da Antonio Cortese
(giornalista)
Mi dispiace leggere della mala sorte di vecchi e sportivi concorrenti degli anni ruggenti della Salerno da bere. Oggi sono professore e ho tanti altri titoli sudati anche quando nel frattempo alternavo lo studio con lo stesso lavoro dei personaggi di cui sento di dover difendere dalla gogna mediatica cittadina, che allora li esaltava e oggi li condanna.
Molti pierre dal 92 al 99 specie alle dipendenze o nel giro dell’imputato che libererei prontamente, non mi risparmiarono colpi bassi in una concorrenza senza quartiere che allora di notte confondeva politica e clientela nelle discoteche e nei discobar. Personalmente però Enzo Bove con me é stato sempre un galantuomo così come quando era nel gruppo dei “Maschi” assieme in specie all’allora socio Gianmatteo. Mentre molti protagonisti del by night spietatamente lucravano su persone e cose sfoderando l’ultimo modello della concessionaria, io e Bove giravamo al lavoro umilmente entrambi con due fiat Uno mille ,la mia era verde petrolio, la sua rossa smalto e quando ci incontravamo mi offriva sempre da bere e qualche volta veniva anche a trovarmi, quando poche volte perdeva il duello settimanale e pagava e ringraziava. Si dimostrava saggio come gli altri non riuscivano nei miei confronti, e non spostava mai le parole verso me o chicchessia in quegli anni di turbinii e confusione notturna. Enzo inaugurò le sere del giovedì fino a quando qualche anno dopo a Salerno, si cominciò a ballare tutte le sere in svariati locali. Il sette giorni su sette lo inaugurai io a Palinuro nelle estati tra il 94 ed il 98 ( nel ‘93 studiavo all’alba e superai Organizzazione Aziendale, Marketing ed Economia) per poi chiudere a Fisciano coi “Venerdìssimi” e infine laureatomi proprio in loco, salutai la scena, baracche e burattini.
Più di un anno fa già presi le difese di Dario Loffredo tuttora in forze al municipio, di cui negli anni di cui sto parlando adesso ignoravo l’esistenza ma potrei difendere altrettanti suoi coetanei che collaboravano in un modo o nell’altro coi “Maschi”. Leggo che la questione insiste su intestazioni societarie che anche in altri settori commerciali sono sempre stati una prassi, anche per consentire ad altri soggetti a partecipare all’inizio di una impresa piccola o grande che sia, come da scuola “finto-fininvest” in voga da allora, a cui tutti gli italiani e migliaia di imprenditori devono le fortune, adeguandosi così nell’impossibilità di snodare un magno burocratico-fiscale di matrice comunista che non avrebbe fatto sfornare nemmeno un babà o zeppola di San Giuseppe, in quegli anni che appunto in questo modo si inaugurarono il 24h/24 e tutto un corollario e indotto commerciale che va dalla ristorazione alle pasticcerie, con bar e baretti che aprivano ogni settimana e inaugurazioni di tre quattro locali nella stessa serata in tutto il salernitano. Allora a Salerno veniva a spendere mezza Napoli , mezza Avellino e clienti da ogni paese della Campania in una una specie di Miami o Los Angeles vista nei film anni settanta, ma che forse in pratica dalla costiera amalfitana fino a quella cilentana nella reatà fu molto più viva e movimentata.
Senza alcuni di molti imprenditori del by night specie della generazione di Enzo Bove oggi Salerno venderebbe a stento quattro mozzarelle al vicolo dei caciocavalli e la fuga dei cervelli registrata ad oggi avrebbe avuto valori di gran lunga più alti. Volendo fare una rima concettuale, l’economia salernitana fino a quella commerciale, industriale ed edilizia sarebbe rimasta ai disastri del sindaco Menna.
In quegli anni si cominciava a parlare di crisi, ma l’imputato in questione era uno dei pochi a combatterla.