da Nicola Landolfi (politico) su Facebook
Avrei fatto vincere Diodato. Ma ha vinto una ragazza del sud, di quella Lucania da cui tante nostre famiglie provengono, terra di artigiani contadini e di emigranti, profondo sud, visto che Cristo si è fermato a Eboli; un luogo disperso, dove perfino Salerno e Napoli diventano Firenze e Bologna. Da quei calanchi, che arrivano all’improvviso, come si chiamano quelle colline che, improvvisamente, diventano brulle, è arrivata Angelina, figlia del maestro Pino Mango, artista raffinato e anticonformista. Da quella fatica, da quel pensiero meridiano descritto meravigliosamente da Carlo Levi; da Lagonegro, a quattro passi dal nostro bellissimo vallo di Diano. A lei, però, dobbiamo raccomandarglielo, di non pretendere di “riscattare” niente, di non piagnucolare mai, di volare basso, sempre, come i lucani fanno da sempre, abituati a combattere a testa bassa, anche per via di un clima impervio; di comporre belle canzoni come quelle del suo papà e di abbinare classe e grinta, come faceva Laura Valente, sua madre. Il cameo di venerdì sera, “la rondine” rimarrà nella storia della musica d’autore italiana. Ma è a quella musica d’autore, a quegli archi, al “classicismo” che non passa mai di moda che lei, adesso, dovrebbe guardare. Non dovrà riscattare niente, ripeto, non sono le canzoni che fanno la storia di una civiltà e di un popolo; ma mantenersi sempre così, aderente alla terra, con quello stile che ha conosciuto a casa. Sarà difficile, il sistema risucchia e non so se ci riuscirà. Ma siamo tutti figli d’arte, in fondo, perché davvero non è questo il punto. E chi viene da quella pietra brulla, che non ti regala niente (e su cui nessuno mai ha costruito enciclopedie di retorica e vittimismo), può sicuramente farcela.