Strage di Bologna: se la Schlein rincorre Bolognesi ….

 

Aldo Bianchini

SALERNO – “Se la Schlein rincorre Paolo Bolognesi (presidente dell’associazione famiglie delle vittime dell’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980) è segno che la sinistra di questo Paese è arrivata proprio alla frutta”; ma questo ovviamente la Elly nazionale non lo sa e, forse, non lo capirà mai.

E sfortunatamente non c’è nessuno che glielo spiega dettagliatamente perché dopo aver conquistato di rapina la segreteria nazionale ha fatto di tutto per liberarsi anche di chi qualche suggerimento storico avrebbe potuto darglielo senza pretendere niente in cambio.

Se fosse stata leggermente più umile nei suoi atteggiamenti imperiosi da segretaria non si sarebbe messa a rincorrere l’incauto Bolognesi in un’accusa diffamatoria che non ha alcuna radice storica; anche perché, per dirla tutta, l’accusa lanciata da Bolognesi ha tutto il sapore della congiura studiata a tavolino e messa in scena con un anno di ritardo. Difatti se l’accusa discende da una intima convinzione personale non si capisce perché non l’abbia lanciata già l’anno scorso che era il primo appuntamento della Meloni da premier con la storia della strage di Bologna.

Non per Bolognesi che sa e fa finta di non sapere, ma alla Meloni ed alla Schlein (che nel 1980 erano appena in fasce) che ogni giudizio, positivo o negativo che sia, su quanto accaduto negli anni di piombo può e deve essere espresso ma soltanto quando si ha scienza e conoscenza delle radici storiche di quegli avvenimenti.

Il nostro Pese in quel periodo era preso all’ 80% dal problema delle BR (Brigate Rosse) e dal 205 dal problema dei NAR o altre neo formazioni pseudo fasciste; le BR avevano firmato pubblicamente una serie infinita di crimini (tra i quali quello dell’uccisione di Moro e della sua scorta) contro i quali lo Stato faceva fatica a vincere; mentre le formazioni pseudo fasciste ne avevano firmate pochissimi e non ammisero mai quella di Bologna.

La sinistra crescente aveva, dunque, una necessità esasperata di pareggiare i conti attribuendo alla estrema destra un’azione criminale molto eclatante che avrebbe potuto, nell’immaginario collettivo, superare quanto avvenuto ad opera dell’estrema sinistra; solo così potevano essere avviate le leggi speciali per battere definitivamente qualsiasi forma di terrorismo. E quale migliore occasione per la sinistra dell’epoca e di quella folta frangia di magistrati di sinistra (insieme si accingevano a prendere il potere) per scaricare tutta la loro potenza politica – giudiziaria e mediatica se non prendendo al volo l’occasione d’oro della strage di Bologna per cercare di far passare quella di Bologna come la strage delle stragi e far quasi passare nell’ombra gli attentati clamorosi e barbari orditi dall’estrema sinistra.

Che adesso, solo adesso, ritorni sulla scena politica il baldanzoso Bolognesi qualche dubbio nella mente di tutti deve pure instillarlo; ma la Schlein queste cose non le capisce e non le percepisce, semplicemente non ci arriva.

Da vecchio socialista affermo, senza pudore, che nella vicenda di botta e risposta tra Bolognesi e la Meloni c’è davvero qualcosa di deplorevole, ma questo appartiene soltanto alla Schlein che pretenderebbe di governare un Paese senza conoscere la sua storia recente.

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