P.S.I.: il ritorno di Di Donato dopo lo sfascio del ‘92

 

Aldo Bianchini

(Nella foto i “tre vicerè” di Napoli; da sinistra Francesco Di Lorenzo, Giulio Di Donato e Paolo Cirino Pomicino)

SALERNO – Il set, quasi cinematografico e scelto con cura, è quello del salone delle feste del ristorante “La Zagara” di Salerno; tutto è pronto per una importante ed impegnativa conferenza stampa di fine campagna elettorale, nel Paese si vota per le politiche il 5 e 6 aprile 1992 e venerdi 3 aprile 92 alle 10,30 sta per incominciare la conferenza del sottosegretario di Stato ai lavori pubblici on. dr. Francesco Curci e del potentissimo vicesegretario nazionale del PSI craxiano on. dr. Giulio Di Donato; il salone è gremito di giornalisti (in prima fila Edoardo Scotti, Andrea Manzi, Luciano Pignataro, Polo Russo, Gigi Casciello, Tommaso D’Angelo e tanti altri); pochi minuti prima delle 10,30 al tavolo si siedono i due politici, al centro in mezzo a loro due il sottoscritto in qualità di moderatore.

Da tempo, come socialista, avevo scelto di schierarmi in favore di Francesco Curci e quindi anche per questo, e non solo perché ero il direttore di Tv/Oggi, mi ritrovai al centro di un sistema politico di potere che, in realtà, non avevo mai condiviso e che non condivido tuttora.

Una conferenza delicata e importante che si teneva nel giorno della chiusura elettorale e che doveva annunciare grosse novità per l’avvio degli appalti per l’ampliamento dell’autostrada Sa-Rc; un argomento, quello della Sa-Rc che teneva banco da tempo e che aveva avuto uno scossone nel corso di quella campagna elettorale che finirà per essere l’ultima della prima repubblica.

Il deputato salernitano Curci, con le sue strategie innovative era sulla cresta dell’onda nonostante l’ostilità della gran parte dei socialisti che, invece, facevano capo al potente ministro delle aree urbane on. Carmelo Conte che lo aveva candidato e fatto eleggere alla Camera nell’83 e dal quale si era separato in maniera burrascosa nel 1988 per rifugiarsi sotto l’ala protettiva del napoletano Di Donato che all’epoca era considerato, insieme a Paolo Cirino Pomicino e Francesco Di Lorenzo, uno de “i tre vicerè padroni assoluti di Napoli per un ventennio”.

Nelle more dell’inizio della conferenza stampa i due politici dialogavo in maniera fitta tra loro ed io, essendo in mezzo, ascoltavo senza proferire parola i loro discorsi.

Ad un certo punto Curci chiese quali fossero le sue prerogative per l’imminente avvio dei lavori dell’autostrada; in maniera lapidaria Di Donato rispose pressappoco così: “Francesco, te l’ho già detto e te lo ripeto; tu sei il mio delegato per tutto ciò che riguarda la Sa-Rc e devi dar conto soltanto a me; Carmelo Conte in questo non potrà e non dovrà mettere becco … questo è anche il pensiero di Bettino”.

Rimasi trasecolato e sorpreso di trovarmi nel bel mezzo di tantissimo potere; la storia, poi, ci dirà che tutto venne sconvolto da “tangentopoli” che nell’aprile del ’92 si era affacciata soltanto con la storia dell’ing. Mario Chiesa (Pio Albergo Trivulzio di Milano) che Bettino Craxi aveva, inopportunamente, definito “un piccolo mariuolo”.

Non mi soffermo sulle numerose disavventure giudiziarie nelle quali rimasero intruppati sia Curci che Di Donato; per quest’ultimo è necessario, però, ricordare che  il 17 aprile 94 fu arrestato per la cosiddetta vicenda dei “rifiuti d’oro”, liberato il 14 luglio 94, e condannato, in tutti e tre i gradi di giudizio, alla pena di 40 mesi di reclusione (3 anni e quattro mesi); per tutte le altre numerose inchieste è stato sempre assolto e/o prescritto (fonte Wikipedia).

Non mi soffermo, dicevo, sulla questione giudiziaria di Di Donato anche perché la cosa più interessante che intendo evidenziare è quella relativa ai suoi tentativi di ritorno nell’agone politico; un ritorno contrassegnato nel 2006 con lo schieramento ne “La Rosa nel Pugno” di Emma Bonino, appartenente alla coalizione di centrosinistra dell’Unione di Romano Prodi; nel maggio del 2007 ha aderito al partito di Forza Italia (confluito l’anno successivo, nel 2008, nel Popolo delle Libertà insieme al partito di Alleanza Nazionale, guidato da Gianfranco Fini), mentre il 12 settembre del 2009 è stato nominato segretario regionale dell’UDEUR, guidato da Clemente Mastella, nella Regione Campania; per circa un triennio, tra il 2011 ed il 2014, è stato anche nominato componente del gruppo dei consiglieri d’amministrazione dell’Associazione Teatro Stabile di Napoli. Nel 2022, infine, ha aderito con il suo gruppo politico “Riformismoggi” a Italia Viva. Oggi è stato accolto a braccia aperte dai socialisti di Enzo Maraio.

Insomma un personaggio. Giulio Di Donato, sempre alla ricerca delle occasioni perdute dopo aver contribuito al disastro clamoroso del PSI dei primi anni 90.

 

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