Aldo Bianchini
(nella foto il giornalista-scrittore Pasquale Sorrentino, corrispondente de Il Mattino)
SALERNO – Possibile che tutti i boss e i killer della malavita, inafferrabili delinquenti, micidiali assassini debbano cadere nella rete della giustizia sempre grazie o per colpa di una donna, la classica “femme fatale” ?
Questo mi sono chiesto dopo la lettura dell’articolo scritto dall’ottimo giornalista-scrittore Pasquale Sorrentino (corrispondente de Il Mattino per il Vallo di Diano) in merito alla cattura del quasi imprendibile pluriomicida Luigi Galizia; cattura messa a segno dall’Arma dei Carabinieri nel centro storico di Sala Consilina nel corso della notte tra sabato 22 giugno e domenica 23 giugno 2024.
La risposta è molto semplice; inutile rivangare dal passato le tante frasi, alcune anche poco ripetibili per la loro scurrilità, create e cucite per ogni caso e per ogni evenienza; la cosa principale è di una normalità assoluta, quasi infantile: tutti i grandi uomini, così come tutti i grandi malavitosi, hanno la necessità di esibire forse a se stessi, prima ancora che agli altri, la cosiddetta “femme fatale”, costi quel che costi. Senza la femme fatale si sentono, forse, come pulcini bagnati; e questa è l’immagine che offrono al pubblico quando cadono dai loro troni di potere e/o quando vengono ammanettati per i loro delitti.
La miscela è sempre esplosiva e costa moltissimo sia all’uomo che propone che alla donna che accetta questa tipologia di relazione quasi come se dovessero entrambi liberarsi dal peso di quelle storiche considerazioni, anche spregevoli, verso il maschio-macho e/o verso la donna fatale-incantatrice: il maschio come “macho-man”, e la donna come “femme fatale”, costi quel che costi.
Ed alla fine costa davvero tanto; i grandi uomini perdono il loro prestigio e i malavitosi, quando va bene, finiscono in galera come meritano; e le grandi donne precipitano nel dimenticatoio con le più offensive e calunniose denigrazioni ai loro danni.
Ma ritorniamo alla cronaca ed all’episodio dell’arresto di Luigi Galizia perfettamente descritto (quasi come in una sceneggiatura cinematografica) da Pasquale Sorrentino che riesce sempre a leggere con grande attenzione gli avvenimenti di varia natura che afferiscono al territorio dell’intero Vallo di Diano:
- “ … Galizia, individuato all’interno di un’abitazione nel centro storico di Sala Consilina e disarmato, non ha opposto resistenza. Era in bagno al momento dell’arresto. L’importante azione è avvenuta sotto il coordinamento della Procura Generale di Catanzaro. Su Luigi Galizia, gravava un mandato di cattura emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catanzaro dal 28 dicembre 2023. Galizia, infatti è stato condannato definitivamente all’ergastolo per aver commesso il duplice omicidio di Edda Costabile e Ida Attanasio il 30 ottobre 2016. Si era reso latitante nel dicembre 2023 prima che la sentenza diventasse definitiva. Il delitto, conosciuto come la “strage di San Lorenzo del Vallo”, avvenne nel cimitero del piccolo comune cosentino, dove Galizia uccise la madre e la sorella di Attanasio Francesco con diversi colpi di pistola per vendicare l’omicidio del fratello Damiano Galizia, avvenuto per mano di quest’ultimo …”.
Una fine verosimilmente indecorosa; per un criminale incallito come Galizia, pluriomicida, essere afferrato nel cesso della casa della sua “femme fatale” per la malavita rappresenta davvero una condanna peggiore della cattura e dell’ergastolo.
Peccato che Galizia non sia stato mostrato alla stampa come un tragico trofeo di guerra; probabilmente lo stesso attento Pasquale Sorrentino avrebbe forse avuto modo di vedere e fotografare “un pulcino bagnato”; ma Galizia nel mondo criminale non è mai stato un pezzo da 90, tutt’altro.
Nessun paragone con il mitico ed inafferrabile “primula rossa” della camorra nocerino-sarnese Pasquale Loreto, killer spietato ed autore di un centinaio di omicidi, che venne catturato a Pagani esttamente trenta anni fa:
- “ … accadde la notte tra l’11 e il 12 giugno 1994 quando in una Pagani letteralmente assediata dalle forze dell’ordine venne catturato Pasquale Loreto (la cosiddetta “primula rossa”della camorra). L’inafferrabile cadde per colpa di una “femme fatale”, tale “M.S.”, amante del boss. Quella mattina del 12 giugno 1994 tutta la stampa venne convocata in Questura a Salerno per mostrare il “mito della camorra” caduto miseramente per colpa di una donna e delle sue grazie così affannosamente ricercate nella notte. Ebbi modo di incrociare lo sguardo di Pasquale Loreto, esibit9o sotto i portici della Questura, e non vidi i tanto decantati “occhi di ghiaccio” ma piccoli occhietti adattabili benissimo ad un bambino impaurito o, meglio, d un pulcino bagnato. Come del resto diventano un po’ tutti dopo l’arresto … non si è mai saputo chi fosse l’autore della soffiata, anche se molte ombre si addensarono sull’avvenente fanciulla paganese … “.
Descrissi così quella insperata cattura di un killer-boss vero ancora avvolto nelle spire delle voluttuose braccia della sua femme fatale; a Galizia è toccata una sorte molto più indecorosa.