Clan & Politica: un binomio inscindibile ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Tutti i sindaci e gli amministratori delle istituzioni a sud di Salerno, prima di parlare, devono sempre tener presente che fare il sindaco o l’amministratore nell’agro sarnese-nocerino è cosa assai più difficile rispetto non solo rispetto al sud di Salerno ma anche a tante altre zone di questa Nazione.

Perché ?, perché nell’agro nocerino-sarnese sembra essere presente e dominante un infernale binomio inscindibile:  clan & politica. E questo va avanti da decine di anni senza che nessuno cerca di porre rimedio contro la falcidia di tantissimi politici e amministratori, seri e coscienziosi, a causa di dissennate dichiarazioni (anche se non soprattutto “de relato) che facinorosi ed interessati cosiddetti “pentiti” che sfornano “cazzate su cazzate” pur di accaparrarsi qualche beneficio.

E la cosiddetta giustizia, amministrata dagli uomini, che sembra muta ad ogni tipo di allarme perchè per molti degli uomini delle istituzioni investigative quelle dichiarazioni farneticanti spesso risultano esaustive per entrare nel mondo della politica e devastarlo. Difatti la gestione dei pentiti nella circoscrizione di Salerno è stata più volte oggetto di pesanti critiche anche da parte di altre Procure della regione e del resto del Paese.

Ha riaperto questa mia antica riflessione l’articolo apparso su Il Mattino del 16 giugno 2024 (a firma di Nicola Sorrentino) con il titolo: “Clan e politica, ex assessore ai domiciliariDopo oltre un anno e mezzo in cella e una condanna a 4 anni e 8 mesi Alfonso Marrazzo ottiene l’attenuazione della misura”.

La notizia in sé è abbastanza generica, una notizia di giudiziaria come tante altre, ma solo per chi non ha tempo o voglia di approfondirla: “”PAGANI – Lascia il carcere dopo oltre un anno e mezzo e va ai domiciliari l’ex assessore Alfonso Marrazzo, recentemente condannato nel maxi processo contro il clan Fezza-De Vivo di Pagani, ad un pena di 4 anni e 8 mesi. Il Tribunale di Nocera Inferiore ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato difensore Massimo Balzano, sostituendo la misura della custodia in carcere con quella dei domiciliari. Il 51enne torna così presso la sua abitazione a Pagani, cinque giorni dopo la sentenza emessa dal III collegio del tribunale nocerino, che ha escluso per Marrazzo il vincolo associativo e le aggravanti contestate, ridimensionando le iniziali richieste della Procura Antimafia di Salerno … La scarcerazione di Marrazzo -ha dichiarato l’avvocato di fiducia Balzano- è il primo effetto della sentenza che ne ha escluso la partecipazione al presunto sodalizio criminale paganese. Sono contento per la persona e per i suoi familiari. Il nostro obiettivo principale, tuttavia, è quello di dimostrarne l’assoluta estraneità, anche rispetto alle ipotesi diversamente qualificate. Ovviamente, occorrerà attendere le motivazioni della sentenza e valutarle insieme all’assistito, finalmente in un clima di maggiore serenità””.

Ebbene, al di là della validità o meno delle motivazioni addotte dalla difesa e ben al di là della colpevolezza e/o innocenza dell’ex assessore Marrazzo, tutti dovremmo porci subito una domanda: ””Come mai non è possibile scindere, in quelle zone, il binomio clan-politica che sembra imperversare con morti, feriti, carcerazioni, processi e carriere politiche stroncate ?””.

Nel contesto dell’articolo viene più volte citato il “clan Fezza-De Vivo” che imperversa da decenni sulle due Nocera con Pagani e Scafati; ma ci sono anche altri clan di pari, se non maggiore, pericolosità che addirittura okkupano le istituzioni locali da Pagani a Scafati, come da Nocera ad Angri e Sarno, per non parlare di San Marzano sul Sarno e San Valentino Torio; questo accade da decenni con una volgare eredità passata di mano in mano dai vecchi malavitosi ai giovani (figli, nipoti, mogli, amanti, parenti), i quali sebbene sottoposti a vari processi alla fine ne escono sempre indenni o almeno riescono a passare il bastone del comando in tempo utile per la continuazione della specie. E nessuno fa niente per estirpare dalle radici queste ben note e individuate famiglie.

Un volta l’allora sindaco di Salerno Vincenzo De Luca in merito al palazzo di Via Capone, letteralmente okkupato da famiglie malavitose, nel corso di una delle sue filippiche su Lira Tv, dichiarò di voler letteralmente demolire quel palazzo; ovviamente non lo fece, ma a distanza di qualche anno quell’edificio è stato liberato.

Nel guado, intanto, i poveri cristi di politici che pagano in eccesso anche i piccoli errori commessi, a tutto vantaggio dei clan. E la storia continua.

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