da Salvatore Memoli (avvocato – giornalista – scrittore)
SALERNO – Continuare a lottare contro De Luca, senza metodo politico, senza un disegno ed un obiettivo che non sia denigrare per sostituirlo, è ancora una realtà politica dei nostri giorni. Sentirsi contenti che a De Luca non sarà consentito di avere un terzo mandato, al di là dell’effettiva concretizzazione di questa ipotesi, resta il solo messaggio politico di un’opposizione che non rassicura gli elettori.
La gente non ne può più di contumelie e di denigrazione fine a sé stessa. La politica deve riempirsi di contenuti, deve costruire percorsi chiari, dare risposte di programmi che indicano come si faranno le cose, chi le farà, precisando le risorse economiche e il personale politico che sarà impegnato in questa fase della sostituzione e dello start up di altre forze politiche.
Governare un ente significa innanzitutto rispettarne il suo valore, il suo rappresentare l’universalità di interessi, di leve gestionali, di indirizzo, per un grande territorio che ha la cura di numerosi centri produttivi, di centri di costo, di cultura, arte, industria, commercio, agricoltura, turismo e tanto altro. Ma è soprattutto una realtà istituzionale che ha relazioni esterne di grande consistenza, come un faro di valori che proietta attorno a sé.
La Regione Campania gestirà, dopo le polemiche strumentali, di una e altra parte politica, finita in un motteggio ridicolo che non rispetta lo spessore degli interessi per un territorio fatto da circa sei milioni di cittadini, le cose nuove da fare, quelle da continuare a garantire, le programmazioni vigorose e di alta rispondenza ai migliori canoni della modernità tecnologica e scientifica.
Viene da chiedersi e sarebbe giusto ricordarlo sempre a chi affideremo questa gestione di fiumi di finanziamenti che vengono da lontano? Quali sono i programmi che s’intenderanno realizzare, chi li realizzerà, con quali competenze e garanzie?
Sono sicuro che qualcuno potrà contestare che la Regione di De Luca non sa spendere le risorse finanziarie a disposizione. Il che potrebbe essere vero ma non esclude una dimestichezza nella programmazione sebbene debba migliorare. Finora non ho ascoltato una dichiarazione sulle modalità di utilizzo delle risorse, da parte degli oppositori o se si vuole non è stata comunicata l’organizzazione che s’intende mettere in campo per farlo, i nomi del personale politico e gli obiettivi da raggiungere, al posto di De Luca. Insomma la Regione non ha bisogno del chiacchierio politico, la sua importanza come Ente territoriale richiede programmi ed organigrammi acclarati che debbono essere messi alla prova di interventi che sono in grado di interferire con il PIL e i benefici collettivi.
Fin qui è un assistere al cabarettistico “ Fatti più in là “, togliti che mi ci metto io!
Così non va bene, non ci è utile, non risolve le attese europee sull’affidabilità di politici capaci.
Ma questo non deve far stare tranquillo De Luca che anche nel suo apparato mostra di avere uno staff antiquato e timido per affrontare la realtà regionale. De Luca ha bisogno di gente nuova, di un centro di programmazione progettuale, di apparati tecnologici rinnovati e fattivi. Il Governatore deve abbandonare il suo antico difetto di fidelizzare garantiti esecutori di ordini che troppo spesso hanno imparato il ruolo dei fedelissimi e poi fanno i fatti propri. In Regione debbono arrivare risorse nuove, se veramente interessa gestire bene i fondi di coesione. Prendiamo atto che anche in Regione De Luca ha un cerchio magico di persone che stritola innanzitutto lui. Il Governatore ha un’immagine forte nell’opinione pubblica ma ha scarso senso di valutazione dei tempi e della necessità di mischiare le carte, deve imparare a mischiare le carte e prendere atto che ci sono attorno a lui uomini incapaci di lavorare bene, con scarsa maturità politica. De Luca ha ragione che occorre un chiarimento sul modello di governance del PNRR, bisogna fare innanzitutto un chiarimento sul ruolo e sulle capacità delle Regioni di gestire gli interventi che fin qui sono polverizzati e resi irrilevanti per i bisogni dei territori. Che ci siano bandi nazionali o bandi regionali, la Regione Campania ha bisogno di una nuova rete di tecnici di alto spessore e di amministratori con mentalità pronta a dirigere la realizzazione degli interventi. Non sarà mai il dirigismo nazionale o regionale la strada di una buona efficienza dell’utilizzo dei Fondi, senza avere risorse umane idonee per una stagione che cambierà le sorti del territorio e del ruolo della spesa regionale. Senza piaggeria perché non è necessaria, in Regione debbono arrivare persone con larga esperienza e volontà di fare, che esistono nei territori e danno prova di grande perseveranza nei risultati, come Franco Alfieri, a lui andrebbe affidato l’assessorato ai Lavori Pubblici della Regione. Allora si che le cose prenderanno una marcia in più! Invece delle fritture, De Luca gli deve chiedere di realizzare i progetti che deve mettere in cantiere. Uomini nuovi, con risorse nuove, potrebbero garantire a tutti un ciclo amministrativo proficuo e utile a tutti. Alfieri sarebbe una risorsa da utilizzare bene e in caso di effettiva impossibilità di un terzo mandato per De Luca, il salernitano si deve preparare a designarlo e sostenerlo come Governatore.