dal prof. Nicola Femminella (docente – storico – giornalista)
Ritengo utile riportare la notizia che riguarda una iniziativa destinata a segnare un punto di rilievo per le comunità che vivono nella parte meridionale della provincia di Salerno, compresa tra le coste del basso Tirreno, la catena degli Alburni e nell’interspazio i Comuni del Vallo di Diano. Ne ho già riportato le tappe che l’hanno segnata fino a oggi, perché coinvolge numerosi borghi nei 4 comprensori del Cilento, Golfo di Policastro, Vallo di Diano e Alburni, la cui storia inizia e si cela nella notte dei tempi, essendo stati tali territori sempre abitati dall’uomo. Questi vi ha impresso tracce della propria presenza, riconducibili a circa 200.000 anni addietro e molto probabilmente ad epoche anteriori. Lo attesta il materiale ritrovato nelle grotte di Camerota, San Giovanni a Piro e in altre, che sono note agli studiosi di tutta Europa.
La notizia che intendo porre all’attenzione di coloro che vivono in questi luoghi riguarda appunto il patrimonio archeologico in gran quantità e di massimo pregio che nel corso degli anni, a partire soprattutto dai primi del secolo scorso, sono venuti alla luce in maniera occasionale o in seguito a scavi condotti da alcune Università e dalla Soprintendenza di Salerno. I reperti e i resti delle epoche passate rinvenuti sono conservati in molti Musei importanti, a partire dal Museo Archeologico di Napoli fino al Petit Palais di Parigi, lontani dai nostri territori, tranne quelli adeguatamente conservati ed esposti nel Museo della Lucania Occidentale allocato nella Certosa di Padula, in quello di Buccino o in altri minori, con spazi e arredi però alquanto limitati, presso le strutture espositive a Sala Consilina, Atena Lucana, Palinuro ed altre di minor conto. Lo stesso Museo di Ascea aspetta da tempo un intervento che lo faccia decollare, per accogliere e mostrare i numerosi materiali ed oggetti attesi da anni dagli appassionati di archeologia e di storia greca e romana. Da poco ha ricevuto un finanziamento che si spera possa essere l’alba di un giorno radioso per l’antica Elea, che ha molto da raccontare e dove è nato il pensiero filosofico dell’Occidente.
Come già detto, nelle nostre zone interne e lungo le coste resiste al tempo un vasto patrimonio archeologico che, musealizzato con decoro e valorizzato da una comunicazione adeguata e unito alle magnificenze naturalistiche, potrebbe accrescere di molto il flusso di turisti e viaggiatori diretti verso le nostre località. Da circa tre anni insieme alla prof.ssa Giusy Rinaldi di Vallo della Lucania abbiamo condotto ricerche e rilevazioni sulle aree archeologiche sparse nei quattro comprensori. Ne abbiamo individuato più di una trentina! Da questo successo abbiamo tratto la determinazione che ci ha visto sostenitori del progetto, già posto all’attenzione dell’on. Michele Cammarano, Presidente delle Aree Interne che ha condiviso l’importanza dell’argomento, visitando personalmente, insieme a noi, i siti lucani di Roccagloriosa e Laurelli a Caselle in Pittari. Si è così arrivati ad un progetto di ampio respiro che mette in rete tutti i luoghi dell’archeologia disseminati nei 4 comprensori che coprono un vastissimo arco di tempo. Sono stati, infatti, recuperati ambienti e corredi. giudicati straordinari da archeologi e antropologi che li collocano in epoche che vanno dal paleolitico inferiore alle civiltà enotria, greca, lucana, romana, attraversando i secoli dei metalli e giungendo fino a quelli più recenti. L’iniziativa si propone di divulgare e valorizzare le ingenti ricchezze cui abbiamo fatto cenno, spesso custodite in depositi chiusi oppure lasciate sottoterra in attesa di recuperi annunciati e non sempre portati a termine. Tra il 2022 e il 2023 il progetto è diventato di molto più ambizioso, quasi a collocarsi sulle ali suadenti dell’utopia, quando abbiamo incontrato il prof. Renato Di Gregorio, eminente ricercatore ed esperto di pianificazione territoriale. Il dialogo tra noi e lo scambio di informazioni hanno aperto nuovi e ulteriori orizzonti. Lo studioso nella veste di responsabile della Segreteria dell’Associazione dei Comuni del Cilento Centrale AS.CO.CI. (sono 22 che si sono costituiti in sistema per lo sviluppo dei territori), ha avuto