Aldo Bianchini
SALERNO – Non è la prima volta che, all’approssimarsi della tragica ricorrenza dell’assassinio brutale del procuratore della repubblica dr. Nicola Giacumbi, l’ex magistrato ed ora brillante avvocato dr. Carlo Correra lancia un accorato appello alle istituzioni salernitane ed a tutti i salernitani al fine di ricordare dopo 44 anni dalla sua uccisione (16 marzo 1980) il succitato magistrato.
Morto per mano di un gruppo di sedicenti “brigatisti rossi salernitani” che tutto erano fuorchè veri brigatisti; soltanto ragazzi figli, quasi tutti, della “Salerno bene” e che in tanti hanno storicamente indicato come “figli di papà stanchi ed annoiati dalla vita quotidiana di routine” che veniva imposta loro dalle “famiglie vip-top” di quella Salerno che non c’è più in quanto quella “casta” con la puzzetta sotto il naso si è in pratica auto dissolta come neve al sole.
L’ex magistrato Correra ha scritto una bella lettera aperta al quotidiano Il Mattino; lettera pubblicata nell’edizione del 5 febbraio 2023:
- Onoriamo la memoria del giudice Giacumbi
Gentile Direttore, il prossimo 16 marzo si compirà il 44° anno dal barbaro assassinio del Giudice Nicola Giacumbi “colpevole”, agli occhi di aspiranti brigatisti rossi locali, di essere il Procuratore della Repubblica di Salerno. In tutti questi anni il ricordo di un autentico Martire della Giustizia e della Democrazia non è stato mai adeguatamente celebrato dalle istituzioni civili e giudiziarie salernitane. Infatti ci si è limitati a ricordarlo solo quasi occasionalmente in altre manifestazioni nei locali giudiziari oppure con l’intestazione di una stradina all’estrema periferia di Salerno nei pressi dell’isola ecologica cittadina con una ormai illeggibile targa ovvero con delle iniziative persino offensive per un Uomo che sacrificò la sua vita per i valori di civiltà e di legalità da lui rappresentati. Possiamo invece finalmente sperare che quest’anno lo si ricordi in manifestazioni pubbliche, ovvero aperte alla cittadinanza e soprattutto negli Istituti scolastici in modo da dare il giusto valore e riconoscimento a chi ha sacrificato la vita per garantire il rispetto dei valori civili e democratici a tutti noi ? Sarebbe, anzi è doveroso non solo nei confronti del Magistrato Giacumbi, ma anche nei confronti delle nuove generazioni di salernitani che non possono crescere ignorando la storia democratica della loro città e di chi si è immolato per lei. Sollecito perciò con questo mio messaggio tutti coloro che, per ruolo istituzionale o per attività professionale o perché autentici Cittadini, possono dare un contributo di idee o di iniziative che eviti che venga perduta ancora una volta l’occasione di rendere onore al Giudice Nicola Giacumbi e rendere cosciente e partecipe almeno tutta Salerno del sacrificio della sua vita. Avv. Carlo Correra – Già Magistrato – Salerno
La domanda che pone il dr. Carlo Correra è inquietante: “Perché l’eroico sacrificio del giudice Giacumbi non viene adeguatamente ricordato, nella città che lo ha ospitato per tanti anni, cominciando dalle scuole nell’ottica di un giusto riconoscimento storico per l’estremo sacrificio ?”.
Difatti in diverse zone del territorio provinciale, prima fra tutte a Sala Consilina dove ogni anno viene celebrata una apposita cerimonia con il coinvolgimento delle scuole, la memoria del giudice e la storia degli accadimenti di quegli anni viene rispolverata con una certa continuità rispetto alla città capoluogo dove, tranne rarissimi episodi, la figura di quell’uomo è praticamente sbiadita e si confonde nella moltitudine dei ricordi; quasi come la stessa città negasse il suo passato.
Io personalmente una risposta ce l’ho ed anche se molto dura la offro all’ex magistrato Correra ed a tutti quelli che leggono questo giornale:
“Salerno è la città meno indicata per un atto di riconoscimento di una figura importante della magistratura locale, oltretutto di una figura che ha lasciato la sua vita nell’androne di un palazzo di Corso Garibaldi, proprio di fronte al Tribunale. E’ la città meno indicata perché quell’episodio ha coinvolto la <meglio società> cittadina dell’epoca sia dal punto di vista professionale- imprenditoriale che da quello del mondo dell’informazione; e riprendere oggi e rilanciare la figura di Giacumbi significherebbe rimettere in discussione tutta la vera storia di quella tragedia nata per caso e finita ancora peggio; e con la storia la residua credibilità delle cosiddette <famiglie bene> della città ancora presenti sul territorio e con tutti i protagonisti, tranne uno, di quell’eccidio oramai pentiti (ci sarebbe da capire se realmente o solo per finzione) e restituiti ai fumi di una parte della società inebriata di se stessa”.
Prima ho citato Sala Consilina come città che ricorda Giacumbi, ma ci sarebbe da aggiungere anche Polla come diverse altre; ma è in un piccolo paesino del Cilento che la figura di Giacumbi viene ricordata al meglio. Si tratta di Gioi Cilento (suo paese di nascita) che spesso ricorda a tutti che proprio lì a Gioi sono nati ben quattro magistrati: Nicola Giacumbi, Vincenzo Scarpa, Carmen Amato e Giacomo Isnardi, tutti deceduti e tutti che hanno lasciato una chiara impronta del loro passaggio terreno. “Ricordare per crescere”, questo il titolo dato alla cerimonia che ogni anno, d’estate, viene celebrata nella piazza principale del paese.
E’ questo, gentilissimo dr. Correra, che manca alla città di Salerno; purtroppo a Salerno il detto “ricordare per crescere” suona più come un anatema che come uno stimolo di civiltà e di riconoscimento storico sociale e politico.