da Luciano Di Gianni
Sconfitta pesante, che suona come una resa anticipata. Alla ‘’Unipol Domus’’ una Salernitana disastrosa viene presa a pallonate da un Cagliari spuntato e tutt’altro che invulnerabile. Una serie di errori marchiani spiana la strada all’ennesima sconfitta indecorosa. Solo la matematica non retrocede ancora la derelitta maglia granata. Padroni di casa che passano ai primi affondi, con La Padula prima, Gaetano durante, e Shomurodov poi, che si incuneano nelle maglie larghe della retroguardia granata, trovandosi davanti le praterie di una difesa alta e colabrodo, insinuandosi come un coltello nel burro. Prima frazione chiusa sul doppio vantaggio per i sardi; nella ripresa, dopo cinque giri di lancette, i padroni di casa trovano il tris che di fatto chiude la contesa. La Salernitana tuttavia ha una reazione più di nervi che di tecnica – dovuta probabilmente anche ad un inconscio rilassamento da parte degli isolani – e la riapre nel giro di due minuti con Kastanos prima e Maggiore poi. Nel momento di massima pressione però, ci pensa Fazio a chiudere definitivamente la contesa con una cappellata in modalità oratorio, che di fatto spazza via le già flebili speranze granata. Una sconfitta che sa di triste epilogo. Qualche ora dopo la cocente debacle,la società ha annunciato che la squadra resterà in ritiro tutta la settimana, presso una struttura in provincia di Salerno, prima del match casalingo con il Lecce. Scelta probabilmente tardiva, ma tant’è. Un abisso separa la squadra di Liverani dalla salvezza. Al di là di qualsiasi discorso legato alla matematica, la Salernitana appare da tempo come un malato terminale, che attende solo di soccombere.