Aldo Bianchini
SALERNO – Ho scritto poco sulla vicenda giudiziaria IFIL-C&D (rispetto ad altre !!) ma non l’ho fatto per timore reverenziale verso i De Luca e/o i Del Mese; ho scritto poco perché questa vicenda giudiziaria mi è apparsa fin dall’inizio “sporca” (come si dice in gergo), assolutamente poco credibile ed ai confini di una realtà che non si rispecchia affatto nel “sano senso di giustizia”.
E soprattutto non ho scritto perché fin dall’inizio mi è apparsa come una continuazione di una violenta aggressione nei confronti della “famiglia Del Mese” che, anche con la complicità della stampa, è stata descritta e dipinta con tutti i colori delinquenziali possibili; in tutta la provincia di Salerno sono in pochi a conoscere come me la “famiglia Del Mese” della quale non ho conosciuto soltanto gli aspetti politici e imprenditoriali, ma sono entrato (grazie alla loro gentile concessione) nel cuore pulsante della famiglia fatta di grande dignità, di solidarietà verso il prossimo e di fine conoscenza della società in cui vivevano e vivono (almeno i superstiti); e tutto perché l’accanimento degli inquirenti è stato pervicace e ai limiti della violenza fisica (ricordo a tutti quando l’on. Paolo Del Mese fu trascinato in carcere sulla sedia a rotelle, così come ho ben presente il rabbioso accanimento contro Mario -il nipote di Paolo- che io ho visto crescere in un ambiente sano e pulito); in questa vicenda di sano senso della giustizia non c’è stato mai niente e i Del Mese sono stati individuati come i capri espiatori di un “sistema politico di potere” che, da oltre trent’anni, nessuno riesce a sconfiggere democraticamente.
Ognuno può, e deve, pesarla come vuole, ci mancherebbe; ma nella vita bisogna sempre avere pazienza ed aspettare gli eventi per far meglio comprendere il proprio pensiero agli altri, soprattutto a chi per scelte diverse si trova dall’altra parte della barricata. Spero che sia palese a tutti quelli che mi conoscono e/o mi leggono che da sempre, cioè dal 1993, io sto dall’altra parte della barricata rispetto alle posizioni politiche, sociali, personali e umane assunte dell’ex sindaco di Salerno ed attuale governatore della Campania Vincenzo De Luca. Sto dall’altra parte perché non condivido le posizioni di arroganza e di supremazia assoluta messe in atto da quello che io definisco “il kaimano” perché possessore assoluto ed unico del potere in provincia di Salerno, almeno per quanto attiene il suo presunto partito di appartenenza. Nel contempo, però, io sono profondamente garantista fino alla fine, fino all’ultimo minuto possibile; la difesa dello stato di diritto e della presunta innocenza di tutti è nel mio dna e non posso fare a meno di esercitarla fino in fondo; e questo mi consente di andare contro corrente anche in questa occasione per dimostrare che le mie posizioni non sono mai preconcette.
Però, abbiate bontà, leggere sui giornali che era stata messa sotto osservazione anche l’utenza telefonica della nonna dell’on. Piero De Luca mi sembra davvero una cosa vergognosa non solo per chi materialmente l’ha eseguita ma anche, se non soprattutto, per chi l’ha ordinata. Ma gli inquirenti, mi sono chiesto, ogni tanto se lo fanno un sereno, silenzioso e costruttivo esame di coscienza prima di ascoltare le conversazioni telefoniche tra una nonna e un nipote; e che cosa speravano di scoprire, che una donna d’altri tempi, nobile ed austera, potesse tramare vicende delinquenziali alla stregua di una delle tante donne che comandano nelle mafie di tutti i Paesi. Ma fatemi il piacere, fare questo significa vivere su un altro pianeta senza tener presente la realtà terrena.
Ma di quelle telefonate non sappiamo altro, fortunatamente; delle due l’una, o gli investigatori non le hanno passate ai giornali (cosa molto poco credibile !!) oppure i giornali non le hanno pubblicate per timore e, forse, in autotutela. In altri casi, invece, i personaggi vengono sputtanati senza alcuna logica e senza una valida prova di colpevolezza.
Sarebbe sufficiente soltanto questo per capire che per la vicenda dei biglietti aerei prepagati c’è soltanto limpida ingenuità e poca scaltrezza, almeno da parte dell’on. De Luca.
E dico, come ho detto, tutto questo convinto come sono di dover andare sempre lla ricerca di eventuali responsabilità attraverso la verifica in tempi compatibilmente brevi della validità di quegli straccetti di prova.
Bene ha fatto, dunque, l’avv. Andrea Castaldo (difensore dell’on. De Luca) a parlare di “suggestioni del Pm” nel vedere anche gli inesistenti fantasmi, quando anche la perizia del CTU dice “che le attività erano riconducibili a solo Mario Del Mese senza interferenze di terzi, ovvero di soci occulti”; ed anche perché, aggiungo io, in quei supposti scambi di cortesie non c’era niente di malavitoso.
Comunque il traguardo sembra vicino, vedremo se il collegio giudicante crederà alle suggestioni del PM.