C.F.I.: la voragine dei conti … e la destra cosa ha fatto !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Giusto ritornare sullo stesso argomento il giorno successivo la primo intervento perché la dimensione della vicenda è talmente grave che necessita di un sereno e prolungato approfondimento.

Prima di andare avanti, però, è necessaria una correzione al mio articolo di ieri; per il caso del Consorzio Farmaceutico Intercomunale (CFI) improvvisamente ripiombato nella tempesta politica tra csx e cdx; la correzione per chiarire che le querele contro il sottoscritto sono state due e non una, e sempre per cercare di raccontare la verità.  Ma questo, ovviamente, è poco importante rispetto alla assoluta gravità dell’intera vicenda.

Ma dobbiamo andare con ordine per meglio capire cosa potrebbe essere accaduto nel tempo per trovarci oggi con una ex brillante struttura intercomunale in piena zione demolitrice, con gravi responsabilità, come dicevo, sia della sinistra che della destra in quanto entrambe le fazioni politiche hanno avuto modo di gestire il gioiello “C.F.I.” creato da nulla dall’avv. Salvatore Memoli; sicuramente il csx lo ha gestito per più tempo, ma anche la destra ci ha messo becco.

Entrambe le fazioni politiche, a mio sindacabilissimo avviso, hanno avuto un obiettivo comune: andare tutti di corsa verso la “Genetic Spa” guidata dal fondatore dr. Rocco Pavese; una holding di livello internazionale che oltre a produrre specifici medicinali ed a rifornire centinaia di farmacie, spesso ricorre ad azioni di salvataggio verso le farmacie in sofferenza economico-organizzativa.

In quest’ottica va rivista e ridisegnata l’azione di gestione amministrativa perpetrata negli anni del dopo-Memoli dagli incauti e, forse, insipienti amministratori i quali dopo aver gestito pessimamente la struttura, pur di uscire indenni da quella scabrosa situazione creta da loro stessi hanno inseguito la chimera della Genetic Spa come ancora di salvezza del CFI e delle loro responsabilità.

Prima ancora di andare in Procura mi permetto di suggerire al c.c. Roberto Celano (sempre molto attento alle problematiche finanziarie di bilanci e cose varie) di fare un sereno – equilibrato ed indipendente screening di cosa è accaduto in questi anni per capire bene e meglio chi ha contribuito di più alla demolizione del gioiello_CFI-Memoli.

Potrebbe scoprire che se la fazione “Piero De Luca, cerchio magico e Vincenzo Servalli con Franco Alfieri” ha, forse, contribuito alla demolizione del gioiello in maniera minore rispetto al contributo che hanno dato gli attori dell’altra fazione in campo “Marco Gali, Pasquale Aliberti, Giovanni Moscatiello e Massimo Cariello” da annoverare storicamente come i veri demolitori del Consorzio, forse.

Questo il quadro generale, ovviamente soggetto a rivisitazione e correzioni, entro il quale la politica di oggi dovrebbe muoversi per cercare la strada maestra della risoluzione del complicato problema, senza ricorrere forzatamente (anche se nella fattispecie apparrirebbe necessario) alla Procura della Repubblica per le ragioni che ho già abbondantemente spiegato ieri.

 

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