ENZA e SONU: diciassette anni dopo

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Scrive splendidamente Petronilla Carillo su Il Mattino del 10 luglio 2024:

  • Diciassette anni il prossimo 12 luglio, venerdì prossimo esattamente. Diciassette anni di buio. Sono trascorsi diciassette anni da quando la signora Enza Basso Memoli e il suo domestico Sonu Sandù sono scomparsi nel nulle e da 17 anni di loro si sono perse tutte le tracce. Dopo le tante battaglie della famiglia della donna, che il prossimo ottobre avrebbe compiuto 94 anni, ora i figli hanno deciso di presentare richiesta di archiviazione. «L’indagine sarà archiviata ma le nostre ricerche proseguiranno, assieme a quelle della famiglia di Sonu, per portare alla luce la verità» dice Salvatore Memoli, uno dei figli di Enza. A «convincere» la famiglia della anziana, fattori amministrativi che vanno oltre il dolore di chi ha perso l’affetto più caro. Eppure proprio loro erano stati i primi a combattere per la riapertura del caso provando a seguire, passo dopo passo tutte le piste possibili, fino in India. Persino quella di un medium che raccontà di aver avuto una visione: la signora Enza vicina all’acqua. «Il paradosso – accusa il figlio – è che per archiviare il fascicolo si deve avere la denuncia e la denuncia non si trova dalle forze di polizia. Questa è la dimostrazione che le indagini sono iniziate male dal primo momento». Salvatore Memoli ha ancora rapporti con la famiglia di Sonu che vive in India e, in particolare, con una sorella che, nel frattempo, è diventata criminologa: «Insieme – dice – cercheremo la verità». Al cimitero di Brignano, sulla nicchia di famiglia, proprio Salvatore ha voluto mettere una foto della madre. «Così ho un posto dove andare a trovarla», ammette e poi aggiunge: «io ho fede e voglio pensarla in un mondo migliore».

 

La vicenda è quella relativa all’improvvisa scomparsa della sig.ra Enza Basso Memoli e del suo domestico Sanu Sandù di chiara origine indiana; mamma Enza (così preferisco chiamarla per verla conosciuta e frequentata a lungo) era la mamma di Salvatore Memoli (manager, politico, avvocato, scrittore e giornalista) che la mattina del 12 luglio 2007 si trovava nella sua residenza abituale in Tunisia quando ricevette l’allarmata della sorella che lo informava della stranissima sparizione, da qualche ore, della mamma (all’epoca settantasettenne) e del suo collaboratore domestico.

Da quel momento, erano all’incirca le ore 11.30 del mattino, la vita di Salvatore Memoli, del fratello e la sorella, è irrimediabilmente cambiata; dal dolore assoluto subito dopo la scomparsa fino alla capacità umana e civile (doti caratteriali di Salvatore) di rivolgersi alla giustizia per chiedere di porre fine al calvario durato diciassette anni con la richiesta di archiviazione definitiva del caso su piano squisitamente giuridico e per continuare silenziosamente le ricerche fino alla fine.

La famiglia Memoli, dunque, si rivolge proprio a quella giustizia che per anni ha balbettato tra dubbi, incertezze, indagini a volte senza senso e senza un filo logico e nella quale, purtroppo, Salvatore aveva riposto la sua totale fiducia; e si rivolge alla giustizia per impedire alla stessa, forse, nuove e più eclatanti figuracce.

Salvatore Memoli ancora crede nella giustizia e nelle istituzioni che, pur avendolo profondamente deluso, rimangono sullo sfondo come paletti insostituibili della vita associativa.

Ricordo con molta tristezza le domeniche mattina dei primi anni ‘90 quando, in piena tangentopoli, insieme al prof. ing. Franco Amatucci ed al figlioletto Federico (oggi affermato ingegnere), ci recavamo nella dependance di campagna (sulle colline salernitane) di Salvatore per parlare di tante cose e venivamo accolti a braccia aperte da “mamma Enza” la cui presenza avvertivamo da lontano grazie al profumo delle sue splendide tazze di caffè.

Mi risuona, ma da molto lontano, ancora il classico tintinnio del cucchiaino nella tazzina e l’amorevole cura con cui quelle tazzine venivano offerte a tutti noi, accompagnate sempre da qualche biscottino preparati a mano dall’adorata mamma di Salvatore.

E’ triste, anzi drammatico, pensare che dopo diciassette anni nessuno si stato in grado di fornire la benchè minima spiegazione sulla misteriosa ed inquietante scomparsa.

 

 

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