Il coraggio di riscoprire le ideologie.

 

da Salvatore Memoli (avvocato – giornalista – scrittore)

Non ci sono stagioni della politica, mancano le bussole di riferimento. I tempi sono dettati dalla pancia, è sempre più assente la logica dei buoni programmi.
Se questa è la cifra dell’attualità, siano benedette le ideologie di una volta, quelle che hanno guidato donne ed uomini nella partecipazione alla vita politica.
Con le ideologie, siano benedette le scuole di formazione con le quali si preparavano i quadri politici e si mettevano le idee sulle gambe di persone che le  difendevano fino al dono della loro vita.
Se era vero che le ideologie rispondevano ad una divisione delle grandi idee, dopo la rivoluzione francese, nondimeno alcune di esse hanno aiutato i popoli a migliorarsi, a difendersi dai soprusi e dalle minacce di chi deteneva il potere di decidere. La più grande rivoluzione è stata quella industriale che ha generato i moderni schiavi, quelli che lavoravano per più della metà della giornata, senza avere il diritto di cose fondamentali e primarie, come quella di andare in bagno. Sacrificati alle produzioni, le grandi ideologie hanno posto la difesa di queste persone al primo posto nella lotta politica e sindacale.
Quando il fascismo sciolse l’Azione Cattolica, la chiesa ha custodito intonsa la cultura della democrazia ed ha fatto le differenze.
I popolari di allora lottarono in nome dei valori di democrazia e dei principi cristiani fino a tessere la tela di un umanesimo popolare e cristiano che poneva il rispetto di tutti al centro delle priorità politiche.
Senza trarre lezioni affrettate, le grandi ideologie ci sono state finché è stato indispensabile il coraggio di idee dinamiche, un’azione politica che poneva i principi generali come premessa di un grande impegno di massa.
Le grandi ideologie non hanno imposto i loro valori, li hanno condivisi e praticati. Non hanno violentato le masse alle quali hanno proposto strade di libertà e di convivenza, oltre l’intolleranza.
A che serve una cartolina di un passato che non trova più sostegno nella pratica di valori fi massa? Se resta traccia di grandi ideologie, serve raccogliere ancora e rendere moderne ed attuali le idee che c’erano dietro.
Il male del nostro tempo politico è il relativismo ed il pragmatismo: due insidie che nascondono la presunzione di un’epoca che non ama la programmazione e men che mai la certezza di un metodo imbevuto di grandi idee.
La tipicità delle posizioni politiche è garanzia di progetti fecondi soprattutto se sostenuti e condivisi dalle masse.
Alle masse deve essere garantita una partecipazione vera ed una preparazione a prassi politiche ispirate dalle loro intuizioni. Si deve fermare la frammentazione e la divisione basate sull’egoismo di menti malate e ribelli. Non deve trovare più spazio in politica l’individualismo egoistico e dannosi. Occorre muoversi insieme, con grandi idee e grandi progetti, rinunciando alla pseudocultura dell’uomo solo che sa tutto ed è sufficiente per tutto.
Ripensare la politica con uno sguardo ad un passato positivo e si grandi valori delle grandi scuole di pensiero.
Ci sono idee moderne che si esaltano per posizioni sovrane, individualiste e affette da miopia. Tutta la concentrazione dell’idoneità politica in capo a pochi, contrasta con quel meraviglioso risveglio della rivoluzione francese al grido di libertà, uguaglianza e fratellanza.
Possibile che le idee politiche non sappiano riscoprire la profondità dei grandi movimenti politici popolari e socialisti del nostro passato?

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *