Aldo Bianchini
SALERNO – “La sagra chiude in anticipo, sorpresa a Felitto”, titola così il quotidiano Il Mattino di sabato 24 agosto scorso per annunciare la chiusura anticipata della mitica sagra del fusillo di Felitto, noto almeno su tutto il territorio nazionale.
“… Una notizia giunta improvvisa, quasi sussurrata, si è diffusa in paese: la sagra avrebbe chiuso in anticipo. Una notizia che ha lasciato tutti increduli. Gli organizzatori, con il cuore pesante, hanno dovuto confermare la notizia: la Pro Loco, dopo anni di impegno e dedizione, ha dovuto cedere all’inatteso. Controlli dei Nas in corso, dicono, ragioni di sicurezza che restano nebulose, ma tali da spegnere le luci della festa prima che la notte potesse vederle brillare. Felitto si è riscoperta più unita che mai. La sagra del fusillo tornerà, questo è certo. Tornerà più forte, più sentita, e forse con una nuova consapevolezza: quella che ogni attimo, ogni piatto condiviso, è un dono che non va mai dato per scontato. Perché la Sagra del fusillo è questo: una tradizione che da ben 47 anni non si arrende e resiste, una storia che non conosce la parola fine …”, questo uno stralcio dell’ottimo articolo di Carmela Santi che, ovviamente, non va manco di un millimetro oltre la notizia ufficiale.
La storia è lunga e si ripete con impetuoso furore perché in pratica le sagre estive sono diventate tutte ristoranti all’aperto con il favore di non rispettare alcuna norma igienico-sanitaria come quelle imposte ai normali ristoranti. Un assurdo avallato da compiacenti ASL che, sulla spinta di una politica interessata solo ad accalappiare voti, ha reso non obbligatorio il possesso del tesserino di idoneità igienico-sanitaria (il certificato di sana e robusta costituzione) alla preparazione e somministrazione di cibi e bevande a terzi, ancorchè all’aperto.
La sorpresa, declamata da Il Mattino, non è nella chiusura della sagra del fusillo di Felitto ma nella mancata chiusura di quasi tutte le sagre sparse sul territorio provinciale che attingono a contributi economici pubblici senza neppure depositare i prescritti bilanci consuntivi presso gli Enti dai quali è stto ricevuto il contributo pubblico.
Non contano un fico secco i 47 anni di storia della “sagra del fusillo di Felitto” (che tra l’altro è la più lunga in termini di giorni – quella di quest’anno dal 13 al 23 di agosto – undici giorni, caso davvero anomalo), conta invece il modo in cui vengono sperperati soldi pubblici sia d amministrazioni di sinistra che di destra.
Negli anni 2007-2008, amministrazione provinciale Villani, sollevai un polverone per la storia delle irregolarità organizzative-documentali-sanitarie di tutte le sagre del territorio provinciale; lo feci anche per soccorrere i ristoratori che vengono palesemente danneggiati dalle sagre, ma nessuno si mosse.
Ricevetti soltanto la solidarietà dell’allora vice presidente della Provincia dr. Gianni Iuliano (ex senatore ed oggi sindaco di Bracigliano) che d’imperio sospese il pagamento di tutti i contributi economici in attesa di un ferreo regolamento. Apriti cielo, si scatenò l’inferno e qualche assessore di quella giunta arrivò al punto di dichiarare che tutto stava avvenendo per colpa mia, definendomi un povero giornalista in cerca di notorietà spicciola.
Finì, naturalmente, a tarallucci e vino; Iuliano lasciò l’incarico e tutto finì nel dimenticatoio dei cassetti più oscuri della politica nostrana.
Oggi si svegliano i NAS da un lungo torpore; c’è solo da sperare che allarghino lo sguardo su tutte le pericolose sagre estive.