da Pietro Cusati (Giurista-Giornalista)

L’amore per la verità, il bene e la bellezza , occorre  coniugare l’informazione con la riflessione, il parlare con l’ascoltare, il discernimento con l’amore. Il giornalista risponde a regole deontologiche, i fatti si possono verificare, le opinioni no e sono nella responsabilità di chi le emette. La libertà e l’autonomia del giornalismo e dei giornalisti sono un architrave della democrazia e costituiscono il fondamento del diritto dei cittadini all’informazione. La libertà di stampa e in generale di espressione serve per trasmettere fatti o opinioni che possono dare fastidio a qualcuno. Le norme sulla presunzione di innocenza, pur richiamandosi ad un principio sacrosanto, hanno fatto solo danni colpendo esclusivamente l’accesso alle fonti e limitando il diritto di cronaca, così come altri provvedimenti – a partire dalla riforma della diffamazione – tendono a restringere sempre di più gli spazi dell’informazione professionale.

Una vocazione  come quella del medico, che sceglie di amare l’umanità curandone le malattie. ‘’Il giornalista sceglie di toccare con mano le ferite della società e del mondo ’’.Sono parole di ringraziamento  di Papa Francesco ai giornalisti  per il loro lavoro.  «Vi devo chiedere scusa per le volte in cui le notizie che in diverso modo mi riguardano vi hanno sottratto alle vostre famiglie, al gioco con i vostri figli ,questo è molto importante; io, quando confesso, domando ai genitori: “Lei gioca con i figli?”: è una delle cose che un papà e una mamma devono fare sempre, giocare con i figli –, e al tempo da trascorrere con i mariti o con le mogli». La bellezza del lavoro del giornalista è quella di fondarlo sulla solida roccia della responsabilità nella verità, non sulle sabbie fragili del chiacchiericcio e delle letture ideologiche; che sta nel non nascondere la realtà e anche le sue miserie, senza edulcorare le tensioni ma al tempo stesso senza fare clamori inutili, bensì sforzandosi di cogliere l’essenziale.