La Casa di vetro perduta.

 

da Salvatore Memoli (avvocato – giornalista – scrittore)

 

 

Se c’è una cosa in cui ho creduto é la costruzione di una Casa di vetro. Fare della politica una scuola di trasparenza e di legalità. Si poteva fare ed esistevano le risorse per realizzare questo ambito progetto. Dopo la crisi degli anni settanta ed ottanta, di cui il delitto Moro, fu il paradigma di una confusione di valori politici, ideologici e non, si poteva credere con la partecipazione di energie sane e vive dei comunisti italiani di realizzare un nuovo ordine politico, il cui primo beneficio andava alle istituzioni guidate dalla politica. Occorrevano orizzonti nuovi, coraggio, rottura di schemi di partito per realizzare una premessa di un cambiamento che avesse come condizione uomini nuovi e capacità di immaginare una stagione originale di protagonismo per rinvigorire il senso della partecipazione politica e dell’ammodernamento delle istituzioni democratiche. Abbiamo vissuto nel 1993 a Salerno una stagione di riprogrammazione politica e di spinta rigeneratrice partendo dal Comune di Salerno. Il motore di questo progetto era Vincenzo De Luca, la location di partenza era il Comune di Salerno, partendo da un rinnovamento della vita amministrativa, delle regole del palazzo e del rapporto tra palazzo e cittadini. Non ho difficoltà a dire che avevo creduto in questo progetto del Comune di Salerno=Casa di vetro. Se ne sentiva il bisogno. Per la verità, il primo ciclo amministrativo fu straordinario per impegno e per contenuti impressi da Vincenzo De Luca e da coloro che condivisero questo rinnovamento. Allora fui indicato al vertice dell’Azienda del Gas, un gioiello comunale che divenne ben presto punta di diamante della trasformazione dei rapporti con l’utenza e dell’ammodernamento della rete e delle strutture aziendali. Vi era allora il piacere di confluire nel più generale cambiamento del Comune, con mano ferma e con effetti straordinari, lavorando tutti in sinergia e rispettando l’autonomia decisionale dei singoli rispetto al gruppo che era al vertice di questo cambiamento. Bastava un rapido scambio di idee per guidare processi complessi ed armonizzare i risultati con la società e l’indirizzo politico.

Ho vissuto una stagione sorprendente per vitalità e per coerenza al programma voluto dai cittadini, registrando risultati straordinari.

Quello che era Casa di vetri in pochi anni ed in altre dimensione dell’impegno gestionale per me si é manifestata una grande frustrazione, nella constatazione del degrado istituzionale e politico, partendo dalla demotivazione delle persone all’alterazione degli obiettivi fissati nel 1993. Sullo scenario politico si registrò un’assenza importante che era garanzia della tenuta del progetto politico. Mi riferisco all’allontanamento di Mario De Biase che permise a persone nuove di occupare spazi non meritati e di perdere qualsiasi coordinamento che ne garantiva la qualità. La Casa di vetri mise le tende parasole che impedivano di guardare dentro le gestioni amministrative e politiche ed impedivano di guardare fuori con limpidezza da parte di chi occupava gli scranni più alti. De Luca é stato sempre al di sopra del progetto politico, essendone l’ispiratore. La presenza di De Biase garantiva la tenuta del gruppo e la qualità delle persone e dei risultati. Tutto quello che è avvenuto dopo ha risentito di una mancanza di coordinamento e di una moderazione che erano utili ad eliminare individualismi.

Il cerchio magico che contesto attorno a De Luca è l’inutile sostituzione della leadership iniziale, tradotta in comitato democratico di spartizione di ruoli, fino allo svilimento del progetto.

In alcuni casi si è registrata una vera e propria questione morale che ha abbassato la qualità di obiettivi e di tenuta del gruppo.

In una vicenda in particolare ho registrato la confusione ed il tradimento delle promesse politiche rispetto all’inizio dell’avventura politica, guidata da De Luca, De Biase e da me.

Oltre ai cambi di casacca e di alleati, alle alleanze con chi doveva stare dall’altra parte del progetto, seguirono nuove intese politiche che svuotarono l’originale progetto. Chi stava contro di noi divenne protagonista di una nuova leadership. Da un De Mita avversario si passò ad un progetto con lui e con i suoi moderati che ci avevano sempre avversato.

In nome del più freddo gattopardismo, De Luca divenne totalmente un altro con meno propensione a salvaguardare la Casa di Vetro.

La sua distrazione dagli obiettivi straordinari della Svolta di Salerno del 1993 ha progressivamente sacrificato le ragioni di un potere trasparente. Non per sua responsabilità ma quantomeno per distrazione.

Quanto a me, in questo arco di ascensione al potere da parte di De Luca ho verificato l’impossibilità da parte sua di correggere abusi, deviazioni e distruzione di beni affidati a questo potere che é finito nelle mani di un cerchio magico inaffidabile. In un caso ho speso tutte le energie per salvare un’azienda con qualche centinaio di dipendenti e con svariati milioni di fatturato. Non sono riuscito a farmi capire in tutti i miei interventi anzi sono stato messo sotto esame e non ho avuto effetti come volevo. Una delle creature politiche più legate al sociale ed alla sanità è stata stritolata da una morsa di incompetenza, velleità e conti in disordine. Di De Luca nessun intervento utile al salvataggio di qualcosa che apparteneva anche alle sue intuizioni politiche.

Delle due l’una o non conosco più le buone regole della Casa di Vetro oppure queste sono state cambiate. Sulla scena politica ho visto arrivare ‘nani e ballerine’ dispoticamente allearsi per mangiare la torta, disprezzare i sacrifici di chi li aveva preceduti e disprezzare i destini di tanti cittadini e dipendenti.

Presi dal banchetto clientelare chi doveva non si è curato dei disastri gestionali già all’attenzione della Magistratura. Tutto questo mentre De Luca si distrae. É stato ( oppure é?) come una massoneria salernitana che ha divorato – impunita – tutto quello che ha potuto. Il tutto senza un intervento di De Luca che poteva essere correttivo. Se c’è una motivazione a tanto disastro si deve ritenere che la Casa di vetro ha oscurato i vetri nel settore della questione morale, requisito indispensabile per valutare l’idoneità dei protagonisti. Molti credono di sfuggire ad un giudizio globale da parte della Giustizia e dell’opinione pubblica. Credono di aver giocato con le sorti di una piccola realtà pubblica. Ma se i danni si sono prodotti per i loro comportamenti, si può pensare che per le loro visioni della gestione pubblica possano ripetersi anche nelle amministrazioni più grandi a loro affidate. C’è da temere e da auspicare che la giustizia faccia la sua parte. Il progetto del passato l’ ho sentito inutile e vanificato. Tutto quello che si registra a scapito della Casa di vetro non aiuterà un’intera classe politica. Il passato era fatto da altro. Il presente per molti sarà amaro, mentre la Memoria di un tempo lontano rischiara il panorama politico.

 

 

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