Aldo Bianchini
VALLO di DIANO – “C’ero, ci sono, ci sarò”, sembra essere questo il vangelo che accompagna da una vita e per la vita il mitico personaggio valdianese Enrico Zambrotti, ritornato ad occupare la poltrona di primo cittadino di San Pietro al Tanagro che è già stata sua in un passato più o meno remoto.
Il silenzio e l’immobilità dei giovani, perennemente assenti dal dibattito politico del Vallo di Diano, hanno risvegliato dal lungo letargo (soltanto apparente !!) l’eterno “dinosaurus rex” che, proprio in considerazione del letargo, è ancora più affamato di prima e che già qualcuno vorrebbe ridenominare “tirannosaurus rex” in memoria delle passate scorribande politiche – amministrative – finanziarie nel Vallo ma anche in tutta la provincia.
Storico lo scontro con l’allora procuratore della repubblica Domenico Santacroce (detto don Mimì) che lo aveva messo nel mirino della giustizia come il vero personaggio da abbattere per mettere in ginocchio l’odiato partito socialista di Enrico Quaranta prima e di Carmelo Conte poi.
Un’intelligenza sicuramente superiore (che più di qualcuno definisce “poco democratica”, senza specificare bene cosa significa il termine democratico) quella di Zambrotti che oggi ritorna nella disponibilità dell’intero Vallo di Diano nell’ottica di un riassetto più o meno definitivo delle cariche e degli incarichi istituzionali all’ombra, come si faceva un tempo, di intrighi – scontri – accordi insani – veleni diffusi ed apparenti certezze di un domani migliore mai concretamente realizzato.
Non è facile interpretare la storia futura e ravvicinata degli intrecci valdianesi che può contare, per quanto riguarda i sindaci a trazione sinistrorsa (praticamente tutti, tranne Rinaldi di Montesano) che oggi, dopo le Europee e le amministrative che non hanno spostato l’ago della bilancia dal centro sinistra, rispondono ancora più marcatamente al richiamo delle sirene deluchiane.
Per capire qualcosa di più, anche dopo il travolgente successo di Mimmo Cartolano a Sala Consilina. bisogna necessariamente seguire con attenzione tutti i passaggi politico-amministrativi dei due strateghi della politica valdianese (Esposito e Zambrotti) e del crescente polo che si sta creando intorno a Tommaso Pellegrino che non a caso ha festeggiato in piazza il successo di Cartolano e il cambio della guardia ad Auletta (anche se fuori zona rispetto alla Comunità Montana). In ballo la presidenza della Comunità Montana, del GAL e finanche la poltrona di sindaco di Teggiano.
Il quale Mimmo Cartolano ha chiarito subito le sue intenzioni affermando “Alla Comunità Montana ci vado, per il momento, io personalmente” che suona subito come un messaggio trasversale verso l’altro polo in campo, quello che farebbe ancora capo a Corrado Matera che in termini prettamente numerici potrebbe ancora contare su una risicata maggioranza; ed ha fatto benissimo Cartolano, difatti i nuovi riassetti delle cariche e degli incarichi partono proprio da lì, dalla Comunità Montana dalla quale è uscito Francesco Cavallone (plenipotenziario di Matera) ed è entrato Cartolano (plenipotenziario di Pellegrino).
E, come ho già scritto nel precedente articolo, qualcosa già si muove tra i due blocchi e lo stratega Vittorio Esposito (dopo aver contribuito pesantemente all’elezione al Parlamento Europeo di Raffaele Topo, con immancabile polemica successiva per colpa di una fotografia che è stata tagliata su FB da mani ignote) è già al lavoro.
Ma tutti, proprio tutti, dovranno fare i conti con il Vangelo secondo Zambrotti: “C’ero, ci sono, ci sarò”.
C’era, c’è e ci sarà per il colpo di grazia al Vallo Di Diano. Estraneo alla democrazia ed a ogni forma di pluralismo, spaccia l’unanimismo per inclusione proprio perché non concepisce il minimo dissenso. Cronaca di un degrado annunciato. Aiuto!