Mister volare,Domenico Modugno,il padre de cantautori Italiani,tun talento innato, un artista che ha avuto successo così nella musica e nel teatro, era nato a Polignano a Mare (Bari) ,il 9 gennaio 1928, morì a Lampedusa il sei agosto 1994. è stato un rivoluzionario eccezionale che ha cambiato le regole della canzone italiana con la musica Folk , all’inizio della carriera,parlava il dialetto salentino. Un cultore del dialetto, che considerava lo strumento espressivo naturale degli italiani, che usava con naturalezza il napoletano e che ha lasciato una grande canzone “in lingua” come “Resta cu’mme”, diventata un classico della musica di Napoli. Dopo aver imparato a suonare la chitarra e la fisarmonica dal padre Cosimo, compose la sua prima canzone a soli 15 anni. Una passione la sua, che gli fece sentire stretto il piccolo paesino natale .A 19 anni fuggì a Torino. La sua fuga, però, non durò molto, il tempo di diventare gommista in una fabbrica e tornare per il servizio militare proprio da dove era scappato. Partecipò a un concorso per attori al Centro Sperimentale di Cinematografia e vinse anche una borsa di studio come migliore allievo della sezione di recitazione. Un uomo poliedrico, che si interessò di musica, cinema e teatro. Un uomo coraggioso e sognatore. Un uomo che con la sua musica, ha saputo trasmettere grandi emozioni. Al Festival di Sanremo del 1958 ,cantò la canzone “Nel blu dipinto di blu” e cambiò per sempre il corso della canzone italiana, spalancando le braccia durante il ritornello .Con la canzone “Volare”, Modugno è stato il primo cantante pop italiano a conquistare prima l’America e poi il mondo intero, il primo a vincere un Grammy, il primo artista veramente internazionale che non fosse un tenore specializzato in arie d’opera o canzoni napoletane. Eletto prima alla Camera dei deputati con i Radicali, diventò Senatore nel 1990 impegnandosi nella difesa dei diritti dei disabili. E’ stato Presidente del Partito Radicale . Fu impegnato in una durissima lotta per le condizioni disumane nelle quali erano detenuti i pazienti dell’ospedale psichiatrico di Agrigento, riuscendo nel 1988 a far chiudere l’ospedale e dedicando ai ricoverati un concerto.