La verità del rapimento di Enza Basso Memoli e Sonu

 

 

da Salvatore Memoli (avvocato – giornalista – scrittore)

 

 

 

Sulla vicenda del rapimento di mia madre abbiamo idee più chiare, anzi bagliori di verità che si aggiungono alla nostra ricerca e ci fanno pensare di esserci avvicinati ad una ricostruzione molto vicina al vero.

Come famiglia abbiamo gestito due grandi pulsioni che per tanti anni ci hanno fatto compagnia: l’affetto, l’amore per la propria madre con la privazione violenta, incomprensibile e dolorante, che ci accompagna fin dal primo giorno di assenza e la ricerca di una verità che sia sempre più oggettiva verità e non suggestione, giustificazione, risposta per tacitare le nostre ansie. Mantenere l’equilibrio tra questi due padroni che volevano contendersi il tempo, il primato e l’annullamento di una ricerca rispettabile, credibile e mai impostura per darsi una risposta.

Quel giorno, 12 luglio 2007 nella nostra tenuta c’è movimento di persone. Mia madre nota qualcosa d’insolito dall’alto di una terrazza della nostra residenza dove si intratteneva solitamente e da dove poteva vedere e non essere vista.

Capisce che la scena é occupata da fatti insoliti di cui non riesce a darsi una risposta che la convince.

Decide di raggiungere la tenuta. Per farlo, lascia la residenza in un palazzo di famiglia. S’incammina in modo deciso, non prima di essersi resa conto che Ester persona di famiglia, affidabile, intelligente e risoluta, non é in casa e, quindi, non può accompagnarla. S’incammina e lungo il viale di casa incrocia una giovane vicina che si sta recando dal parrucchiere. Si salutano e la ragazza annota l’ora e il passo sostenuto di mia madre.

Poco dopo si trova nella tenuta, a pochi passi dall’orto dove viene notata dal balcone della villa di fronte da dove si vede e si ascolta tutto. Anche questa scena deve essere movimentata se la testimone, una collaboratrice domestica, é attratta dalla curiosità e ne registra frasi sconnesse, in tempo per essere severamente invitata a farsi i fatti suoi e a rientrare in casa.

Pochi attimi dopo aver ascoltato dalla voce di mia madre dire: «  eppure ti abbiamo voluto bene », il clima della violenza s’infittisce. Mia madre si reca verso l’interno della villa, dove incontra con la realtà dei fatti, il suo destino atroce.

Un testimone, operaio di un cantiere vicino, riferisce che un’automobile, verosimilmente un’Audi di colore grigio verde o similare, a grande velocità si allontana, sgommando, nel viale della tenuta. Altri testimoni dicono di aver visto questa auto a forte andatura andare verso Ogliara.

Fine del racconto con testimoni.

Dopo quel momento resta nella tenuta l’altro indiano collaboratore che agli inquirenti dichiara che la signora Enza e Sonu si sono allontanati tranquillamente a piedi dalla tenuta.

Prima incongruenza tra il testimone disinteressato del cantiere vicino  e il testimone parte di una vicenda che probabilmente deve regolare un conto!

Perché mia madre fin dalle prime ore del giorno nota un trambusto nella tenuta?

Perché abbiamo trovato del giorno prima molte bottiglie di birra ed alcuni cartoni di pizza, sul luogo della scomparsa?

Perchè di Sonu non abbiamo trovato i suoi risparmi, circa 3000 euro?

Perchè dopo un mese, dopo tutti gli accessi degli investigatori abbiamo trovato nella cenere del caminetto le catenine preziose di Sonu?

Sicuramente persone amiche di Sonu erano passate a trovarlo ( come apripista?) e il giorno dopo sono state raggiunte da altre persone che dovevano regolare un conto con Sonu.

Sonu aveva ottenuto il permesso di soggiorno richiesto dalla mia famiglia. Era in procinto di preparare il suo viaggio per l’India per tornare dopo qualche mese con la sua moglie che voleva sposare e portare in Italia.

