P.S.I.: da Servalli a Quaranta … ci manca solo Zambrotti

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Continua la carrellata di personaggi in movimento verso le Regionali 2026 (ci sarà un rinvio di almeno sei mesi rispetto alla scadenza naturale di settembre 2025); personaggi legati in un modo o nell’altro con il Partito Socialista Italiano (PSI) che il segretario nazionale avv. Enzo Maraio intende allargare dando ospitalità nelle sue eventuali liste a tutta la merce umana possibile senza tenere minimamente conto delle storiche essenze socialiste che caratterizzano da sempre l’essere socialista, quel socialista che si inebria al profumo dei garofani senza farsi coinvolgere, come accaduto in passato, nella torbida spirale di tangentopoli.

Negli ultimi articoli ho parlato di Enzo Servalli (sindaco in carica di Cava de’ Tirreni) a caccia spietata di una candidatura in qualsiasi lista essa possa maturare, anche a destra.

Oggi è il turno di Domenico Quaranta, già a lungo sindaco di San Petro al Tanagro, il cui cognome è tutto un programma socio-storico-politico di un tempo che fu soprattutto nel comune valdianese che per decenni è stato una sorta di “sacrario socialista” ideato, diretto e governato da un gigante della politica locale quale fu Enrico Quaranta, forse per certi versi anche eccessivamente mitizzato rispetto alla qualità (culturale, sociale, politica) che si richiede, come merce di scambio, per un personaggio che ha catalizzato una enorme messe di voti, elezioni dopo elezioni.

Il nipote Domenico ha sicuramente governato bene la sua comunità anche se non ha mai evidenziato (giustamente !!) i duri tratti caratteriali dello zio che più che convincere gli avversari li aggrediva e li asfaltava.

Per la sua buona capacità di mediazione e per i riflessi che questo aspetto ha avuto nella sana gestione della cosa pubblica comunale il dr. Domenico Quaranta deve essere annoverato tra i pochissimi che hanno il pieno diritto alla candidatura nel PSI per le prossime regionali.

A voler ricercare il classico “pelo nell’uovo” anche per lui è quello che agli occhi degli osservatori esterni appare come una “congenita sudditanza psicologica” nei confronti del re dei re socialisti: Enrico Zambrotti da San Pietro al Tanagro, un personaggio che potrebbe facilmente essere accostato alla figura del cardinale Armand-Jean du Plessis, cardinale di Richelieu (consigliere occulto di Luigi XIII); ma, è bene precisare, che l’accostamento è limitato soltanto alle capacità politiche e di mediazione del citato personaggio storico.

Enrico Zambrotti è ritornato sulla poltrona di sindaco di San Pietro da poco e subito, rispolverando le sue ben note capacità di dominio della politica locale, ha prima bloccato la Comunità Montana per poi aprire una soluzione assolutamente stringente che dovrebbe avere la sua consacrazione questa sera in seno la consiglio della C.M. per l’espressione del Presidente e della Giunta.

Se le voci saranno confermate, Zambrotti ha fatto quello che ha voluto in tutti i sensi; ha fatto ampliare il numero degli assessori, non ha delegato nessuno del suo comune ed ha, infine preteso che venisse confermata la poltrona di assessore con la didascalia di “esterno” per Antonio Pagliarulo; il tutto in forza di una fantomatica variazione dello statuto che, anche se esistente, appare come una violazione dell’etica politica ben al di là delle vigenti disposizioni di legge. Ci sarà l’eclatante voto contrario di Sala Consilina ? Vedremo.

Intanto c’è già chi dice che il nome di Enrico Zambrotti potrebbe essere ripescato anche per la candidatura per le regionali; per lui sarebbe l’occasione della vita, forse anche meritata; per i due consiglieri regionali in carica (Matera e Pellegrino) rappresenterebbe davvero uno spauracchio senza fine. Soprattutto se continua l’accordo con il vero stratega politico comprensoriale dr. Vittorio Esposito che da stasera dovrebbe ritornare ad occupare la poltrona di presidente della Comunità Montana.

Ma la storia, ovviamente, continua.

One thought on “P.S.I.: da Servalli a Quaranta … ci manca solo Zambrotti

  1. Personaggio sopravvalutato. Nemmeno fosse un demiurgo! Ma chi è un padre costituente? Mi dispiace che i media locali ancora lo incensano acriticamente non documentandosi su chi sia davvero Avrebbe capacita’ di mediazione? Capacità di imposizione semmai!Che squallore! Riproporre consunti metodi che non fanno altro che alimentare disaffezione verso la politica. Ricorrere sempre a sotterfugi o miseri escamotage trascurando la minima progettualita’. Non se ne può più’. Il mondo cambia a velocità dirompente e sconvolgente, ma la classe politica del Vallo di Diano si fa manovrare sempre da questo figuro che mira solo al mantenimento del suo regno di potere rendendosi avulso da tutto.Capacità di tracotanza non di autorevolezza. La sua elezione è stato un sopruso in piena regola, paragonabile ad un atto autoritario. Senza esagerazioni. D’altronde come sostiene Isaia Sales, ex politico di rango e fine intellettuale, l’autoritarismo si manifesta in democrazia attraverso il controllo di cospicui pacchetti di voti. Zambrotti ne è la massima espressione. Cito un elemento al riguardo.San Pietro Al Tanagro ha da sempre un elettorato di centrodestra maggioritario in ambito politico che in occasioni delle tornate amministrative si sgretola . Secondo voi perche’? Così come molti esponenti della amministrazione Zambrotti sono da sempre riconducibile all’area di destra. Su tutti Pagliarulo, berlusconiano di stretta osservanza, che quando si candidò al comune nel 2009 sotto le insegne del Pd fece inserire sotto il suo nome la dicitura indipendente. Per la serie non mi riconosco nel Pd ma mi candido comunque perché ho più possibilità di essere eletto! Riguardo all’ipotesi di una candidatura di Zambrotti alle regionali , posso affermare che non ci sarà,perché l’interessato e’ consapevole di non avere la minima chance di elezione.Si muove solo se certo del risultato . Simbolo di una politica vecchia non solo anagraficamente. Quaranta poi, coltiva delle velleità legittime e pericolose. Dove pensa di andare con un partitino-associazione che si illude di sopravvivere malgrado gli insuccessi inanellati di continuo? Che si aggrappa pervicacemente a Matteo Renzi uno dei massimi responsabili del declino italiano? Qui si tratta di vivere fuori dal mondo! Si dimostra un pragmatismo solo per il perseguimento degli interessi personali non nell’affrontare i veri problemi del territorio.
    Oltre ad ottenere una buona performance personale dovrebbe sperare che la sua lista vada bene ma ciononostante si troverebbe a fronteggiare una concorrenza esterna molto quotata ( Pellegrino e Matera) ed una interna non certo poco competitiva

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