CERVATI: il sindaco, i presunti ambientalisti e la strada della discordia

 

Aldo Bianchini

SANZA – Dalla vicenda abbastanza indecifrabile della strada lungo le pendici del Cervati (il monte più alto della Campania) sono emersi, con chiarezza, atteggiamenti abbastanza grotteschi di chi è contro tutto e tutti al riparo dietro lo scudo importante (ma solo se utilizzato bene, che non è il caso in questione) di ITALIA NOSTRA che per il territorio Cilento-Lucano è rappresentato dalla dott.ssa Teresa Rotella.

La triste vicenda ha direttamente e indirettamente coinvolto il Comune di Sanza, l’Ente Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, il Ministero dell’ambiente e quello della cultura, l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale, la Comunità montana del Vallo di Diano e la Regione Campania e finanche l’arciconfraternita Maria Santissima delle Neve di Sanza che, caso rarissimo, si è schierata contro il ricorso dell’associazione ambientalista e si era costituita parte civile, con il via libera del vescovo.

Al grido di “la strada non s’a da fare” il pesante maglio di ITALIA NOSTRA si era abbattuto sul capo di tutti coloro i quali avevano recitato un ruolo nella concessione dei fondi economici necessari, nella progettazione dell’opera e nelle successive sedi per i necessari nulla osta che, nella fattispecie, secondo il sindaco Vittorio Esposito sono tutti perfettamente in regola; tanto è vero che i lavori vanno avanti senza indugio.

Vanno avanti anche perché, caso più unico che raro, ci si è messo di traverso anche il TAR rispetto alla richiesta dell’associazione ambientalista che, almeno nel presente caso, si è buttata nel tritacarne ad occhi quasi del tutto chiusi e con una certa impreparazione dia sul piano emotivo che su quello prettamente giuridico.

  Difatti i giudici amministrativi hanno dichiarato il “ricorso irricevibile stante la sua acclarata tardività, per essere stato notificato bene oltre il termine decadenziale”, e spiegano, nelle tredici pagine della sentenza che la richiesta di annullamento degli atti è stata avanzata nell’aprile scorso, in ritardo rispetto al rilascio dei nulla osta, l’assegnazione dei finanziamenti e l’avvio dei lavori, iniziati nell’aprile del 2022.

E qui la domanda più classica: “La richiesta è stata preparata da un oscuro burocrate dell’associazione o da un avvocato amministrativista ?”; perché la decisione del TAR, così come formulata, è inappellabile e sarà necessario rinnovarla per poter sperare (credo inutilmente !!) nella revisione di tutta la vicenda.

Non so come finirà, ma questa è un Nazione in cui può davvero accadere di tutto n ei meandri inesplorabili del Tar, del Consiglio di Stato e poi di nuovo del Tar e del Consiglio di Stato; tanto a carico delle Associazioni non esiste alcun costo oneroso per l presentazione dei ricorsi (tranne le imposte fisse dello Stato).

Al momento l’unica figura politica che si è stagliata su tutta questa inquietante vicenda è quella del sindaco di Sanza, dott. Vittorio Esposito, che ha sfoderato tutte le spade a sua disposizione ed in maniera forte ha controbattuto ogni mossa di Italia Nostra, sfruttando al meglio la sua ormai riconosciuta abilità mediatica con i suoi accalorati sfoghi sulle frequenze di 105/TV (che io sottoscrivo in pieno) contro chiunque si è opposto alla realizzazione della strada per il Cervati; strada che al di là delle inutili chiacchiere rimane come l’unica soluzione per il rilancio turistico – ambientale della vetta più alta della Campania.

E Vittorio Esposito è, al momento, l’unico sindaco del territorio e della Campania che con idee chiarissime ha avanzato l’ipotesi di una richiesta di risarcimento danni, nei confronti di Italia Nostra e di tutti coloro che hanno sostenuto il ricorso, valutabili in almeno 10milioni di euro.

 

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