da Angelo Giubileo (avvocato – filosofo)
Nel corso della Convention di Vox, conclusasi oggi a Madrid, la Presidente del Consiglio e leader dei Conservatori europei Giorgia Meloni è intervenuta, con insolita ed estrema chiarezza, delineando il quadro della situazione internazionale, reso ancor più complicato dagli eventi delle ultime ore, e le proposte di risoluzione delle crisi resesi parimenti necessarie.
La leader ha innanzitutto fatto leva sulla scelta necessaria dell’Europa e dell’Unione Europea e quindi sulle scelte che, a suo giudizio, si rendono necessarie per “la rinascita del nostro Continente”. In vista del prossimo voto europeo, è questo un primo punto importante da fissare e cioè, rispetto alle scelte del passato, la necessità di “costruire un’Unione Europea diversa e migliore di quella di oggi”.
Ciò che, nella situazione attuale e già da qualche tempo, significa innanzitutto sostenere lo sforzo bellico nel Continente, dopo che la Russia ha dichiarato guerra all’Ucraina. Nell’incapacità di sostenere tale sforzo da sola, l’Unione Europea ha deciso di sostenere lo sforzo della NATO e pertanto si è schierata apertamente, evitando di abbandonare il destino dell’Ucraina a se stessa.
Nel corso dei circa trent’anni trascorsi, l’Unione Europea è stata incapace di dotarsi di una propria forza militare capace di sostenere uno sforzo bellico, che si rendesse necessario, sia all’interno che all’esterno dei propri confini territoriali. E pertanto, la scelta della NATO si è rivelata, così come evidentemente è stata, ancora una volta necessaria. Quest’incapacità è stata evidenziata da Giorgia Meloni, che, per l’appunto, ha parlato di “un’Unione Europea ancora incapace di darsi una missione geopolitica”. Ciò che si spiega essenzialmente con la volontà di “chi, come la sinistra” – ha detto ancora la Meloni – “ha inteso imporre la sua agenda globalista e nichilista”.
E pertanto, la leader ha continuato facendo riferimento alle scelte europee del passato in campo economico e culturale. Fallite le scelte e a conti fatti le prospettive globaliste di un’economia statunitense – solo in parte sostenuta dall’intero carro europeo – l’Unione Europea si è dimostrata altresì incapace di sostenere l’avanzata e la concorrenza dell’economia cinese e degli altri Paesi, e per primi arabi, esterni all’asse con gli USA. Nell’attualità, la necessità è divenuta pertanto quella di dare una nuova spinta a “un continente stanco, remissivo, viziato, che ha pensato di poter barattare l’identità con l’ideologia, la libertà con la comodità” – con l’intento, mi sia permesso aggiungere in estrema sintesi, di sostituire l’idea alla realtà -, così che “oggi inevitabilmente paga il prezzo delle sue scelte”.
E allora – ha concluso la Meloni: “Siamo alla vigilia di un voto decisivo, perché per la prima volta l’esito delle elezioni europee potrebbe sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti”.