Aldo Bianchini
SALERNO –Dal Principe Arechi tracima all’unisono un grido: “Salvezza”, e quando dal catino si solleva un simile grido la politica non può rimanere indifferente.
In città non si parla d’altro, è l’argomento del giorno, difficile trovare uno che non ne capisca di calcio, sono tutti o quasi commissari tecnici della nazionale; ci ha messo la faccia con molta intelligenza e professionalità Nicola Landolfi, personaggio più noto per essere un politico che uno sportivo; con grande garbo e in punta di fioretto, vestendosi dei panni del tifoso-sportivo, in merito alla cacciata via di Pippo Inzaghi, ha postato su fb:
- Pippo Inzaghi è un uomo di campo. Non è Liedholm, ma è un grande campione del calcio italiano, che non ha avuto fortuna, come allenatore, fin qui. Ha ereditato la squadra di De Santis, dei giamaicani e del portoghese, non la sua. Ha giocato praticamente sempre con sei sette infortunati e senza Mazzocchi, Dia, Koulibaly, Pirola. Ha fatto un solo punto in sei partite, è vero, ma non meritava di perdere con il Napoli, la Juve, la Roma, l’Atalanta. Gli sono capitati autogol rocamboleschi, rigori inventati, espulsioni non date. Ma il calcio, si sa, è impietoso. Chi verrà dopo di lui avrà quella rosa di cui lui non ha potuto disporre. Spero soltanto non sia Liverani; un solo campionato in A e retrocesso e, quindi, nemmeno lui Mosè. I salernitani non hanno amato mai Inzaghi, fin dal primo momento, perché non è sorridente, ruffiano, un agitatore di tribune, uno che mentre ti allena si promette agli altri. Lo ricorderemo, comunque, come un signore. Uno che si metteva la tuta della squadra in panchina o la divisa sociale, non la maglietta Missoni a favore delle telecamere. Sotto porta era uno stoccatore infallibile, è uno che ha vinto tutto. “Gira il mondo gira”, Pippo. Vedrai! Buona sorte, allora.
Fossi nei panni di Inzaghi correrei subito a ringraziarlo per come Landolfi ha affrontato lo spinoso argomento e l’ha compiutamente portato a termine; in barba ai tantissimi giornalisti soloni del calcio.
In genere non mi fido dei politici; ma quando uno di essi riesce a parlare di sport nel modo in cui lo ha fatto Nicola non posso esimermi dal dire che mi fido ciecamente di un personaggio del genere, anche per le cose che fa e farà in politica.
Ovviamente, va detto che la traduzione campione – allenatore non è mai così semplice è scontato; nel caso di Inzaghi, poi, c’è un disvalore aggiunto, nel senso che Pippo (tra l’altro campione del mondo nel 2006) non è mai stato né la mente e né l’uomo squadra del grande Milan ma sicuramente è stato uno dei più grandi finalizzatori e realizzatori della storia di quella grande squadra. Per fare l’allenatore ci vogliono doti particolari che molto spesso i campioni non possiedono.
E desso cosa succede ? Io consiglierei a tutti il massimo della prudenza ed a mettere insieme un gioco; facciamo tutti finta che siamo in Serie B e che per salire in A abbiamo davanti cinque-sei squadre; dobbiamo recuperare il gap e salire nella massima divisione
Se va male rimaniamo in B, se va bene saliamo in A; alla faccia di quelli che già ci vogliono verso l’inferno di qualche serie minore.
Siamo alla frutta.