Aldo Bianchini
SALERNO – Come ho già ampiamente scritto nelle precedenti puntate di questo racconto quando si ha che fare con l’Associazione Opera del Gregge del Bambino Gesù (associazione privata di fedeli, meglio nota semplicemente come Il Gregge) ad un certo punto dell’inchiesta si avverte sempre la presenza di un muro di gomma che tutto frena e tutto rispedisce al mittente.
Sono passati alcuni mesi da quando ho scritto gli ultimi due articoli su “Il Gregge” (6 aprile e 15 maggio 2024) e da quegli articoli è giusto ripartire per arrivare ad una conclusione più o meno logica e credibile dell’inchiesta che, è bene dirlo, rimane appesa ad colloquio riservatissimo che dovrei avere con un personaggio molto influente della Curia salernitana; un colloquio che dal mese di maggio ad oggi non è stato possibile concretizzare.
Negli ultimi due articoli ho scritto di don Carlo Magna (attuale parroco di Campagna, già direttore del seminario arcivescovile di Pontecagnano intitolato al Santo Giovanni Paolo 2° ed autore di uno speciale dossier che fece tremare fin dalle fondamenta l’intero apparato di potere della Curia) ed anche di due semplici sacerdoti come don Daniele Peron e don Alfonso D’Alessio (già titolari, all’epoca del potentissimo duo costituito don Gerardo Pierro e don Comincio Lanzara, dell’ufficio strettamente legato all’arcivescovo come una sorta di “segreto istruttorio” nel cuore pulsante della Curia di Salerno).
Per don Carlo Magna ho scritto su come venne bistrattato nell’ambito della Curia perché con quel suo dossier (riconosciuto autentico dinanzi al giudice dr. Vincenzo Siani) aveva messo in crisi sia il potere ufficiale (arcivescovo e don Comincio) che quello ufficioso (Il Gregge) nell’ambito della difficile gestione di una Curia Arcivescovile da alcuni decenni nel bel mezzo di un ciclone religioso – politico – giudiziario senza precedenti.
Per i due sacerdoti (don Daniele e don Alfonso) ho raccontato un episodio conosciuto da pochi: “Una mattina di punto in bianco i due sacerdoti trovarono la porta dell’ufficio sbarrata e con le chiavi cambiate su ordine di don Comincio; gravissimo errore, quei due giovani sacerdoti non erano congiurati ma soltanto due persone in grado di ragionare e di vedere l’imminente pericolo all’orizzonte. Non furono ascoltati, anzi furono trasferiti il primo al Bivio di Santa Cecilia e il secondo a Coperchia, e così i veri congiurati arrivarono alle porte del tempio. Quello, a mio avviso, è stato l’errore più grande del duo Pierro/Lanzara che ha poi determinato la loro inarrestabile caduta e l’ascesa dei veri congiurati che erano davvero tantissimi”.
Ma tra i congiurati, veri e/o fasulli, devono essere inseriti anche quelli “veggenti”; o meglio tutti quei sacerdoti che Giuseppe Pecorelli (dalle pagine de Il Mattino del 20.03.24) definisce così:
- «Veggenti: miracolo a poco prezzo». È il titolo di una lettera, distribuita e pubblicata anche sui social network, che la comunità sacerdotale e un diacono della parrocchia salernitana di Sant’Eustachio, nella zona orientale, rivolgono ai fedeli mettendoli in guardia dal partecipare a «incontri fuorvianti e lontani dalla Chiesa». Il riferimento del parroco, don Nello Senatore, del vicario don Walter De Stefano, di don Pasquale Mastrangelo e don Roberto Faccenda, ai quali si aggiunge il diacono Giuseppe Criscuolo, è solo in parte al gruppo denominato Bambino Gesù di Gallinaro o Nuova Gerusalemme, sottoposto a scomunica canonica da parte di papa Francesco nel 2016 e citato esplicitamente nel testo. La comunità, che ha origine negli anni Settanta nella provincia di Frosinone, è attiva in altre zone d’Italia. Aderenti al gruppo sono presenti anche in provincia di Salerno: a Fisciano, Mercato San Severino e Castel San Giorgio. Sempre nel territorio diocesano di Salerno-Campagna-Acerno, ma in provincia di Avellino, a Montoro. E nel capoluogo dove, nelle ultime settimane, si sono moltiplicati manifesti di invito a partecipare ai pellegrinaggi al comune del frusinate. Ma, in realtà, il discorso dei sacerdoti di Sant’Eustachio è più ampio e va ben oltre il singolo gruppo.
Insomma, quasi come a dire che dopo Il Gregge la Curia salernitana è stata in grado di partorire un nuovo gruppo che addirittura fonda il suo potere sulla “veggenza” che dalla Chiesa Cattolica è vista da sempre con molta ostilità e scetticismo.
E la storia continua.