Aldo Bianchini
SALERNO – Tutti in piedi, a Salerno ritorna finalmente uno dei suoi figli migliori; e ritorna per assumere il comando dell’Ufficio del Procuratore Generale che nell’ordinamento giudiziario è, forse, il top degli incarichi cui un magistrato possa aspirare a livello di distretto.
Questa volta tocca alla dott.ssa Rosa Volpe, magistrato di lungo corso ed assolutamente di vaglia, che per alcuni decenni ha amministrato la giustizia salernitana passando dal ruolo di PM presso la Procura a quello PM addetto alla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) presso il Tribunale di Salerno.
Manca veramente poco all’ufficialità della notizia, dopo l’indicazione di nomi a all’unanimità in senso alla Commissione del CSM manca soltanto il voto dei 27 componenti l’assise del plenum del Consiglio Superiore della Magistratura che questa volta non tradirà le aspettative della Volpe come è accaduto circa un anno fa quando in predicato per l’incarico di “capo della Procura della Repubblica di Napoli” (dove svolgeva da tempo il ruolo di procuratore reggente al posto di Giovanni Melillo passato alla Procura Nazionale Antimafia dal 4 maggio 22) venne sconfitta, nel pallottoliere del CSM, dal famoso “Teseo di Gerace”, nomignolo appioppato al procuratore Nicola Gratteri (notissimo nell’intera comunità giudiziaria nazionale ed internazionale per la guerra, quasi personale, condotta da anni contro la malavita organizzata) che a sua volta, poco tempo prima, era stato sconfitto proprio da Melillo per il ruolo di “capo della Procura Nazionale Antimafia” .
La dott.ssa Rosa Volpe, dal carattere riservato e per certi aspetti impenetrabile, dotata di una innata umiltà, ha attraversato decenni da battaglie anche interne alla magistratura salernitana senza mai lasciarsi coinvolgere; è stata portatrice di una particolarissima ambizione: la ricerca della verità, possibilmente quella più vicina alla verità assoluta che rimarrà sempre virtuale.
Storiche le inchieste giudiziarie condotte dalla Volpe a Salerno; tra le tante è utile ricordarne alcune:
- “caso Elisa Claps”, insieme al collega Luigi D’Alessio, fu il primo magistrato a salire sul sottotetto della Chiesa Cattedrale di Potenza per la raccolta di tutti i dati necessari lla successiva inchiesta che portò alla rapida richiesta di estradizione temporanea dall’Inghilterra dell’assassino Danilo Restivo con conseguente processo ed esemplare rapida condanna;
- ha gestito alla grande la parte centrale dell’inchiesta per l’omicidio del sindaco pescatore Angelo Vassallo; peccato che quel lavoro è andato quasi perduto a causa del trasferimento della Volpe a Napoli ed anche dalla diversità di veduta degli investigatori che hanno proseguito le indagini; è riuscita, comunque, a far scagionare il presunto assassino Bruno Humberto Damianiche si era rifugiato in Colombia; dalla Volpe fui sentito per alcune ore come persona informata sui fatti e le mia dichiarazioni prirono la strada a quel viaggio in Colombia insieme al difensore del Damiani avv. Michele Sarno;
- la clamorosa inchiesta sui cosiddetti “aborti d’oro” che portò allo smantellamento della vasta rete degli aborti illegali nelle mani di medici senza scrupoli che avevano anche favorito l’aborto illegale della presunta amante di un ex magistrato salernitano d’alto lignaggio.
Se proprio vogliamo andare alla ricerca del pelo nell’uovo, anche per la Volpe esiste un piccolo vulnus; affiancò, anche se per un breve periodo e quasi come atto dovuto, il pm Vincenzo Montemurro nella conduzione della pubblica accusa nel processo tutto politico denominato “Linea d’ombra” incardinato contro Alberico Gambino (oggi neo eurodeputato) che sicuramente sarà presente alla cerimonia di insediamento, quando si terrà, della nuova procuratrice generale del distretto giudiziario di Salerno che porterà in dote tutta la sua esperienza per restituire il giusto peso ad un Ufficio così importante.