La cultura in fiamme e la politica che resta a guardare

dal dr. Vincenzo Mele (giornalista)


La settimana che volge al termine ha visto il comparto artistico-culturale in serio pericolo in Italia con la politica italiana che resta ferma senza risolvere i problemi, talvolta pensando che alcuni problemi possano essere capricci e non delle reali esigenze per fini artistico-culturali.

Partiamo dal famoso sit-in di Claudio Gubitosi, storico ideatore del Giffoni Film Festival, davanti alla sede del Ministero dei Beni Culturali per ottenere un dialogo con il titolare del dicastero, Gennaro Sangiuliano, che tuttavia lo ha evitato. La diatriba tra Gubitosi e Sangiuliano è relativa al bando dedicato ai festival cinematografici in Italia, nella quale è stato imposto un tetto per poter realizzare il festival; per Gubitosi quel tetto ha visto penalizzato il Giffoni Film Festival che ha dovuto ridimensionare la kermesse togliendo anche alcune iniziative interne. Il patron di GFF non molla la presa e chiede al Min. Sangiuliano di restituire i fondi che sono stati tolti al Festival. Al fianco del Ministro hanno espresso la loro voce il consigliere regionale Matera e i deputati Vietri e Iannone, di Fratelli d’Italia, affermando che il tetto annuale di 400.000€ inserito nel bando per realizzare i Festival fungono da ripartizione equa e contemporaneamente aprire a un numero maggiore di soggetti beneficiari.
Vicino a Gubitosi la segretaria del PD Elly Schlein e la deputata di AVS Elisabetta Piccolotti.

In questi giorni è stata approvata dal Ministero dei Beni Culturali il Decreto Tax Credit Produzione, decreto dedicato alla tax credit cinematografica. Con il seguente decreto, che porta la firma della sottosegretaria leghista con deleghe all’Audiovisivo Lucia Borgonzoni, il Min. Sangiuliano ha deciso di stravolgere il Decreto Cinema voluto dal suo predecessore Dario Franceschini, nello specifico sulla Tax credit cinematografica: in una lettera dell’ex direttore del TG2, Sangiuliano afferma che “il pieno riconoscimento del valore culturale ed economico non può esimerci dal denunciare, con forza, le storture e i veri e propri abusi che si sono generati in questi ultimi anni nell’ambito degli aiuti che lo Stato riconosce al cinema che, ricordiamolo sempre, sono soldi dei cittadini italiani.”
Tuttavia con il Decreto Tax Credit Produzione c’è un danno alle piccole produzioni indipendenti: in un’intervista di Arianna Finos su Repubblica, Corrado Azzollini, Presidente di Confartigianato Cinema e Audiovisivo, ha affermato che il decreto va ad azzoppare le piccole, le medie e le micro produzioni audiovisive Made in Italy, oltre ad essere un regalo alle produzioni major multinazionali e svantaggiando anche molte maestranze del comparto audiovisivo. I piccoli produttori sono sul piede di guerra e a sostenere la loro voce ci sono i deputati Francesco Verducci del PD, Angelo Bonelli di AVS che addirittura afferma che il decreto è un regalo a Mediaset e Gaetano Amato del Movimento 5 Stelle.
Anche se esiste un altro problema che nemmeno la politica italiana non sa, o forse non ha voglia, di affrontare: il riconoscimento delle maestranze dell’audiovisivo come figure professionali alla pari dei lavoratori pubblici e privati, una battaglia che non è solo politica ma anche culturale e che la politica non può non affrontare.
Inoltre sarebbe molto opportuno dar la possibilità ai laureati nei vari DAMS degli atenei universitari e dei diplomati alle tante Accademie di Belle Arti di tutta Italia di accedere alle professioni dedicate alle maestranze dello spettacolo.

Focalizziamo il suddetto problema nella nostra Salerno: sul quotidiano locale “L’Ora”, in un articolo di Erika Noschese, l’ex assessore alla Cultura e attuale consigliera comunale Antonia Willburger ha contestato il fatto che in città non ci sono concerti durante il mese di Agosto, nonostante in Provincia ci siano i concerti di grande calibro come Calcutta a Paestum o i concerti di Villa Guariglia, di cui Antonia Willburger è direttrice artistica, che si tengono tra Vietri sul Mare e il Parco Archeologico Etrusco-sannita di Fratte e che sono terminati il 2 Agosto. Willburger ha aggiunto che potrebbe essere utilizzato il Parco del Mercatello per far sì che si svolga una parte della stagione concertistica durante il mese di Agosto e chiedendo, al contempo, che vengano individuate iniziative, anche a livello amatoriale, per garantire ai salernitanie ai turisti un’offerta culturale adeguata non solo durante l’estate.
Però bisognerebbe chiedere all’ex assessore alla Cultura come mai quando ricopriva tale carica non era nemmeno avvicinata ad eventi culturali che animano la città ma che sono organizzati in maniera indipendente, nonostante le difficoltà economiche, e senza un supporto da parte di enti pubblici: e.g. il Festival cinematografico indipendente «Salerno in CORTOcircuito», organizzato dalla Rete dei Giovani per Salerno. L’ideatore della kermesse nata nel 2010, Gianluca De Martino, ha lamentato più volte la distrazione delle istituzioni locali nei confronti della kermesse, partendo dall’assenza al Festival dei vari assessori alla Cultura del Comune di Salerno che si sono succeduti, trovando talvolta anche la porta chiusa o ricevendo promesse da marinaio a Palazzo Guerra: per De Martino sarebbe opportuno che l’Assessore venisse alle serate e sappia cogliere l’opportunità per sostenere, anche economicamente, la kermesse. Tuttavia, secondo De Martino, il «Salerno in CORTOcircuito» rimane orgogliosamente indipendente a prescindere o meno dal sostegno del Comune di Salerno.

Dulcis in fundo, restando sul nostro territorio, il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale, sito sul lungomare di Torre Angellara, a pochi passi dallo Stadio Arechi: dopo 9 mesi, non si hanno notizie sulle sue sorti. Il museo è chiuso da Dicembre 2023, anno in cui si celebrava l’ottantesimo anniversario dello Sbarco degli Anglo-americani a Salerno, all’interno dell’Operazione Avalanche, avvenuto il 9 Settembre 1943.
I problemi che si sono riscontrati sono infiltrazioni d’acqua e calcinacci all’interno della struttura.
Nicola Oddati, Presidente del Parco della Memoria della Campania, ha salvato alcuni documenti preziosi, tra cui una lettera del Gen. Mark W. Clark che descrive lo sbarco in un rapporto militare e ha chiesto un appello, anche al Ministero dei Beni Culturali, alle istituzioni affinché venga salvaguardato un pezzo di storia della città e dell’Italia. Al danno c’è pure la beffa perché i locali dati in gestione per il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale sono della Regione Campania: nel Giugno 2023 la Regione Campania, stando all’articolo di Marilia Parente di “SalernoToday”, aveva chiesto ben 9.000€ di affitto arretrati. Fino a Dicembre, i gestori del museo erano riusciti a sopravvivere attraverso le donazioni; secondo il parlamentare Franco Mari di AVS, si trattava di uno scandalo, che a Salerno stava continuando l’operazione di eliminazione sistematica della memoria collettiva e della mancanza di capacità nella gestione di un museo importante come quello.

La cultura in Italia continua ad essere pronunciata solo durante la campagna elettorale, ma quando si tratta di sistemare musei o archivi quasi fatiscenti o di sostenere figure professionali delle arti visive, dell’audiovisivo, ancora una volta la politica italiana decide di voltarsi dall’altra parte.

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