SAN ROCCO: un uomo, un sacerdote e un Santuario

 

Aldo Bianchini

SASSANO – “Un uomo solo è al comando, la sua maglia è l’abito talare, il suo nome è Don Otello Russo”; parafrasare la famosa radiocronaca (del mitico Mario Ferretti per commentare la tappa Cuneo-Pinerolo del giro d’Italia di ciclismo; tappa vinta dal campionissimo Fausto Coppi in quella magica giornata della storia del ciclismo; era il 10 giugno 1949 e Coppi giunse al traguardo con oltre 11 minuti di vantaggio su Gino Bartali) è la rappresentazione più plastica di come un uomo diventato sacerdote corre la sua corsa solitaria per il bene della comunità di fedeli e vincere.

Probabilmente la mia fantasia giornalistica può anche apparire eccessiva, ma alcune sere fa osservando attentamente anche le minime movenze del parroco di Sassano, don Otello Russo, mi è parso di vedere sul sagrato della chiesa di San Rocco ora divenuto Santuario un uomo, un sacerdote e un campionissimo solitario ma caparbio e tenace fino al punto di trasformare una cappella in una chiesa per farla, poi, consacrare in un santuario.

Impresa ciclopica mai riuscita a nessuno nel Vallo di Diano; impresa condotta da anni e per anni nell’intricato mondo della burocrazia, dei lacci e lacciuoli, degli ostacoli insormontabili, delle pesanti difficoltà economiche, delle congiure disumanizzanti e dei chiacchiericci malefici e disarmanti; impresa condotta da solo con grande e stoico impegno per una corsa sempre al massimo verso l’obiettivo finale: il Santuario Diocesano di San Rocco.

Un Santuario che, guarda caso, sorge su un lembo di terra rientrante nel Comune di Monte San Giacomo che si infila, come una spada, in pieno territorio sassanese; anche questa difficoltà ha dovuto superare don Otello per amore di San Rocco che è e rimane una sacrosanta festa sassanese, anzi la più sentita e seguita festa sassanese.

Il Vescovo S.E. padre Antonio De Luca, con la sua riconosciuta saggezza e capacità dialettica, non a caso proprio all’inizio della sua breve, ma precisa e penetrante, omelia ha fortemente evidenziato la figura del parroco don Otello quale unico – silenzioso e accanito propugnatore della consacrazione di una chiesa in Santuario; e lo ha fatto prima ancora di salutare le autorità presenti, la sindaca di Monte San Giacomo Angela D’Alto e l’esponente del Comune di Sassano.

Ho girato lo sguardo verso la prima fila della moltitudine dei fedeli presenti; prima fila piena di sacerdoti che assistevano alla celebrazione guardando, verosimilmente, verso il confratello che seduto alla destra del Vescovo attendeva il suo momento, rimanendo composto e rigidamente vincolato al suo giuramento di obbedienza che da Lui è vissuto come la vera sacralità della Chiesa Cattolica.

E il suo momento, infine, è arrivato; si è alzato lentamente e con grande enfaticità ha fatto quei pochi passi che lo dividevano dal microfono; pochi passi durati un’eternità, commosso fino all’inverosimile; pochi passi sufficienti per liberarsi da un’ossessione, dalle polemiche, dalle velenose accuse e dal tempo che passava inesorabilmente; pochi passi per leggere il Vangelo della liberazione.

E poi la voce, roca, irriconoscibile e preda dell’emozione; ma ha letto con una capacità quasi teatrale che ha preso tutti i presenti; poi il ritorno al suo posto dove è rimasto immobile dopo aver compiuto un gesto di grande sottomissione inchinandosi dinanzi al Vescovo della sua diocesi.

Il sogno, quel sogno per il cui raggiungimento è stato supportato da pochi ma affidabili fedeli, quel sogno si è trasformato in realtà.

Ora alla comunità sassanese non resta che tributargli i dovuti riconoscimenti e ringraziamenti; l’uomo diventato sacerdote e poi parroco ha saputo creare dal nulla un Santuario Diocesano ben diverso dai tanti santuari normali presenti anche nel Vallo di Diano.

One thought on “SAN ROCCO: un uomo, un sacerdote e un Santuario

  1. Complimenti innanzitutto a Don Otello per la tenacia dimostrata e a Aldo Bianchini per l’articolo; le sue parole, precise e inequivocabili, sottolineano i pregi del nostro parroco.
    E diciamole anche le cose belle! Fanno bene a tutti.

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