In quella settimana da pochi giorni non era più presente mia sorella con il marito, nell’abitazione della tenuta.

La situazione garantiva una maggiore discrezione e sicurezza per intervenire.

Il fatto si consuma con la scomparsa di mia madre perché testimone scomoda ( aveva riconosciuto qualcuno?) e con la scomparsa di Sonu ( obiettivo da punire del commando di delinquenti). L’altro indiano presente da un mese in tenuta per sostituire Sonu, non viene nemmeno sfiorato.

Quest’indiano era stato suggerito dallo stesso connazionale che aveva fatto conoscere a me Sonu.

Intervenuti gli inquirenti a seguito della denuncia della scomparsa, arrestano i due indiani ( quello presente in tenuta e l’altro che aveva inviato Sonu da noi).

Non passano giorni, i due fermati sono difesi da un avvocato che sostiene la loro innocenza. Chi lo aveva nominato e pagato? Perchè tanto interessamento?

Questo avvocato veniamo a sapere che era colpito da un’imputazione per reati connessi a permessi falsi per stranieri del Panjab ( siamo nel 2007).

La famiglia cerca di contattarlo ed incontrarlo per sapere qualche notizia che poteva aiutare a capire l’accaduto e l’eventualità del coinvolgimento degli indiani nella scomparsa. Non ci viene data nessuna risposta, anche se fummo accolti con estrema cortesia, alla presenza di suoi familiari molto influenti che avevano molta stima per me.

Il 12 luglio 2024 in occasione del 17.mo anniversario della scomparsa di Mamma Enza e Sonu, la Procura comunica i provvedimenti cautelari, fermi ed arresti, di alcune decine di persone, tra cui il famoso avvocato dell’epoca che si frappose tra la scomparsa e la difesa di possibili autori o conoscitori delle circostanze del duplice rapimento.

Le notizie diffuse dalla Procura danno

le dimensioni di una vicenda di criminalità organizzata e reiterata, con ritrovamento di somme di danaro ( 1 milione di euro sotto terra ed altro in abitazioni) connesse allo sfruttamento di stranieri per ottenere, verso corrispettivo da mille a cinquemila euro pro capite, un permesso di soggiorno.

La vicenda è inquietante per la reiterazione di reati connessi agli stranieri che lasciano intendere dopo anni l’esistenza  di una macchina violenta per estorcere danaro a queste persone indifese.

Sonu, all’epoca, si era sottratto a tali vessazioni e probabilmente aveva rifiutato di pagare a chicchessia del danaro per il suo permesso.

C’entrano anche i connazionali nella vicenda punitiva ai danni di Sonu? La punizione da chi fu decisa ed eseguita? Quali vincoli legavano gli indiani, coloro che patrocinavano i loro permessi di soggiorno e il loro difensore?

Gli amici indiani di Sonu non avevano ricevuto il permesso di soggiorno in concomitanza con Sonu.

Il permesso di Sonu era stato richiesto dalla famiglia Memoli ed istruito senza mediatori.

Chi aveva richiesto il permesso degli altri, quanto avevano pagato e quali connivenze esistevano all’interno della trafila per il rilascio del permesso con coloro che l’avevano presentato e che millantavano aderenze influenti?

Gli esecutori e i mandanti della scomparsa di Sonu e di mia madre Enza Basso Memoli sono tra queste persone.

Quasi certamente sono italiani!

Tutte le nostre supposizioni su azioni violente consumate tra gente del Consolato indiano e organizzazioni criminali del nord sono destituite di qualsiasi forza indiziaria.

I responsabili di due delitti sono tra noi, sono a piede libero e perpetuano ancora sfruttamento e atti criminali, veti disastri sociali, economici e giuridici con chissà quali connivenze e coperture.

Chi puó indaghi!

 

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