Aldo Bianchini
WEST PALM BEACH (USA) – E’ il terzo anno consecutivo che ho il piacere di seguire dal vivo un bel torneo di tennis, quello che si disputa in questi giorni sui campi di Delray Beach Tennis Center, torneo nato nel 1993 e giunto alla sua 32esima edizione.
Ci troviamo ad ovest di Palm Beach in una delle località più ricche d’America e, quindi, vi lascio immaginare il clima che si vive e l’aria che si respira quando si gioca; un ambiente particolarmente ovattato, senza molti sofismi ma con schemi precisi e diretti all’ottenimento del miglior risultato possibile.
È l’unico torneo ATP/250 (singolare e doppio maschile) in cui si svolge dal 2001 anche l’ATP Champions Tour, in un unico grande evento.
L’unico italiano a vincerlo è stato nel 2002 Davide Sanguinetti (Vanta due titoli ATP 250 in singolare e uno in doppio. Il suo best ranking è la posizione nº 42 raggiunta il 31 ottobre 2005. È stato nº 1 d’Italia per 92 settimane complessive. Nelle prove del Grande Slam, è uno dei sei giocatori italiani ad aver raggiunto almeno i quarti di finale al torneo di Wimbledon – fonte Wikipedia); nel 2021 ci ha provato anche Jannik Sinner ma con scarsa fortuna.
Nel tabellone a 32 posti quest’anno c’è Matteo Arnaldi (43° classifica Atp), testa di serie n. 6, che se arriva ai quarti potrebbe vedersela addirittura con Taylor Fritz (9° classifica Atp), testa di serie n. 1 anche per aver vinto l’edizione 2023 del torneo contro Miomir Kecmanovic (attuale n. 40 nelle classifiche mondiali) con il risultato di 6/0 – 5/7 – 6/2.
L’anno precedente, nel 2022, invece aveva vinto Cameron Norrie (allora n. 11 del mondo ed oggi 20°) con un tiratissimo 7/6 – 7/6 contro il tenace Reilly Opelka (all’epoca n. 17 del mondo ed oggi precipitato negli abissi del fondo classifica a causa di vari infortuni che ne hanno limitato fortemente l’attività) che aveva una battuta violentissima grazie anche ai suoi 2,11 metri di altezza.
All’inizio ho accennato all’atmosfera che si respira nel grande recinto dell’impianto sportivo dotto di un campo centrale e numerosi campi satelliti; solo per fare un esempio val la pena di ricordare che rispetto al Mimi Open – ATP/1000 (che ho seguito l’anno scorso; perso malamente da Jannik Sinner n. 4 del mondo in finale contro il russo Daniil Medvedev n. 3 del mondo per 5/7 – 3/6) a Delray Beach ci si sente come in una famiglia allargata e protetta da un meticoloso e affabile proprietario dell’impianto ed organizzatore generale dell’intera manifestazione.
Un’organizzazione ai limiti della perfezione che ti fa godere le partite e ti fa scoprire le vere origini del tennis a livello più umane, riportandoti diversi anni addietro, al riparo dalla confusione e dalla disumanizzazione dei grandi eventi come gli TP/1000 e gli SLAM.
Ora tutti col fiato sospeso nell’attesa del possibile quarto di finale tra il nostro Matteo Arnaldi e il fortissimo Taylor Fritz.