SCUOLA: le ragioni dei docenti di sostegno

 

 

da Antonio Mascaro (comitato docenti sostegno)

 

SALERNO – Quale comitato che rappresenta le istanze di migliaia di docenti specializzati sulle attività di Sostegno, volevamo denunciare il nostro stato di assoluta indignazione nei confronti dei provvedimenti recentemente adottati dal ministro Valditara e dal suo governo nei confronti dei docenti specializzati sulle attività di sostegno. Le politiche attuali ci hanno portato in una condizione di contrapposizione interna e di assoluta precarietà, mettendo a rischio non solo la nostra professionalità, ma anche il benessere e l’inclusione degli alunni con disabilità che seguiamo con dedizione. Sin dal mese di marzo, con il sostegno dei sindacati e di varie parti sociali, abbiamo intrapreso un percorso di contrasto alle azioni che riteniamo essere deleterie per la nostra categoria professionale. Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a ciò che consideriamo un attacco diretto alla qualità dell’educazione inclusiva nel nostro Paese. Il Comitato Docenti di Sostegno (CDS) esprime la necessità urgente di un intervento ministeriale per modificare la tabella di valutazione dei titoli nelle graduatorie di sostegno ADSS e ADMM. Attualmente, l’ordinanza ministeriale prevede un massimo di 36 punti per il corso abilitante da 30 CFU, anche nelle graduatorie di sostegno, generando significativi squilibri. Tale disposizione privilegia i docenti che aspirano all’insegnamento di materie specifiche a discapito di coloro che si dedicano esclusivamente al sostegno. La disparità è accentuata dalla disuguale disponibilità dei corsi di abilitazione per tutte le classi di concorso e da una gestione informativa inefficace e fuorviante. Numerosi docenti sono stati esclusi dai corsi, determinando una discriminazione oggettiva. Alcuni docenti iscritti ai percorsi universitari abilitanti da 30 CFU risultano favoriti unicamente per la scelta casuale dell’università, amplificando ulteriori iniquità. Di conseguenza, chiediamo la sospensione della valutazione del titolo abilitante (percorsi del DPCM del 4 agosto 2023) esclusivamente per le graduatorie di sostegno ADMM e ADSS al fine di garantire equità, correttezza dell’informazione e pari opportunità tra i docenti.

Eventualmente si chiede una rimodulazione del punteggio per i corsi da 30 CFU solo per le graduatorie ADSS E ADMM al pari del punteggio che viene attribuito per il percorso TFA sostegno che come titolo aggiuntivo riconosce 9 punti su ogni CDC.

Tale revisione è cruciale per preservare la continuità didattica e la qualità dell’insegnamento destinato agli alunni con disabilità, evitando che docenti non intenzionati a rimanere nel ruolo di sostegno occupino posizioni di rilievo a discapito di quelli dedicati a questa specifica funzione. Inoltre, il nostro Comitato manifesta profonda preoccupazione riguardo ai percorsi abbreviati erogati dall’INDIRE nel contesto del Disegno di Legge 71/2024. Tali percorsi “light” non garantiscono la qualità della formazione dei docenti italiani, compromettendo l’eccellenza scolastica per cui l’Italia è sempre stata riconosciuta. Il Comitato si fa portavoce di tutti gli insegnanti di sostegno italiani e dei docenti universitari, condividendo la critica verso l’introduzione di tali percorsi di specializzazione rapida che eludono una selezione rigorosa e trascurano prove pratiche o esami approfonditi. Non è ragionevole affidarsi al sistema formativo di altri Paesi europei per colmare il deficit di docenti specializzati nel sostegno. Riteniamo più efficace promuovere politiche a favore degli Atenei del Nord attraverso soluzioni concordate, anziché delegare la formazione a corsi con contenuti formativi disparati e una progettazione didattica non equivalente. I corsi INDIRE, con il loro costo aggiuntivo – un altro significativo problema per i precari italiani – non possono sostituire la solidità professionale garantita dai TFA sostegno in Italia. Il nostro governo deve trovare soluzioni che non compromettano l’intero sistema educativo, evitando “scorciatoie” che rischiano di accentuare le tensioni all’interno della categoria. È imperativo analizzare seriamente questa questione e dimostrare umiltà nel riconsiderare tali decisioni, soprattutto nell’interesse degli alunni con disabilità e delle loro famiglie. C’è il rischio che docenti specializzati all’estero, formati con corsi rapidi e meno rigorosi, vengano considerati alla pari di quelli formati in Italia, con conseguente riduzione della qualità complessiva dell’istruzione nel nostro Paese. Infine, il Comitato esprime contrarietà alla possibilità per le famiglie di scegliere l’insegnante. Alessio Golia, coordinatore e promotore del CDS, aggiunge: “Con il nuovo provvedimento, una volta confermato il docente nell’anno scolastico precedente, i genitori potranno richiedere la conferma dello stesso insegnante per l’anno successivo, previa valutazione del dirigente scolastico. Questo mette in discussione la nostra professionalità, sottoponendoci al giudizio e alle preferenze dei genitori, compromettendo la trasparenza e l’imparzialità del sistema di reclutamento basato sulle graduatorie pubbliche. Confidiamo in un tempestivo intervento ministeriale per correggere queste disparità e tutelare i bisogni educativi degli alunni più vulnerabili”

 

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