da Pietro Cusati (Giurista-Giornalista)
Si tratta del celebre discorso, pronunciato 100 anni fa, in cui Matteotti denunciò in Parlamento le violenze fasciste alle elezioni del 6 aprile del 1924. “Crediamo di rivendicare la dignità domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla giunta delle elezioni”, la conclusione del discorso letto dall’attore, accolto dalla standing ovation dell’Aula. Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti,uomo libero, pronunciò nella Camera dei deputati il suo ultimo discorso, difese la libertà . Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto a palazzo Montecitorio alla cerimonia commemorativa del centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti. Dopo il saluto del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, la figura di Matteotti è stata ricordata da Bruno Vespa; Emilio Gentile, Professore emerito di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; Luciano Violante, già Presidente della Camera dei deputati.Al termine, sono stati premiati i vincitori del concorso “Matteotti per le scuole” anno scolastico 2023/2024. Conclusa la premiazione, l’attore Alessandro Preziosi, dallo scranno da cui il deputato Matteotti svolse il proprio intervento il 30 maggio 1924, ha letto un estratto del testo.Prima della cerimonia, il Presidente Fontana e il Presidente Mattarella hanno visitato l’esposizione dedicata a “Matteotti parlamentare” in Transatlantico. Giacomo Matteotti,uno dei Padri della democrazia, giornalista, segretario e deputato del partito socialista unitario, nacque a Fratta Polesine. Dopo la laurea in Giurisprudenza, conseguita nel 1907 presso l’Università di Bologna, iniziò a militare nei movimenti socialisti, dei quali divenne presto una figura di primo piano. Nel 1919 fu eletto, per la prima volta, in Parlamento, venendo poi rieletto nel 1921 e nel 1924. “Nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà. Nessuno si è trovato libero, perché ciascun cittadino sapeva che, se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c’era una forza a disposizione del governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso”. Con queste parole il 30 maggio del 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti denunciava alla Camera dei deputati le violenze e le illegalità commesse dai fascisti per vincere le elezioni politiche, tenutesi il 6 aprile di quell’anno. Matteotti, protestando vivamente contro quanti in aula cercavano di impedirgli di parlare, chiese poi il disconoscimento del risultato elettorale. Al termine del suo discorso, rivolgendosi ai suoi compagni di partito, disse: “Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”. Poco dopo il suo discorso alla Camera, il 10 giugno 1924, Matteotti fu rapito e assassinato da una squadra fascista al comando di Amerigo Dumini. Il corpo fu ritrovato due mesi dopo l’omicidio, il 16 agosto a Riano. I funerali si svolsero tre giorni più tardi, il 19 agosto, a Fratta Polesine, sua città natale.