da Antonio Cortese (giornalista)
Anglicani da una parte, ortodossi dall’altra. Volendo interpretare il conflitto ucraino sul piano della fede religiosa, si parla poco di un cruciale dettaglio e cioè che si tratta di cristiani contro cristiani, comunque.
Probabilmente in America esistono più cattolici o svariati così detti “protestanti”; ma ad est pur non essendo i più anch’essi di rito cattolico, le nazioni sono più legate all’ortodossia cristiana; basti fate un largo sguardo d’insieme sulle chiese, di cui la maggior parte hanno secoli e secoli di sedimentazione e costruzione antecedente a quelle del nuovo continente,
Essendo gli U.s.a. la nazione della Statua della Libertà , esistono dai tempi dei padri costituenti Mormoni, mormoni ebrei, fedeli dei Santi degli Ultimi Giorni, cristiani protestanti, Gesuiti, Ordini Francescani, Domenicani, Benedettini o di Betlemme, cristiani anglicani e tante altre professioni e pratiche identitarie che hanno le proprie radici nelle necessarie unificazioni dei primi insediamenti, quando c’era da conquistare le terre del West.
A differenza delle dinamiche belliche israeliane e palestinesi dove insisterebbero tutt’altre fedi, i crocifissi incrociati un poco più a nord oltre a fare scintille risulterebbero in una ridicola guerra fratricida.
Data l’analisi sul piano dell’ancoraggio trascendentale, si capisce come molti che stanno a discutere di tali vicende, a parte bombe e soldi da devolvere, diano per avvantaggiato il paese dell’orso bruno, appunto per la presenza coriacea su un vastissimo territorio fatto non in specie delle semplici croci, ma anche di quelle in antico stile greco, più simmetriche o anche definite “croci di San Giorgio” ( o in molti altri casi di Sant’Andrea”).
Continuando questo articolo in chiave semiseria, il Cremlino sarebbe difeso e supportato da una moltitudine di santi, martiri ed angeli beati di cui l’iconografia classica non si potrebbe raccogliere in una sola e semplice biblioteca alessandrina né altrettanto nella vastità delle memorie del web.
I nazisti adoperavano molto le croci di sangiorgio anche al posto di medaglie, stelle e gradi sulle uniformi dei propri soldati, sugli spitfire o carri armati, ma alla fine il crocifisso classico la spunta su tutti gli archibugi anche perché soventemente, non a caso ha la stesse e tipiche linee di una spada.
Quindi, senza alcuna pretesa di preghiere ai grandi della Terra o previsioni ludo-algoritmiche ed intellettuali, anche i vigliacchi che sui media paventano il nucleare più per mancanza di soluzioni, o per confusione o per chiudere un discorso di cui non sono capaci, potrebbero considerare anche l’aspetto scaro dei belligeranti per incamminarsi sul senso unico della diplomazia, in questo caso anche interreligioso, che almeno in Italia era stato accennato dal governo Conte.
Patriarchi e arcivescovi non ancora settantenni né obesi (senza offesa alcuna alla sedentarietà quando sia semplice vezzo o naturale avanzamento fisiologico) invece possano raccogliere un appello a muoversi fisicamente, spinti da un vero interesse che non sia chiuso nei misteri di cappelle damascate. Altrettanto per rabbini e ed altre figure istituzionali di altri culti come ai tempi di un Wojtila preso ad esempio, tra visite e scambi di cortesia, si potrebbero distendere nevrosi e attriti.
Ad oriente tali “pesi massimi” del potere temporale non sono mai stati così presenti almeno nell’immaginario telegiornalistico, ( eccezione per Ghandi e Dalai Lama che oggi non hanno ancora degni eguali) ma le rappresentanze di bandiera almeno collaborano costruttivamente in pace ed economia e senza far arrabbiare nemmeno un arabo. Laddove invece imperversa ancora la furia di Allah, l’opzione interventista, sempre pacifica e diplomatica dovrebbe interessarci successivamente e solo se interrogati.