Aldo Bianchini
SALERNO – “”Complimento di troppo, scoppia la rissa – La tensione a mezzanotte dopo la festa di San Pietro e Paolo Un ferito nello scontro tra africani e persone di Castellabate””, questo il titolo a tutta pagina con cui Il Mattino (ed. 1° luglio) ha eclatato una notizia che dovrebbe far discutere in maniera seria ed approfondita: “”di Carmela Santi – Un apprezzamento di troppo alla ragazza sbagliata e in pieno centro ad Agropoli si scatena il caos. Tra sabato e domenica notte, una rissa ha generato panico nella movida del centro cilentano, mentre si avviavano a chiusura i solenni festeggiamenti per i patroni San Pietro e Paolo. L’incidente è avvenuto intorno alla mezzanotte nella centralissima piazza della Mercanzia, cuore pulsante della vita notturna agropolese. La piazza è stata improvvisamente trasformata in un campo di battaglia. La zuffa tra giovani ha subito messo in allarme i numerosi presenti, trasformando una serata di festa in un momento di terrore””.
Fortunatamente non è accaduto niente di grave anche se la tragedia è stata, comunque, sfiorata.
Al di là del fatto in se e specifico di Agropoli bisognerebbe, tutti, chiedersi come sia ancora possibile nel 2024 la presenza di tanti “giovani idioti” disponibili a menarsele di santa ragione per una ragazza (bella o brutta che sia, bona o racchia che sia … terminologia di un’altra epoca !!)) quasi fosse un oggetto di proprietà esclusiva del singolo e del gruppo di appartenenza.
E lo stesso discorso va fatto per le ragazze che, molto spesso, si lasciano andare a quell’insano gusto del corteggiamento da parte non di uno ma di più giovani idioti capaci di rischiare la vita per una banalità assoluta; e per giovani idioti intendo sia quelli che avrebbero difeso la ragazza e sia quelli che avrebbero tentato di rivolgerle complimenti non so quanto indesiderati.
Sembra di essere ritornati ai primi anni del ‘900 quando la donna non votava, non aveva voce in capitolo ed era considerato un oggetto con cui fare sesso e figli sulla base della volontà monocratica del maschio imperante.
In questo modo la parità di genere rimane ancora una lontana, lontanissima, chimera sia per colpa dei maschi che delle femmine, purtroppo.