Da Luciano Di Gianni
Slacciata,molle, alquanto priva di idee, nel match definito come una finale dallo stesso tecnico nel pre gara, la Salernitana stecca clamorosamente. Reduce da una lunga settimana, tra allenamenti a porte aperte e l’arrivo di Manolas, l’entusiasmo in piccola parte ritrovato dopo il buon pareggio di Torino, i granata fanno ben più di un passo indietro, perdendo malamente il confronto con l’Empoli di Nicola, che ha sancito l’allontamento del tecnico, ormai ex granata. Un esonero annunciato quello di Inzaghi, il quale non è riuscito a dare una sterzata alla stagione. Le buone prove contro le big delle giornate scorse, con l’attenuante di avere una rosa ridotta all’osso da infortuni, squalifiche e coppa d’Africa, non sono state seguite da punti e prestazioni contro squadre decisamente più alla portata. L’emorragia di punti e la pessima prestazione collettiva di venerdì sera hanno fatto il resto. Il silenzio dei minuti finali dell’Arechi ha fatto molto più rumore dei boati e dell’ovazione del pubblico durante l’allenamento a porte aperte del giorno precedente. Ora le speranze di salvezza sono ridotte al lumicino; unica vera fiammella rappresentata da un direttore sportivo che proprio non ne vuol sapere di gettare la spugna. Ecco quindi l’arrivo di un nuovo tecnico, il terzo di questa sciagurata stagione. Fabio Liverani sarà alla guida della Salernitana fino alla fine del campionato. Presentato stamane alla stampa, gli intenti sono parsi motivati, e allo stesso tempo realisti, consci che le probabilità di centrare l’impresa salvezza stavolta sono finanche più basse di due anni orsono; tuttavia non c’è alcuna voglia di arrendersi. “Finché c’è vita c’è speranza” diceva un vecchio proverbio. E allora, se è vero che i miracoli accadono una volta sola, non ci resta che sperare quantomeno nella flebile speranza; dopotutto, i detti antichi non mentono mai.