da Antonio Cortese (docente – giornalista)
Totalmente priva di logica e raziocinio, la classifica annuale bandiere blu risulta una bufala ed una presa in giro per turisti ciechi, specie per gli stessi italiani.
Come possono mai Sicilia e Sardegna essere terze o in quarta posizione nei confronti la Liguria?
Che la Campania abbia la solita e sudata medaglia di bronzo sembra traguardo raggiunto e consolidato. Ma al comitato per tali classificazioni e classifiche meno degne delle settimanali hit parade radiofoniche, gliele hanno mai mandate due cartoline? Sui personal computer e telefonini non le vedono tutto l’anno le foto per “sugg-estivi” sfondi schermo su ogni sito di notizie o semplici pubblicità?
In più di un articolo sul quotidiano di Salerno ho cercato anzitempo di ironizzare sull’istituto, la Fee, che oltre all’acronimo equivale anche tradotto in inglese al sinonimo spicciolo di “tassa”, “biglietto” “ammenda”o costo aggiuntivo.
Innanzitutto non si dovrebbe comunicare così all’estero una gara interregionale intestina per poi mettere in particolare gli italiani stessi in una competizione che nel turismo non esiste né esiterà mai altrove.
Ai tempi di un mio altro articolo su Cronache del mezzogiorno, ho spiegato ripetutamente riportando interviste a direttori di alberghi di entrambe le costiere, come in uno più recente sul presente servizio on line, che il turismo é l’unica “industria” in cui si muove una catena in continuo rodaggio, intercambio e smistamento dell’incoming specie nelle alte stagioni. Così dappertutto funziona e lavora ogni addettoal settore, dai tassisti fino ai servizi in camera o alle navette. Per i lidi privati o in concessione poi, l’ingerenza dello stato, che come accennato in precedenza da risolutore dei problemi si é rivelato un avido e severo censore, ha appesantito gli standard per comitato confuso alla Bolkestein senza considerare peculiarità di cui il disegno di legge Gasparri ad esempio, che da solo é semplicemente migliore della dibattuta autonomia voluta dai leghisti. portando il sistema fuori logica natura. I criteri riguardano per l’ottanta per cento fattori che non hanno l’ambiente preso così come è, mare in particolare, ma servizi che più sono e meno ambientali risultano, in totale contraddizione di principio.
Le difficoltà economiche stagionali saranno anno dopo anno stressanti per questa industria che invece di essere libera impresa sarà come da qualche anno in crescendo una voragine affamata dell’assistenzialismo in una logica vetero-comunista senza sbocchi. I criteri della Fee considerando l’esame dei soli lidi, non concepiscono inoltre la balneazione di tutte le svariate imbarcazioni da diporto che oltre i trenta metri dalla costa guadagnano personalmente i propri metri cubi di acque cristalline. Disposizione decise da chi non sa nuotare, probabilmente.
La marina di Arechi fortunatamente per i risvolti pubblicitari é stata inserita come si trattasse di una baia incontaminata, ma elencare in costiera amalfitana solamente Positano sembra un giudizio ignorante viziato dal vezzo, perché turisti esteri ed imbarcazioni si troveranno sempre lì vicino lo scoglio e all’anfratto della spiaggetta singolare come lungo l’intero Cilento.