“IL GREGGE”: i dossier

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Non so per quale motivo ma già prima che S.E. Mons. Andrea Bellandi (Arcivescovo metropolita di Salerno, Campagna e Acerno) decidesse per il commissariamento  la “questione Il Gregge” era ritornata all’attenzione generale quando il 23 dicembre 2023 all’improvviso il caso era ritornato sulla prima pagina di un giornale (leCroncahe.it diretto da Tommaso D’Angelo) nel giorno dell’antivigilia di Natale/23 con il titolo “Centrale di dossieraggio contro l’ex vescovo Pierro  guidata da due preti già nel mirino dell’ex arcivescovo”; articolo firmato dal noto giornalista Antonio Manzo (già caporedattore e inviato de Il Mattino, ma anche personaggio proteso verso la politica attraverso la D.C. con incarichi di prestigio e di un certo livello, a cominciare d quello di segretario provinciale).

Agli inizi del 2024, esttamente il 5 gennaio, stuzzicato dal ritorno in cronaca del “caso Il Gregge” scrissi testualmente su questo giornale:

  • Nell’articolo il bravo Manzo descrive tutta una serie di complotti scoperti per caso da un documento (piccolo dossier) rinvenuto in casa di uno dei due preti dopo la sua morte avvenuta poco tempo fa e allude, in maniera cronachistica molto affascinante, ad una marea di altri complotti tanto da far pensare (da buon cronista di giudiziaria) ad una imminente pubblicazione della seconda puntata di questa storia; puntata che, purtroppo, non è ancora arrivata. Sono curiosa di leggerla, anche perché la realtà sociale in cui viviamo (Salerno e provincia) dimentica facilmente e si appassiona, quindi, quando rilegge una storia ormai vecchia. Sono curioso di leggerla, anche perché alla sfortunata vicenda giudiziaria e curiale dell’ex arcivescovo Mons. Gerardo Pierro ho dedicato diversi anni fa una serie di ben 178 articoli beccandomi da Il Gregge (e da chi è ancora sostenitore) ben tre querele sfociate in altrettanti processi a mio carico; nell’ultimo (era l’anno 2013) ho conosciuto la protervia psicologica e muscolare di un sacerdote (deceduto da due anni) che in udienza mi si scagliò contro con inaudita violenza, tale da sorprendere anche il presidente del collegio giudicante (dr. Vincenzo Siani). Sono curioso di leggere la seconda puntata per capire se, spalleggiato da un grande giornalista, potrò riprendere quella battaglia di civiltà e di verità che nessuno fino ad oggi ha mai voluto conoscere e tutta basata sui due voluminosi dossier che custodisco segretamente

Quella seconda puntata non arrivò mai; salvo poi a riprendere il discorso, soltanto dopo il commissariamento de Il Gregge imposto da Mons. Bellandi, in data 11 febbraio 2024 sempre sullo stesso giornale con un titolo di prima pagina: “Dossier Gregge, insabbiato in Vaticano e scomparso a Salerno”; nel quale il giornalista scrive testualmente:

  • Allo scioglimento l’Arcivescovo arriva dopo una serie di elementi citati nel decreto tra cui le” evidenti ed ingiustificate censure” del Consiglio direttivo dell’associazione espresse allo stesso arcivescovo Bellandi al momento della rimozione di uno dei due parroci nominati alla cappella di Montecorvino Pugliano, don Emanuele Vivo. Trascorsi sette giorni, trenta membri dell’associazione inviano una lettera a Bellandi nella quale esprimono una netta presa di distanza nella forma e nella sostanza del dissenso espresso solo da una parte di essa. Ora sono noti i protagonisti della disciolta associazione laicale salernitana “Il Gregge”. Il dossier sulla “setta” para-ecclesiale era, da ben diciassette anni, all’attenzione della Congregazione per la Dottrina della Fede. Dossier “coperto” a Roma e fatto scomparire a Salerno. Ora arriva il coraggioso decreto di scioglimento dell’arcivescovo Bellandi al termine di una attenta valutazione degli elementi di “divisioni e disordini” dell’associazione che duravano già da mesi. Decisione confortata nella difficile operazione di “ingegneria curiale “ anche dal parere di teologi ecclesiologici e canonisti (tra questi il sacerdote don Mauro Gagliardi). Il decreto di scioglimento è stato pubblicato sul bollettino della diocesi, una sorta di gazzetta ufficiale ecclesiale, sottoscritto dall’arcivescovo e dal cancelliere della curia

Chiariamo subito, a scanso equivoci, un elemento essenziale se davvero è giunto il momento di fare tutta la chiarezza possibile; i dossier che in quegli anni circolavano negli ambienti ecclesiastici di prima grandezza erano addirittura tre e non soltanto quello fatto scomparire.

