La Francia e l’Europa

 

da Angelo Giubileo (avvocato – filosofo)

Le elezioni di ieri in Francia registrano la mancanza di una maggioranza assoluta e, nell’era del macronismo, d’impostazione unionista ed europea, una maggiore difficoltà – se non impossibilità – di fare i conti con la realtà, rappresentata dalle istanze individuali e sociali delle destre e delle sinistre.
Il mito dell’unità europeista volge al tramonto e l’elezione francese di ieri ne è l’ulteriore conferma. Non è populismo, è il ritorno della politica e del bipolarismo di schmittiana memoria.
Fintanto che il popolo vota e ha votato!
Quanto alla governabilita’ in Francia, cosa succederà adesso?
La legge francese impone che non si svolgano elezioni prima di un anno e quindi per il governo bisognerà trovare una formula, che tutti gli osservatori hanno definito da subito “tecnica”, che tenti d’inglobare il centro, pezzi di sinistra e di destra moderati. Soluzione che, salvo stravolgimenti, al momento appare necessaria, ma molto complicata.
Per una nostra recente esperienza, noi italiani sappiamo che un governo tecnico ha bisogno del sostegno della finanza e, direbbe ancora Carl Schmitt, di un comune nemico esterno.
Ed ecco allora che, per la Francia (e di conseguenza per l’Unione europea attuale) la situazione appare ancora più complicata: oltre che dalla divisione politica, da problemi seri quali un debito pubblico di tremila miliardi di euro, un alto e crescente tasso d’immigrazione irregolare,  un sostanziale e progressivo impoverimento del ceto medio.
Tutti problemi che, nel tempo, sono cresciuti e rispetto ai quali l’Unione europea non ha saputo trovare rimedio.

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