AMERICA: under attack, 23 anni dopo … con tanti misteri

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Non è soltanto l’Italia il bel paese in cui può accadere tutto e di più con storie inverosimili avvolte in inestricabili misteri, che fin dagli albori della 1^ Repubblica siamo spinti tutti a far passare come “misteri di Stato”.

Anche l’America (ovviamente alludo gli USA) non si sottrae a questa logica perversa ed anche lì, forse più che da noi, esistono i famigerati “segreti di Stato”.

Per meglio capire ciò che voglio dire è sufficiente pensare all’uccisione dei fratelli Kennedy negli anni ’60 ed all’attentato terroristico contro le due torri gemelle di New York, al Pentagono, ed all’areo caduto precipitato, grazie alla ribellione dei passeggeri a bordo, in Pensilvania (forse diretto contro la Casa Bianca) che costrinse la sicurezza del presidente Bush a mettere sull’air force one il presidente per sospenderlo in volo per oltre nove ore nell’attesa di capire cosa stava accadendo.

Insomma, non per qualche minuto ma per diverse ore, il sistema di controllo aereo (molto sofisticato tecnologicamente) ed addirittura l’apparato dello scudo spaziale tenacemente voluto da Ronald Reagan, praticamente resi inoffensivi chissà da quale diavoleria inventata da Osama bin Laden oppure da qualche talpa ben inserita nel sistema di sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America.

Tutto questo è accaduto ben 23 anni fa in quel famoso 11 settembre 2001 intorno alle ore .00 del mattino a New York; ed ancora non ci sono state risposte seriamente credibili.

Comunque il risentimento di tutti gli americani per quanto accaduto mise in moto la mostruosa caccia all’uomo che si concluse con la cattura e l’uccisione di Bin Laden nella notte tra il 1° e il 2 maggio 2011:

  • La notte del 1º maggio 2011 Bin Laden venne ucciso in un conflitto a fuocoall’interno di un complesso residenziale ad Abbottabad, in Pakistan, da componenti del DEVGRU (noto originariamente come SEAL Team Six) degli Stati Uniti e da agenti della CIA nel corso di un’operazione segreta ordinata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Poco dopo la sua morte, il corpo di Bin Laden fu sepolto in mare. Al-Qāʿida confermò la sua morte il 6 maggio, giurando vendetta.

Ma anche qui il mistero regna sovrano; non esiste un solo foto ufficiale di Osama morto; ma solo quella di un corpo avvolto in un telo bianco che scivola verso le onde dell’oceano indiano da una delle tante portaerei statunitensi; dall’entourage della Casa Bianca si disse che motivi di sicurezza nazionale avevano impedito la pubblicazione delle foto comunque scattate durante il blitz delle forze speciali.

Più di tremila i morti sotto le torri gemelle; nonostante il dramma e il dolore l’America seppe riemergere subito dagli effetti della tragedia e dello sconforto e riprese il suo cammino.

“”Aveva perfettamente ragione il comandante in capo della flotta navale giapponese, Isoroku Yamamoto, quando qualche minuto prima di sferrare l’attacco contro la flotta statunitense del Pacifico, di stanza a Pearl Harbor, nella mattinata del 7 dicembre 1941 confidò ad uno dei suoi più fidati ammiragli che: l’attacco avrà l’effetto di una puntura d’ago sul dorso di un elefante””.

 

 

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