da Antonio Cortese (giornalista)
Capitano, pirati in vista! Attenendosi all’Agenda 21, barconi, restyling di pescherecci e navi indipendenti scorazzano mediterraneo e per altri lidi sbandierando una missione salvifica che, nessuno ha mai chiesto loro.
Negli ultimi cinque anni in specie, i governi europei hanno dovuto frenare in più casi queste organizzazioni che rendono ancora più difficile il controllo delle forze preposte sui mari; dal traffico al contrabbando fino alle immigrazioni natanti.
Non si discute l’onestà d’intenti dell’Agenda internazionale stipulata da più nazioni ed associazioni, ma una revisione dell’accordo per quanto legittimo già é stata ridiscussa nei paesi baschi in Spagna la settimana scorsa. Il volontariato sospinto porta a qualche dubbio infatti: sta spesso sempre più a significare una voluta azione reazionaria da parte, a volte in maniera ridicola, di qualche giovane miliardario annoiato senza arte e mestiere o da parte di qualche filantropo che filantropo non é, se non qualcuno che ha trovato l’espediente umanitario per non pagare tasse.
L’escamotage di tale fattura si era smascherato dall’ingenuità ben architettata da gazebo e arnesi di marketing, per quanto riguarda aziende vestite a puntino dal “no profit” o dalle esigenze indotte sui consumatori dalle missioni in stile crocerossino soprattutto in Italia.
Mossi a pietà molti cittadini hanno devoluto una quantità di centesimi tale da ricoprire altrimenti opere ben più necessarie e parimenti realizzabili, invece di gonfiare tasche di taluni che vestono da monaci senza esserlo.
La pirateria moderna non é quindi quella di Jack Sparrow nelle saghe girate ai Caraibi dalle pellicole hollywoodiane ( i cui set sono filmati in lidi maltesi, greci o asiatici), ma la si frena dagli arrembaggio e dagli attracchi autorizzati bonariamente dai guardiacostiera reduci da una sbornia la notte precedente.