LUNGO I SENTIERI INTERROTTI DELL’EUROPA

 

 

di Paola Bergamo e Angelo Giubileo

 

La forza dello stato- non è nelle sue navi ma nei suoi uomini.” (Tucidide)
Vale per la pace dello Stato e dell’Europa ma invece ci si articola e districa tra plutocrati, tecnocrati, diplomatici, idealisti, retori, demagoghi, dittatori, nazionalisti, ipocriti, sognatori, martiri. Allora Leopardi, come Qoelet, aveva ragione nel giudicare infinita la vanità del tutto, e la vita quasi una miseria inutile se non sterile.

Nei venti di guerra che spirano e odorano di morte, il mondo occidentale non ritrova ancora, per così dire, il suo oriente; e viceversa, e gli uomini sono prestati al martirio e si martirizzano anche le cose.

Due anni fa circa, subito dopo aver pubblicato un breve ma pur intenso memoriale sulla via europeista tracciata da Mario Bergamo, I sentieri interrotti, quelle stesse parole hanno preso il sopravvento sui fatti. Del resto le parole, secondo la teoria delle idee dello stesso Platone, hanno sempre la capacità di “creare scompiglio”. Ma, come dice Heidegger, lungo “il corso del mantenimento dell’essere” la realtà dei fatti s’impone con forza.

 

La via maestra tracciata da Mario Bergamo era quella di una “Unione Perfetta” * nel nome del Laicismo Integrale* tra popoli che avessero le stesse origini dirette, lo stesso spirito, quello del laicismo, gli stessi bisogni spirituali e materiali, la stessa funzione nella vita insomma qualcosa di molto diverso dall’ Unione Europea mercatale di Bruxelles.

Diceva: “Il concetto di Unione rischia di rimanere un’espressione vuota quanto l’altra, quella di Stati Uniti d’Europa”*. L’idea principe era quello di un “nocciolo iniziale”, per quelle nazioni che volessero starci nel collaborare insieme al mantenimento di una pace che prima di tutto fosse sociale, necessariamente fondata sulla giustizia sociale, perché ciascuno stato in Europa è l’equivalente di una classe sociale all’interno di uno stesso stato. Ne consegue, perciò, che debbono essere tenute in debito conto le proprie specifiche peculiarità, differenze e necessità da armonizzare, indispensabili tanto quanto le affinità che uniscono.

In sostanza altro non è che il Repubblicanesimo Sociale spostato dal piano nazionale a quello internazionale e, per quel che qui riguarda, il piano europeista, che giammai può essere il frutto di “un’artificiosa unità, basata solo su un generico – e quindi impotente – antifascismo, rivelatosi spesso più di maniera e del resto professato anche da molti rappresentanti di una politica, nazionale, che invece era stato il substrato dell’esperienza mussoliniana”.

Per un’Unione – che dicesi Perfetta, ma s’intende interstatale, occorrerebbe perseguire una pace internazionale, che può edificarsi solo su un principio di giustizia internazionale. Ma succede ciò che continua ad accadere con il disarmo: nessuno vuole iniziare per primo perché si teme l’ingiustizia degli altri.

La crisi della politica è figlia dell’arricchimento capitalistico-finanziario e si presenta nella sua gravità di crisi sociale oggi evidenziata dall’acuirsi delle disuguaglianze, dall’incremento dell’impoverimento di molti a fronte del maggiore arricchimento di pochi.

Così che anche il sentiero attuale dell’Europa emerge, come già da noi anticipato, come nient’altro che un sentiero interrotto, insieme ai tanti altri incontrati lungo il corso della storia del continente, una storia viceversa ininterrotta di pace e di guerra.

Nell’Unione di oggi ha prevalso l’animus da mercanti che, sommato a quello belligerante, rischia di ridurci in mendicanti. All’evidenza dei fatti e delle guerre attuali, appare ancora possibile percorrere la “via” di una Europa delle Nazioni, considerata anche da Mario Bergamo quale tappa intermedia verso il sogno di un’Unione Perfetta. Tuttavia, siamo consapevoli che la via non è esattamente la stessa per ognuno e anche le strade maestre più ampie rischiano di interrompersi.

Il principio, però, rimane immutato.

*La France et l’Italie sous le Signe du Latran ou la République franco-italienne sous le signe du Laicisme intégral (S.E.P.I. Paris 1931) – Laicismo Integrale (AMI -Torino 1968)

 

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