offre alla discussione un importante contributo.

Prima di andare avanti è giusto, però per l’ennesima volta quale era il vastissimo programma di opere strutturali ideate dal laboratorio laico e di sinistra (socialista !!) partendo dai lavori di prolungamento del trincerone ferroviario:

“”… il terzo lotto (collegamento del trincerone alla tangenziale di Salerno), essenziale per il macro programma socialista, deve essere considerato un paletto indispensabile per la grande progettazione, denominata “la nuova Salerno”, dal punto di vista urbanistico sotto la responsabilità amministrativa dell’ufficio tecnico comunale retto all’epoca dall’ing. Felice Bottiglieri e dall’arch. Bianca De Roberto dai quali attendo precisazioni e, perché no, anche eventuali contestazioni … in quell’epoca feconda della politica socialista furono realizzati anche lo stadio Arechi, il corso da re, il teatro verdi, la cittadella finanziaria e avviate tante altre opere come la Lungoirno, la cittadella giudiziaria, l’interporto di San Nicola Varco. il prolungamento della tangenziale fino all’interporto passando per l’aeroporto, la strada Aversana a scorrimento veloce, il nuovo porto commerciale  raso nel mare di Eboli, la vera metropolitana di Salerno, la sub-way dal porto fino alla foce dell’Irno, il nuovo lungomare con sottopiazza commerciale, il nuovo porto Masuccio Salernitano, l’inceneritore, la ristrutturazione dello stadio Vestuti, il ripascimento delle spiagge e della litoranea, la strada Cilentana da Btatipaglia fino a Ceraso e prolungamento verso Palinuro, la strada Bussentina da Buonabitacolo a Policastro, la Fondovalle Calore che da Eboli attraverso la Valle del Calore doveva raggiungere Omignano e da lì con due diverse bretelle collegarsi all’A2 ad Atena Lucana ed anche a Vallo della Lucania, io collegamento autostradale in galleria da Mercato S.S. ad Eboli per baipassare il nodo di Fratte, la strada ferrata per collegare Salerno all’Università, ecc. ecc., …””

Tutte opere che se in grana parte vennero progettate da studi privati, nella loro totalità passavano al vaglio di quell’ufficio tecnico comunale dell’epoca che non oppose mai alcuna riflessione negativa.

Post dell’ammiraglio Perillo:

 

Egr. Direttore, Non ho avuto modo di conoscere i dettagli del progetto a suo tempo redatto nel 1991 dagli ingegneri Galdi e Amatucci e tantomeno le motivazioni, di natura giuridica, o di altro tipo, che ne impedirono la realizzazione. Da quanto richiamato nell’articolo si trattava indubbiamente di un’opera di vaste proporzioni che interessava un fronte mare esteso dall’area occidentale della città fino al litorale di Eboli marina, individuato quale sito per la delocalizzazione del porto commerciale, e andava così ad incidere anche su zone dell’entroterra di pertinenza di altri comuni limitrofi.
L’altro importante intervento che caratterizzava quell’idea di ristrutturazione del lungomare di Salerno consisteva nell’allargamento del porticciolo Masuccio Salernitano a cominciare dalla foce dell’Irno fino al limite del molo foraneo del porto commerciale allora esistente.
Come dicevo, non conosco, – ma neanche ne sono particolarmente interessato – le ragioni del mancato concretizzarsi di quel progetto. Mi crea invece qualche perplessità la notizia che si starebbe per riesumare quell’idea, sia pura limitatamente all’ampliamento del Masuccio Salernitano. Sembra di capire che ci sia un velleitario proposito di “oscurare” Montecarlo, creando in similitudine, ma con spazi maggiori, affacci a mare completamente pullulanti di barche da diporto, natanti ad uso turistico, lussuosi yacht battenti bandiere di tutto il mondo, ecc.
Intanto, spero che prevalga il buon senso e non si riaffacci ancora il proposito di delocalizzare il porto commerciale. Operazione ancora più onerosa nelle condizioni date, vista la sua consistente posizione ormai raggiunta nel mondo della portualità, nonostante le note limitazioni del retroporto, della viabilità di accesso e della mancanza di raccordi ferroviari. Quanto agli approdi e ormeggi di natanti da diporto direttamente nello secchio d’acqua antistante il lungomare, non credo che sarebbe un risultato accettabile oscurare completamente alla vista la linea d’orizzonte sul mare, che, specie nelle giornate di maggiore visibilità, abbraccia le due estremità dell’ampio golfo di Salerno. Senza scomodare Montecarlo, basta recarsi a La Spezia e constatare quanto limitante sia in tal senso la presenza di barche da diporto tutte ormeggiate o alla fonda davanti al lungomare di quella città, qualificabile ormai quasi come una lunga banchina di ormeggio.
Restando nel tema, c’è una ulteriore notizia in rete circa l’intento dell’Autorità Portuale di “riprendere” spazi nel Sottopiazza della Libertà e creare una banchina per l’approdo di barche e yacth turistici e nuovi servizi e strutture per i diportisti e i viaggiatori. Praticamente, ad occidente un altro porto turistico interfacciato ad oriente con il Masuccio Salernitano (da lasciare invece così com’è!!). Tenuto anche conto di tale progetto, nonché della realtà consolidata nel settore del porto Marina d’Arechi, ritengo non plausibile ulteriori aumenti delle capacità ricettive degli scali turistici a Salerno, salvo ottimistiche ma davvero realistiche previsioni di future saturazioni di scali e di approdi a destinazione turistica. Ultimo quesito da porsi: come potrebbe convivere il previsto ripascimento del lungomare fino alla spiaggia di Santa Teresa con il Masuccio allargato e con le acque interne occupate da numerose barche? – F.to: Gaetano Perillo

 

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