Aldo Bianchini
SALERNO – Perché da una felice comunione di intenti e di interessi verso gli altri (sotto l’occhio vigile di Mons. don Comincio Lanzara) all’improvviso scoppiò una guerra fratricida tra l’Arcivescovo S.E. Mons. Gerardo Pierro e il capo supremo della Caritas Diocesana di Salerno Mons. don Franco Fedullo ?
Non è facile rispondere con compiutezza, suffragata dalle prove, alla domanda; si può solo dare per scontato (almeno da parte di chi ha seguito attentamente quei fatti) che la Caritas Diocesana di Salerno sembra essere stata al centro dello sconquasso, violento ed aggressivo, che ha tenuto banco nel cuore della Curia salernitana nei primi dieci anni di questo secolo.
A questo va aggiunta la considerazione di carattere generale che vedeva, prima degli anni sopra citati, una Curia sotto il controllo totale ed armonico di tre persone: l’Arcivescovo Pierro, Mons. Fedullo e la mente grigia don Comincio Lanzara. Senza dare per scontata questa considerazione non si va da nessuna parte e la ricerca della verità diventa davvero affannosa.
Ma dobbiamo andare per gradi, ed anche cautamente sul terreno della ricerca della verità in quanto diventa rapidamente scivoloso quando all’interno di questo ragionamento viene rascinata l’associazione Il Gregge in un unico calderone con la Curia e i due restanti personaggi: Don Gerardo e Don Comincio.
Dunque dalla cosiddetta “trimurti” che ha guidato nella pace e nella serenità la Chiesa salernitana per un lungo arco di tempo sotto un cielo rassicurante e stellato si è passati ad una guerra di posizione senza se e senza ma: “mors tua, vita mea”; in pratica o vinceva l’uno e perdeva l’altro, e viceversa.
Una prima spiegazione la si potrebbe trovare in un domanda scritta in un post (che ho già pubblicato nel precedente articolo del 12 febbraio), in calce ad un mio articolo del 30 gennaio 2013, scritto da tale Marco (un anonimo del web) e rivolto personalmente a me: “ … Visto che le sue fonti in Curia la tengono così bene aggiornato, perché non riporta anche dei buchi di denaro incredibili che l’arcivescovo Moretti ha trovato e sta scoprendo nel corso della sua gestione ? Che fine hanno fatto questi soldi ? Come li ha spesi Pierro e il suo entourage ? Aggiungo e concludo che le voci andrebbero verificate. Costruzioni a forma di stella di Davide ??? Queste sono fantasie di qualche prete che evidentemente non ha anime a cui badare e cova invidie, peccato mortalissimo per un prete …”. Naturalmente la domanda di Marco appare palesemente e soltanto di parte; difatti avrebbe potuto, e dovuto, far riferimento anche ai conti della Caritas all’epoca molto chiacchierati e posti, almeno dalle tantissime indiscrezioni, alla base del siluramento in tronco di Don Fedullo che da più lustri era ai vertici del “bancomat diocesano”.
Ma questo, ovviamente, non lo sapremo mai in quanto la Chiesa, dallo Ior alla più piccola delle Curie locali, non h mai pubblicato i suoi bilanci; cosa che, come dice Mons. Don Giovanni D’Ercole – vescovo di L’Aquila- sarebbe buona e giusta per ricomporre la frattura tra il clero e i fedeli.
Al di là delle chiacchiere al vento il problema principale da porre alla base della guerra fratricida fu lo strapotere acquisito in Curia da Don Franco Fedullo; strapotere che fatalmente si scontrò con lo strapotere degli altri due (Don Gerardo e Don Comincio) finendo con tutti e tre sconfitti miseramente: Don Gerardo perse il posto, Don Comincio venne messo ai margini della Curia e Don Franco vide svanire la possibilità di essere consacrato vescovo. Ed alla fine ha pagato anche Il Gregge che venne utilizzato nella guerra come una bomba atomica contro Pierro e Lanzara.
Sulle ceneri di quella cruenta battaglia arrivò, poi, S.E Mons. Luigi Moretti; e fu un momento sbagliato in quanto in quel periodo lo strapotere de Il Gregge sembrava assolutamente vincente; don Luigi fu trascinato nella mischia dai “conquistadores” che avevano sbancato la Curia; e sappiamo tutti cosa è accaduto (anche per la processione di San Matteo) negli anni successivi con la pratica impossibilità di ispezionare i conti della Curia ed anche della Caritas. E pensare che l’arcivescovo Moretti, ottimo “commercialista della Chiesa”, era sceso a Salerno proprio per fare totale pulizia; e la stava facendo se, alla fine, non fosse subentrata la malattia che lo ha costretto al ritiro. E i conti sono rimasti avvolti nel mistero, a cominciare d quegli assegni pagati da don Comincio l celebre musicista Sergiu Celibidache per i concerti all’apro del ’93 che furono oggetto di una pesante inchiesta giudiziaria per mano del pm Michelangelo Russo.
Insomma, per farla breve, la Curia di Salerno/Acerno/Campagna per anni è stata come la fotocopia della Curia Romana ?; difficile rispondere, di certo le accumuna un fatto: non esce nessuna notizia e non viene chiesta nessuna notizia e quando la si chiede o la si prospetta pubblicamente subito ti querelano; così il potere vivacchia assolutamente indisturbato
Ed è, infine, arrivato Lui, il giustiziere della fede S.E. Mons. Andrea Bellandi che per venire a Salerno fu prima consacrato vescovo, in fretta e furia, da Papa Francesco quasi con il compito di un “Nunzio Apostolico” della Santa Romana Chiesa, con un compito molto specifico. Quale ? Lo vedremo nella prossima puntata di questa storia.
Lo scontro e’ tra una Chiesa ortodossa ed una Chiesa secolarizzata, in questo dualismo ci sono varie declinazioni…