Aldo Bianchini
SALERNO – Giù il sipario, la tragedia si è compiuta, la parola fine è stata scritta. Queste poche parole rendono bene il messaggio che intendo inviare a quanti nel recente passato hanno fatto finta di essere socialisti riuscendo a rimanere sempre nei gironi pesanti e produttivi intorno ai big di quel socialismo che non c’è più. Quegli stessi finti socialisti che da qualche tempo in qua, dopo anni di silenzio assoluto quando c’era bisogno di difendere l’indifendibile potere dei vecchi big assaliti dalla magistratura, si ritrovano oggi ben schierati in tanti gruppi web della politica a sparare cazzate un giorno sì e l’altro pure, con la speranza di raccogliere quel che è rimasto del latte un tempo rigoglioso di quella gigantesca mucca passata alla storia con la denominazione “P.S.I. di Bettino Craxi”.
Si affanna il giovane (dal punto di vista politico) avvocato salernitano Vincenzo Maraio (detto Enzo) dal palcoscenico della messa in scena della tragedia per cercare di spiegare che non tutto è perduto e che bisogna ancora credere nella possibilità di rimonta e di resurrezione. Ha tentato con tutti i mezzi a sua disposizione di salvare il salvabile, partendo dalla carica di “segretario nazionale” che i “grandi vecchi” caparbiamente non gli hanno mai voluto riconoscere.
Enzo ha le idee chiare, ma non basta, vorrebbe salvare il salvabile ma non di quel glorioso partito che non c’è più (dopo aver raggiunto i fasti del 33% dei consensi a Salerno e provincia), ma del partito sempre denominato PSI che Egli è riuscito a creare in questi anni di difficile gestione politica e di durissima battaglia interna. Fortunatamente per Lui un’ancora di salvezza gliela offerta proprio De Luca (il nemico giurato dei vecchi soloni socialisti) con un posticino nel suo cerchio magico.
Il palcoscenico è diviso in due; da un lato in un angolo striminzito c’è Maraio che comunque fa sentire la sua voce; dall’altro lato ci sono i tre attuali giganti: Lucia Annunziata, Sandro Ruotolo e Raffaele Topo che di socialismo, almeno quello che conosco io, non hanno la benchè minima idea; anzi i primi due hanno prodotto negli anni cruciali di tangentopoli servizi e redazionali distruttivi contro il PSI craxiano e dei suoi seguaci (oggi grandi vecchi soloni); il terzo sempre nascosto all’ombra di “don Ciccio”, suo padre autista di Antonio Gava (mitico doroteo, detto “Il Vicerè”), che gli ha insegnato come si raccolgono i voti dovunque e comunque.
In platea sotto l’area riservata a Maraio solo silenzio; sotto l’area riservata ai tre (Annunziata, Ruotolo e Topo) i grandi vecchi presunti socialisti, e non, ad applaudire freneticamente la vittoria dei due comunisti veraci e del democristiano partorito a forza.
E pensare che anche io, con l’umiltà dei mezzi che avevo a disposizione, nel periodo di tangentopoli produssi tanti servizi e redazionali a favore degli allora big del socialismo e della politica in genere e locale; mi beccai ben quattro rinvii a giudizio e i beneficiari (tutti economicamente facoltosi !!) dei miei interventi mai e poi mai, neppure per finzione, misero mano alla tasca per alleviare il macigno delle spese legali che incombeva sulla mia testa. Questi erano i mitici vecchi e soloni del PSI craxiano, quarantiano e contiano.
Probabilmente la mia esperienza socialista finisce qui.
Amara e condivisibile,constatazione. Un caro, saluto.
Non credo che socialisti e democristiani abbiano applicato, durante il loro governo, l’ideale delle loro appartenenze. Per racimolare voti e consensi hanno tutti applicato la regola clientelare che ha prodotto non pochi guasti. Quindi direi: chi è senza peccato scagli la prima pietra. In più è doveroso evidenziare che PD e FI sono quei partiti che hanno raccolto nelle proprie fila tutte le schifezze e le rimasuglie dei vecchi partiti, nessuno escluso.