mandato da parte dei Comuni associati di perseguire tra i diversi obiettivi propri dell’approccio dell’Organizzazione Territoriale di valorizzare dal punto di vista turistico il patrimonio archeologico presente all’interno del territorio comune. Dopo il Gemellaggio tra Ascea e Focea, sottoscritto a marzo dell’anno scorso, ora sta anche lavorando alla costruzione del 49° Cammino Culturale Europeo “La via dei Focei” da presentare al Consiglio d’Europa. Incontri proficui e intese condivise con il Presidente delle Aree interne on. M. Cammarano ci hanno indotto a intraprendere una collaborazione e a riunire i 2 progetti in una unica risoluzione, con un piano comune di lavoro e di impegno: un itinerario costituito dalle antiche città di Velia, Aleria (Corsica), Nizza e Marsiglia (Francia), L’Escala (Spagna) fondate dai Focei nei secoli VII e VI e una rete di 30,35 Comuni, uniti dai ricchi ritrovamenti di materiali archeologici, che hanno poco riscontro in Italia, mete di archeologi di fama mondiale che hanno organizzato campagne di indagine e di scavi nelle nostre contrade, negli ultimi decenni del secolo scorso. In primis i proff. M.Gualtieri, M.Napoli, P.Gambassini, A.Fiammenghi e di recente A.Moroni, A.Serritella, B.Ferrara di Università famose e tanti altri di gran valore. Gradualmente si è affermato il convincimento che le singole località separate, ognuna per conto proprio, intenta a costruire per sé una attrazione culturale e turistica, si è come affievolita e i numerosi incontri che abbiamo avuto con i Sindaci per creare un progetto di sviluppo allargato e condiviso, si è affermato come l’unica soluzione da perseguire. Con i colleghi Di Gregorio e Rinaldi abbiamo visitato alcuni borghi e percorso il vasto territorio, incontrato i Sindaci. Con loro abbiamo scambiato informazioni e creato un esauriente bacino di conoscenze che ci hanno resi tutti consapevoli del patrimonio da valorizzare, per creare economia e occupazione, soprattutto per i giovani.
Ad oggi, ben 37 Comuni, 3 più di quelli previsti, hanno adottato la delibera richiesta per far parte della rete di cui scriviamo.
Non possiamo non esprimere la soddisfazione per tale risultato mai raggiunto prima: i quattro comprensori tramite i 37 comuni che hanno usato la ragionevolezza e i dettati della storia, si sono dati la mano; hanno messo da parte localismi dannosi e visioni particolari, fermamente convinti e decisi nel percorrere un tratto di strada comune per rendere concreta l’aspirazione verso una condizione socio-economica che dia qualche occasione in più ai nostri giovani. Tutti insieme lavoreremo non solo per un turismo più proficuo e destagionalizzato, ma potremo essere un esempio per gruppi di lavoro con competenze diverse, che potranno dedicarsi ad altri obiettivi.
L’impegno che gli Amministratori locali hanno coraggiosamente assunto ha anche goduto dell’attenzione, dell’incoraggiamento e del sostegno morale delle istituzioni sovracomunali: Provincia, Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano Alburni e della Regione Campania. L’audizione in Consiglio regionale che abbiamo avuto alla fine di novembre dell’anno scorso alla presenza dell’on. Michele Cammarano e dell’Assessore Felice Casucci e con il presidente di ASCOCI, l’avv. Pietro D’Angiolillo, ha dato ulteriore stimolo al nostro lavoro e la formalizzazione delle 37 delibere già raccolte e pubblicate sul sito web: https://www.associazionedeicomunidelcilentocentrale.it/audizione-commissione-aree-interne-regione-campania.htm dimostra l’impegno profuso e il successo del lavoro fatto.
Lavorando con spirito unitario e intento propositivo, impareremo a utilizzare le occasioni di cui avremo sentore. Ne cito solamente due che si profilano sul nostro orizzonte: l’apertura dell’aeroporto di Pontecagnano che dovrà essere collegato con le zone interne da una viabilità consona e l’Alta Velocità che dovrà favorire coloro che credono in questa parte della Campania per impiantare investimenti produttivi. Qui ci sono tutte le condizioni necessarie con un valore aggiunto. Nei nostri borghi è data da vivere una esistenza immersa in un ambiente sano e salubre, dove l’arte, la storia e la natura si incontrano per offrire una dimensione umana a coloro che verranno da noi per conoscerli.