da Angelo Giubileo (avvocato – filosofo)
Qualche anno fa, l’opinione controcorrente dell’ex ambasciatore Sergio Romano riguardava l’ipotesi che la situazione ai tempi della Guerra Fredda fosse stata migliore e più facile da gestire rispetto all’attualità di allora.
Un’attualita’, quella di circa un trentennio, iniziata e spinta da una potente macchina globalizzatrice, a guida statunitense.
Attraverso i conflitti odierni – e in particolare russo-ucraino e nei territori mediorientali, questi ultimi pressoché da sempre teatri di guerre – la situazione internazionale è evidentemente mutata e precipitata.
Così che, oggi, lo scacchiere internazionale vede schierati da una parte gli USA e il blocco degli Stati d’Occidente, e dall’altra Potenze quali la Russia, la Cina, la Corea del nord, l’Iran e un’organizzazione, i BRICS, che contano oggi almeno dieci grandi Stati.
E, rispetto all’epoca della Guerra Fredda, con un serio rischio in più da gestire, quello dell’arma nucleare.
Una situazione certamente più complessa, che rende più difficile e complicato un patto di equilibrio politico ed economico.
A pochi mesi dalla morte di Henry Kissinger, potrebbe ritornare estremamente utile agli Stati e alle Ambasciate di tutto il mondo rileggere la sua opera di analista, in merito alla visione fondata sull’abbandono dei principi etici e il ripristino delle regole di equilibrio, in versione aggiornata, così come sperimentate dal sistema e quindi dal Patto di Vestfalia in poi.