Il primo dossier porta la firma eccellente di “don Carlo Magna” già vice direttore de Seminario Diocesano di Pontecagnano (ancora oggi fucina un po’ demodè di novelli sacerdoti); il dossier composto da poco più di 100 pagine venne regolarmente avviato alle sedi capitoline opportune ed anche direttamente all’arcivescovo Mons. Gerardo Pierro. Questo documento esiste davvero e la firma in calce è stata ufficialmente riconosciuta come autentica dallo stesso don Carlo Magna in un’aula di tribunale. Il contenuto del dossier è semplicemente impressionante per lucidità narrativa di tutte le nefandezze che, secondo il suo autore, avvenivano all’interno del seminario (inaugurato il 4 set. 1999 da Papa Giovanni Paolo II). Per aver letto in tv (Quarta Rete) alcuni brani di quel dossier, scegliendo quelli più innocenti, sono stato costretto ad affrontare ben tre processi su querele de Il Gregge. E questo voluminoso dossier è ancora in mio possesso.

Il secondo dossier è avvolto nella nebbia, mi è stato descritto ma io non l’ho letto e mia visto; secondo i bene informati detto dossier sarebbe stato inviato direttamente al Vaticano baipassando l’arcivescovo Pierro. E qualcuno sussurra che si troverebbe depositato in tribunale addirittura tra le decine di faldoni del processo a carico di Mons. Pierro, di don Comincio Lanzara ed altri per la vicenda giudiziaria inerente Angellara Home; stando ai bene informati sarebbe, comunque, un riassunto molto succoso del dossier firmato d don Carlo Magna che io, ovviamente, possiedo nella sua intierezza. Quel dossier invito solo a Rom sarebbe, poi, arrivato nella mani di Don Comincio e proprio tra le sue carte sarebbe stato sequestrato su ordine del pm Roberto Penna all’epoca del clamoroso blitz per Angellara Home.

Il terzo dossier, quello che Manzo definisce come coperto a Roma  fatto scomparire a Salerno è assolutamente agghiacciante anche sotto il profilo penale della giustizia ordinaria (la foto riprende soltanto le prime righe dello sconcertante dossier). Riguarda la storia di due fratelli, entrambi sacerdoti, costretti a lasciare la tonaca dopo aver subito anche violenze fisiche, che avevano avuto accesso sia nel seminario che nell’associazione Il Gregge. Quel dossier, forse coperto a Roma e scomparso a Salerno, è nelle mie mani da alcuni anni; il contenuto è allucinante. Qualora l’arcivescovo Bellandi ne avesse bisogno, se è vero che a Salerno è scomparso, è a sua completa disposizione.

Per oggi meglio fermarci qui; alla prossima.

 

3 thoughts on ““IL GREGGE”: i dossier

  1. Dalla foto che lei ha inserito all’inizio dell articolo, ho riconosciuto l’autore del dossier. Dossier che ho ascoltato dalla voce stessa dell’autore, tormentato da anni dalla sua stessa famiglia e dalle “alte sfere” del “Gregge”. Umilmente, le consiglio di portarlo a conoscenza di uno dei vice commissario, Mons. ANTONIO RUSSO.

  2. Un’altra persona che ritengo assolutamente determinante è stato il Signor Giacomo Parascandalo, detto ”GIACOMINO”, anche lui di Procida come la “SANTONA”. È lui che nell’agosto del 1939 era presente alla prima “manifestazione” di PASQUALINO (come si faceva chiamare) riconosciuto dai due procidani come Gesù Bambino.

  3. La vicenda del Gregge si è arricchita nel 2000: un’altra SANTONA è “fuoriscita” dal cilindro del “mago Perrinella”, la signora LUCIA SALITO, del tutto gestita dalla famiglia Castaldi. Ritengo che tutte le altre vicende, dossier e altri scandali nascondono il vero problema del CASO GREGGE: la soggiocazione psicologica affettiva che bambini e adulti hanno vissuto e ancora vivono.

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